Trottola levitante

Il Levitron è un simpatico gioco basato sulla levitazione magnetica e che coinvolge una notevole serie di leggi fisiche come, solo per citarne alcune: forza di gravità, magnetismo, stabilizzazione giroscopica, inerzia. Esso è costituito semplicemente da due parti: una trottola ed una base entrambe magnetiche, ma in modo che la parte inferiore della trottola sia dello stesso segno della parte superiore della base. Quest’ultima è generalmente di forma quadrata e magnetizzata in modo che il suo centro sia neutro, ma è stato dimostrato che può essere anche sostituita da un anello magnetico (figura 1).

 

 

 

 

La trottola viene quindi respinta dalla base, essendo di ugual segno, ed è proprio questa forza di repulsione che riesce a mantenerla sollevata in aria. Assumiamo che il momento magnetico della trottola sia μ e rivolto sempre in direzione verticale verso il basso, mentre quello della base sia B e rivolto verso l’alto. L’energia potenziale totale risulta quindi essere pari a: , dove mgz è l’energia potenziale gravitazionale della trottola. Perché la trottola si possa sollevare e rimanere in equilibrio, è necessario che la forza di repulsione  bilanci il peso mg della trottola. L’energia potenziale, quindi, deve avere un minimo nel punto di levitazione e una curvatura positiva in ogni direzione: , dove xi sono le tre direzioni x,y e z (essendo una funzione in tre variabili). Ma non è uguale a zero in alcun punto dello spazio e l’energia potenziale, invece di avere un minimo, possiede un punto di sella. Il sistema, in condizioni stazionarie, non permette quindi alla trottola di rimanere sospesa in aria. Il teorema di Earnshaw infatti, a riprova di tale risultato, afferma che non può esistere alcuna disposizione statica stabile di cariche magnetiche. Se, infatti, si dispone semplicemente la trottola al di sopra della base, essa non rimarrà in aria, ma si capovolgerà in modo che i due poli opposti (della trottola e della base) vengano a contatto. L’interazione fra i due campi magnetici, infatti, produce una forza di torsione che fa capovolgere la trottola. Per questo motivo essa deve essere posta in rotazione. In questo modo, essendo la trottola un corpo solido dotato di un certo momento d’inerzia, si produce una stabilizzazione giroscopica, cioè la trottola tenderà a mantenere fisso l’asse di rotazione. Grazie al moto rotatorio, quindi, si avrà una forza che si oppone a quella di torsione del campo magnetico e la trottola rimarrà in equilibrio senza capovolgersi. Il moto giroscopico, quindi, allinea continuamente l’asse di precessione della trottola alla direzione del campo magnetico in ogni punto (figura 2) e permette alla curvatura dell’energia potenziale di essere concava verso l’alto (non più un punto di sella).

 

 

 

La massa della trottola è quindi un elemento di estrema importanza, infatti non deve essere troppo pesante in modo che si riesca a sollevare, ma neanche troppo leggera poiché il momento di inerzia sarebbe troppo piccolo per generare una forza abbastanza grande da evitare il ribaltamento. Anche il numero di giri al secondo della trottola deve essere rispettare severe restrizioni. Se tale parametro, infatti, risulta troppo piccolo, il momento angolare  , è debole e non riesce a contrastare quello magnetico e la trottola si capovolge. Se invece il numero di giri è troppo elevato, la precessione è talmente lenta da non riuscire ad allineare l’asse di rotazione della trottola con la direzione locale del campo magnetico e l’equilibrio risulta instabile. Una condizione perché sia possibile una levitazione stabile, è dunque che il limite superiore di giri al secondo sia maggiore di quello inferiore. Anche se sembra una banalità, ciò è possibile solo utilizzando materiali specifici, soprattutto per i magneti. Da prove sperimentali si è osservato che il peso della trottola deve essere continuamente variato (nell’ordine dello 0,3% del peso della trottola) anche con prove distanti solo pochi minuti. Questo pare essere dovuto a variazioni del campo magnetico dei due corpi (base e trottola) provocate, a loro volta, da variazioni di temperatura dell’ambiente esterno.

 

 

Bibliografia:

http://www.physics.ucla.edu/marty/levitron/node1.html

http://www.levitron.com/physics.html

 

 

 

 

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