Taormina

Perla del Mediterraneo

 

Giunti al bivio di Capo Taormina, lasciando a destra il bellissimo promontorio e l'Isola Bella, si imbocca la strada che, tra curve e tornanti a strettissimo gomito,  fiancheggiate da ville lussureggianti di vegetazione, tra scenari di incomparabile bellezza, ci conduce alla Porta Medievale che apre l'accesso alla città che occupa ad anfiteatro il terrazzo del Monte Tauro e si sviluppa in vie parallele al corso principale collegate tra loro da tipici ripidi vicoli o scalette e caratterizzati da cortili fioriti. 

 

Costruito in età ellenistica sulla sommità del Monte Tauro, il Teatro Greco-Romano è per vastità secondo solo a quello di Siracusa. La cavea, ottenuta dalla naturale concavità della collina, era formata da nove cunei di gradinate.  E' qui, sul Monte Tauro, dalla Scena del Teatro Greco, che Goethe il 6 maggio 1787 scriveva: "Chi si collochi nel punto più alto, occupato un tempo dagli spettatori, non può fare a meno di confessare che forse mai il pubblico di un teatro ha avuto innanzi a sé uno spettacolo simile. A destra, sopra rupi elevate, sorgono delle fortezze; laggiù in basso la città; benché queste siano tutte moderne costruzioni, di simili ne sorgevano anche nel tempo antico e allo stesso posto. Lo sguardo abbraccia inoltre tutta la lunga schiena montuosa dell'Etna, a sinistra la spiaggia sino a Catania, anzi fino a Siracusa. L'enorme vulcano fumante conchiude il quadro immenso, ma senza crudezza giacché i vapori dell'aria lo fanno apparire più lontano e morbido di quel che non sia in realtà".

 

Dopo l'ingresso da Porta Messina troviamo sulla destra il bellissimo Palazzo Corvaja del XV secolo che racchiude l'antico nucleo trecentesco di cui si ammira il cortile con scala e davanzale ornato di pannelli a rilievo. Notevole il prospetto merlato con bifore e iscrizioni e il portale gotico catalano. A Palazzo Corvaja dimorò Bianca di Navarra con la sua corte, nel Cinquecento il Palazzo passò ai Rosso d'Altavilla; nel 1410 fu sede del Parlamento Siciliano.

 

La Torre dell'Orologio con la Porta di Mezzo separano Piazza IX Aprile dal Borgo antico. Dal Belvedere della Piazza si può ammirare lo splendido scenario che dalla collina del teatro, in un susseguirsi di colori, arriva fino alle pendici dell'Etna con il vulcano stesso a chiudere la serie delle meraviglie.