FOLCLORE, TRADIZIONI E LEGGENDE MESSINESI

Il folclore ha una sua particolare dimensione nel contesto di quelle che sono le iniziative e le manifestazioni del Ferragosto Messinese e tra queste significativa è la sfilata su due grandi cavalli, per le strade della città, dei giganti mitici fondatori Mata e Grifone, che fa da prologo alla suggestiva processione della "Vara" il 15 Agosto.

Mata, una nobile fanciulla e Grifone il saraceno venuto per depredare e saccheggiare.

Mata oltre ad essere bellissima,  è una fanciulla intelligente dal carattere forte e deciso. 

La sua fede nel cristianesimo è incrollabile, tutti i tentativi del Grifo per conquistarla e  sottometterla risultano vani.

La risolutezza di questa fanciulla dai modi gentili conquistano il saraceno a tal punto che, la crudeltà, che fino ad allora era stata il vanto delle sue scorrerie, lascia il posto ad atteggiamenti più indulgenti e pacifici.

Grifo, il saraceno, affascinato, ammaliato dalle grazie di Mata, decide di convertirsi alla fede cristiana; è un cavaliere dedito al trionfo della giustizia, in difesa dei deboli e degli oppressi. 

Mata e Grifone sono finalmente insieme in questo nobile proposito, decidono di stabilirsi in questa parte dell'Isola fondando Messina... così la leggenda.

 

Il 15 Agosto la solenne processione della

"VARA"

In alto il Cristo regge sul palmo della mano la Madonna Assunta in Cielo e gli Angeli festosi girano intorno al Sole e alla Luna in un tripudio di voci acclamanti la SS. Vergine protettrice di questa cristianissima città.

Migliaia di fedeli a piedi nudi trainano a braccia il grande carro che poggia sull'asfalto senza ruote. 

Ad ogni strattone corrisponde un W Maria e vedere tanta genuina partecipazione e la fede intensa che i messinesi hanno per la Madonna riempie il cuore di gioia. 

Unione suggestiva di immagini

CAMPANILE/VARA

 

Tra favola e realtà:

La Fata Morgana

"Ruggero il Normanno invitato dai messinesi a rompere gli indugi e venire a liberare Messina e la Sicilia dalla dominazione musulmana, un giorno passeggiava solitario su una spiaggia della Calabria e, rimirando la costa siciliana studiava come aver ragione degli arabi che sapeva ben agguerriti e numerosi, mentre al suo servizio poteva contare solo su uno sparuto nucleo di cavalieri e navi.

Era così intento a meditare, quando gli parve di udire una marziale musica di guerra, intramezzata di lamenti e sospiri di schiavi, da imprecazioni pagane e il tutto circonfuso da un meraviglioso odore di zagare in fiore.

Lì, nei pressi, sostava un eremita e a lui Ruggero si rivolse per chiedere notizie di quel fatto così misterioso. L'eremita allungò il braccio e gli indicò la costa siciliana.

"Lì, gli aranci sono in fiore, lì c'è musica e lamenti perché lì ballano i saraceni e piangono i cristiani in schiavitù!" Ruggero il normanno rimase silenzioso... d'un tratto, il mare ribollì. Un cerchio di spuma apparve alla superficie e da essa sporse la testa una bellissima fata, la Fata Morgana che... sul fondo del mare ha il suo più bello e antico palazzo... "Che pensi, oh Ruggero? - gli gridò Morgana - Salta sul mio cocchio ed in breve ti porterò in Sicilia!" Ma il conte le rispose: "Grazie Morgana. Ma io vado alla guerra sul mio cavallo e con le mie navi e non sopra il tuo cocchio fatato... "Allora la fata agitò tre volte la sua verga magica nell'aria e in acqua lanciò tre sassi bianchi. In quel punto, magicamente, sorsero subito case e palazzi, strade e ville, e meravigliosamente tutta la Sicilia apparve così vicina da poter essere toccata con le mani. Guarda la mia potenza! - disse ancora la fata - Eccoti la Sicilia! Sali sul mio cocchio ed io ti porterò colà".

Ruggero però rifiutò ancora una volta. "Non con l'inganno io libererò la Sicilia dal paganesimo. Essa me la darà Cristo Nostro Signore..." Al nome santo di Cristo la fata agitò ancora la sua bacchetta magica nell'aria e i castelli, le strade e le ville di prima sparirono di colpo, mentre lei stessa svaniva lestamente assieme al suo cocchio fatato e ai cavalli bianchi azzurro criniti".

IL FENOMENO DELLA FATA MORGANA

In alcuni giorni tersi di una limpidezza straordinaria la costa calabra sembra tanto vicina che le case, le strade, le persone si possono quasi toccare con le mani...

IL VASCELLUZZO

Una grave carestia nel 1603 affliggeva il popolo messinese, malattie e desolazione flagellavano la città, la mancanza di cibo rendeva la situazione drammatica, senza possibilità di soluzione... fu così che il Senato messinese decise di bloccare tutte le navi che transitavano nello Stretto allo scopo di dirottare a Messina quelle cariche di derrate alimentari.

Il capitano di una grande nave che trasportava grano ebbe sentore di questa grave carestia che affliggeva Messina così, per evitare il sequestro, decise all'ultimo di invertire la rotta ma una tempesta glielo impedì e, per evitare il naufragio nei gorghi di Scilla e Cariddi, dovette riparare nel Porto di Messina.

La popolazione si ritrovò miracolosamente un carico cospicuo di grano che permise di risolvere in massima parte la grave carestia che l'affliggeva.

La fantasia popolare ha poi arricchito di particolari questi fatti: l'intervento divino, infatti, ha permesso la salvezza del popolo messinese.

Per ricordare l'evento, ogni anno, nel giorno del Corpus Domini, viene portato in processione un "Vascelluzzo" d'argento, addobbato di spighe di grano,. finemente cesellato dai F.lli Juvara,

Il Carrettino Siciliano

Gli addobbi, le decorazioni e i colori smaglianti insieme alle illustrazioni, che sono riferite a imprese leggendarie e storiche, dai paladini di Francia alla spedizione dei Mille, fanno del "carretto siciliano" il souvenir più caratteristico del folclore isolano... un misto di arte, leggenda e storia.