Fiat 124 Abarth rally

Fare di necessità virtù.Sarà anche da mercante ma non è impresa facile.Perlomeno per chi è solito arrendersi davanti alle difficoltà.Cosa che non potevano permettersi i progettisti di automobili tra gli anni sessanta e gli inizi dei settanta, pressati come erano da un mercato euforico che pretendeva automobili di ogni tipo e le consumava, senza incentivi, con inusitata voracità. Altri tempi!come di un' altra epoca sembrano oggi i rimedicon cui i tecnici di allora riuscivano a trasformare i limiti delle loro creature in guizzi di creatività. Prendete la Fiat 850. Quel suo mozzicone di coda non fu un vezzo stilistico, ma un ripiego. Atterriti dai test di velocità che davano la 850 sullo stesso piano della 600- che pure aveva 11 CV di meno- gli ingegneri della Fiat s' inventarono un ecamotage da teatrino parrocchiale: un rudimentale bauletto da applicare alla bell 'e meglio in coda con la speranza che migliorasse l' aereodinamica e, di conseguenza la velocità massima. Speranze bem riposte, perchè con quella " protesi " i prototipi superarono i 120 km/h contro i 110 della 600. E la modifica ottenne l' OK. Qualcosa di simile capitò otto anni dopo, nel 1972, alla Abarth. L' azienda torinese, da anni specializzata alla preparazione di vetture Fiat e in quell 'anno acquisita dal gruppo, ricevette l' incarico di realizzare una versione racing della 124 spider resa indispensabile dalle vittorie conseguite nei rally. La vettura, non a caso ribattezzata 120 Abarth Rally, si distingueva dalle spider normali per numerose modifiche, tra cui i cofani neri. Suggestioni sportive, direte.Sbagliato: l 'ispirazione alle auto da gara ( nelle quali il nero opaco serviva a evitare i riflessi) semmai rendeva lecito il contrasto, ma non lo spiegava. Siccome per contenere il peso i cofani erano in materiali plastici, non era possibile garantire che il colore fosse lo stesso dei parafanchi in acciaio. Per non rischiare, meglio cambiare tinta. Come volevasi dimostrare. Finora vi abbiamo parlato della Rally per aneddoti. Non rendendo così giustizia alla sua lunga storia, che si perde nel Novembre 1966, quando al salone di Torino la Fiat presenta la versione spider della 124 , svelata otto mesi prima a Ginevra. Con la berlina la scoperta ha ben poco in comune: nè elementi di carrozzeria, completamente ridisegnata e prodotta da Pininfarina , nè il motore che anzichè il tranquillo 1197 cm3 ad aste e bilancieri da 60 Cv è un brillante 1438 cm3 bialbero a cinghia dentata da 90, primo di una fortunata stirpe destinata ad arrivare, con modifiche e cilindrate diverse fino ai giorni nostri. Con la tre volumi la Sport Spider - questo il suo nome completo- non condivide che il pianale, con passo accorciato sa 2420 a 2280 mm. Dopo aver ricevuto nel 1968 un nuovo retrotreno, sempre ad assale rigido ma con quattro puntoni longitudinali anzichè due, alla fien del 1969 la due posti viene sottoposta ad un leggero restyling. In alternativa al millequattro c'è ora anche un 1608 cm3, sempre bialbero, derivaro dal motore della 125 special ma potenziato da 100 a 110 Cv. Che scendono a 108 nel 1972, quando scompare il 1400 e arriva un 1756 cm3 da 118 CV. Nello stesso anno il salone di Ginevra ospita nello stand della Pininfarina il prototipo della Rally, una spider più sportiva alla qualle il carrozziere di Grugliasco aveva cominciato a lavorare già da alcuni anni, lasciando poi il progetto in fondo al cassetto.Leit motiv della preparazione è l' alleggerimento della scocca, reso tanto più necessario dal fatto che le modifiche a motore e sospensioni hanno appesantito la meccanica, costringendo i progettisti a funambolismi per risparmiare sui chili. Parti della scocca sono così in lamiera da sette decimi anzichè otto; i cofani son in plastica come l' hard-top fisso, che trasforma di fatto la spider in una coupè. Le porte sono in alluminio, i vetri più sottili, il lunotto in plexiglas. Al posto dei paraurti ci sono dei semplici rostri in gomma. Allo stesso modo via il legno dalla plancia, che ora è in alluminio anodizzato; via lo sportellino del vano portaoggetti. Per proteggere pilota e passeggero viene montato un roll-bar che costringe a rinunciare alla panchetta posteriore. Per il passaggio da protitipo a modello di serie bisogna aspettare dicembre, quando i concessionari iniziano la consegna delle vetture. Che alle modifiche del prototipo abbina anche un diverso bocchettone del carburante e, soprattutto, una completa ed equilibrata elaborazione meccanica. A cominciare dal motore un 1756 cm3 bialbero superquadro da poco reso disponibile sulla versione base della Spider. Una diversa fasatura degli alberi a camme, un nuovo collettore di scarico e l' adozione di due carburatori doppio corpo invertiti invece di uno solo portano la potenza da 118 Cv a 6000 giri a 128 CV a 6200 giri; la coppia passa da 15.6 kgm a 4000 giri a 16.2 a 5200. La trasmissione ( sulle ruote posteriori, con cambio a cinque marcie) è impreziosita da un differenziale autobloccante Borg-Warner. La novità più consistente si trova comunque nelle sospensioni posteriori, che abbandonano il ponteggio rigido, per ruote indipendenti tipo McPherson. All' avantreno la geometria (a bracci oscillanti trasversali) non cambia ma vengono aggiunti puntoni di reazione obliqui. Modifiche interessano pure le ruote ( i cerchi in lega sono di disegno specifico e calzano pneumatici 185/70 VR 13 in luogo degli originali 165 SR 13); l' impianto frenante, a disco sulle quattro ruote viene privato del servofreno. Calibrando il dimagrimento della scocca (120 kg) con il maggiore peso della meccanica, l'Abarth arriva ad un risultato tutt' altro che entusiasmante: la Rally pesa infatti 938 kg, solo 22 in meno della 124 Sport Spider 1800. Tant'è che anche le prestazioni assolute, che pure non sono la principale preoccupazione dei progettisti , non migliorano granchè: la velocità, ad esempio passa da 185 a 190 km/h. Venduta a 3.100.000 lire un milione -ovvero il 50%- in più della Spider 1800, la Rally si rivolge ad un pubblico selezionato che qausi sempre l 'acquista per impiegarla nelle gare. Allo scopo viene predisposto un kit di preparazione (abbianto a un cambio Colotti, molto più veloce e preciso di quello di serie) che porta la potenza da 128 a 170 CV. La Abart Rally compare per l' ultima volta nei listini Fiat nel febbraio del 1976. Il mese prima il rally di Montecarlo aveva schirato tre 124.E' l' ultima apparizione in gara della vettura, che in cinque anni ha vinto tre campionati italiani( 1970, 1974 e 1975 ), due europei ('72 e '75) e una sola gara del campionato mondiale, il rally di Portogallo del 1974.



 

 

 






Caratteristiche tecniche
Motore anteriore longitudinale, quattro cilindri in linea; alesaggio per corsa 86 X 79.2mm;cilindrata 1839 cm3;rapporto di compressione 10,5:1; potenza max 210 CV a 7000 giri/min; coppia max 16.2 khm (159 Nm) a 5200 giri/min; basamento in ghisa, testata in lega leggera ; distribuzione a due alberi a camme in testa;quattro valvole per cilindro; alimentazione iniezione meccanica Kugelfischer; accensione a spinterogeno.
Trasmissione ruote motrici posteriori: frizione monodisco a secco; cambio 'Abarth' a innesti frontali manuale a cinque rapporti; differenziale autobloccante ZF.
Autotelaio sospensioni anteriori a ruote indipendenti con bracci ascillanti trasversali, puntoni di reazione, ammortizzatori idraulici telescopici, molle elicoidali, barra antirollio; sospensioni posteriori a ruote indipendenti tipo McPherson con bracci ascillanti inferiori, puntoni di reazione, ammortizzatori idraulici telescopici, molle elicoidali, barra antirollio; Sterzo a vite a rullo; impianto frenante a doppio circuito idraulioc; freni anteriori e posteriori a disco Bendix; cerchi in lega leggera 8 X 13"; pneumatici 195/60 VR 13
Dimensioni e peso lunghezza 3910 mm; larghezza 1630 mm; altezza 1240 mm; passo 2280 mm; peso in ordine di marcia 938 kg; capacità serbatoio 45 litri; capacità bagagliaio 170 litri
Prestazioni velocità max oltre 190 km/h
Prezzo 3.100.000 lire nel 1973; esemplari prodotti dal 1972 al 1975: 955

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