"SCHLOMO" Antonio M. Ferreri |
La psicologia umanistica |
Storia
della |
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Una prima introduzione
Sviluppatasi negli Stati Uniti
intorno agli anni Cinquanta-Sessanta, la psicologia umanistica diventa un vero e
proprio movimento psicologico nel 1962, quando un gruppo di psicologi si
riunisce attorno ad Abraham
Maslow (1908-1970 – www.maslow.com
e www.nidus.org) per fondare una
nuova associazione.
Presto questo movimento viene
denominato la “terza forza” della psicologia, alternativa alla psicologia
oggettivistica e meccanomorfica del comportamentismo e al freudismo ortodosso.
Gli psicologi e psicoterapeuti
che si riconoscono in questo movimento condividono idee e principi che li
distinguono nettamente dal resto della comunità scientifica psicologica, ma non
hanno di fatto un unico punto di riferimento teorico e metodologico. Il
principale e comune obiettivo è, comunque, quello di esplorare le
caratteristiche del comportamento e la dinamica delle emozioni di una vita
umana piena e sana.
Nello statuto della “American Association for Humanistic Psychology” si legge: «Come ‘terza forza’ della psicologia contemporanea, [la psicologia umanistica] si interessa di argomenti che hanno avuto uno spazio limitato nelle teorie e nei sistemi esistenti: ad esempio, amore, creatività, sé, crescita, organismo, bisogno fondamentale di gratificazione, autorealizzazione, valori superiori, essere, divenire, spontaneità, gioco, umorismo, affetto, naturalezza, calore, trascendenza dell’io, oggettività, autonomia, responsabilità, significato, fair-play, esperienza trascendentale, esperienza culminante, coraggio e concetti relativi».
Gli elementi che accomunano
tutti i diversi approcci umanistici sono:
·
la centralità e l’unità della persona:
il centro di interesse psicologico diventa la persona come individuo unico e
peculiare, “l’unico membro della sua classe”. In questo quadro è solo
l’incontro io-tu, ‘da persona a persona’ a dare significato alla relazione
psicologica; per poter afferrare l’esperienza soggettiva è necessario che lo
psicologo/psicoterapeuta riesca a condividere il mondo dell’altro come ‘un
tutto in relazione’, trascendendo la dicotomia ‘oggettivo-soggettivo’. Il
punto di riferimento è l’opera di Martin
Buber (1878-1965)
e specificamente la forte sottolineatura data da questo autore al rapporto
“io-tu” come condizione essenziale per promuovere il pieno sviluppo di ogni
persona (1957);
·
il riferimento all’approccio fenomenologico:
«Qualsiasi terminologia venga preferita, tutti [gli psicologi umanistici]
sembrano d’accordo sull’inevitabile unicità della consapevolezza umana e
sull’importanza della comprensione del tipo di percezione della realtà che ha
una determinata persona, se vogliamo capire realmente il suo comportamento» (Tageson,
p. 33). È il cliente il vero esperto della propria esperienza personale; il
significato dell’esperienza del cliente è nell’esperienza stessa; per lo
psicologo e lo psicoterapeuta è centrale comprendere in modo empatico la
“struttura di riferimento interna” del cliente stesso;
·
la rilevanza data alla tendenza alla realizzazione
e alla crescita (Maslow, 1970): ogni persona ha dentro di sé la
tendenza alla crescita, alla autoregolazione, alla autorealizzazione; ha,
inoltre, la capacità di autoconsapevolezza. Un contributo particolarmente
significativo in questa direzione viene dalle ricerche del neurologo clinico Kurt
Golstein (1878-1965) e dalla formulazione della sua “teoria
organismica”;
·
la fiducia nella capacità umana di
autodeterminazione: le persone non sono determinate solo dal loro
passato o dal loro ambiente, ma sono agenti attivi nella costruzione del loro
mondo.
Tra il 1957 e il 1958 Maslow e
Clark Moustakas organizzano a Detroit due meeting per gli psicologi interessati
a fondare un’associazione professionale dedita a una visione umanistica della
psicologia e della psicoterapia.
Nel 1962 questo movimento
diventa ufficialmente la “American
Association for Humanistic Psychology”. Il primo numero della rivista «The
Journal of Humanistic Psychology» era già uscito nella primavera del 1961.
Nel 1964 a Old Saybrook, nel
Connecticut, si tiene la prima conferenza che raccoglie psicologi (tra cui Gordon
Allport, J.F.T. Bugental, Charlotte
Buhler, Abraham Maslow, Rollo
May, Gardner Murhpy, Henry Murray e Carl R.
Rogers) e umanisti provenienti da altre discipline (come Jacques
Barzun, Rene Dubos e Floyd Matson)
(vedi ahpweb.org/aboutahp/whatis.htm).
Nell’agosto 1970 si tiene presso la Nuova Università di Amsterdam il primo
congresso internazionale di psicologia umanistica.
Negli anni successivi sono
soprattutto Maslow, Rollo May (1909-1994) e Carl R. Rogers (1902-1987) i
propulsori di questo nuovo movimento.
Ribadendo la diversità del
nuovo movimento dalla vecchia psicologia, Maslow scrive: «Devo confessare che
sono giunto a ritenere questa tendenza umanistica nel campo psicologico una
rivoluzione nel più vero e antico senso del termine, nel senso in cui Galileo,
Darwin, Einstein, Freud e Marx hanno compiuto rivoluzioni; vale a dire, nel
senso di modi nuovi di percepire e pensare, immagini nuove dell’uomo e della
società, concezioni nuove dell’etica e dei valori, direzioni nuove lungo le
quali muovere» (tr. it., 1971, p. 5).
Da un punto di vista
strettamente psicoterapeutico, già durante gli anni Quaranta e poi tra i
Cinquanta e i Sessanta Carl Rogers introduce un nuovo modo di intendere e fare
psicoterapia: la Psicoterapia Centrata sulla Persona.
Rollo May riprende
specificamente la psicoanalisi esistenziale europea.
Fritz Perls (1893-1970) sviluppa
la terapia della Gestalt.
La “terza forza” ha di fatto
generato un largo spettro di approcci che si espandono sempre più: tra questi,
la bioenergetica (Wilhem Reich e Alexander Lowen), il
movimento della consapevolezza sensoriale (Moshe
Feldenkreis),
il focusing (Eugene Gendlin),
la psicologia di incontro (Carl R. Rogers e
Will Schults) la terapia
razionale-emotiva (Albert Ellis),
la terapia della realtà (William Glasser), la psicosintesi (Roberto
Assagioli), la logoterapia (Viktor
Frankl),
la terapia familiare (Virginia Satir),
la programmazione neuro-linguistica (Richard
Bandler e John Grinder).
Informazioni sui teorici della
psicologia umanistica possono essere trovate sul sito www.csun.edu/~hbhlt058/ahp.
Tra le riviste più
significative che pubblicano i lavori degli psicologi e psicoterapeuti
umanistici ricordo:
·
«Journal of Humanistic
Psychology»:
fondato
nel 1961 da Abraham Maslow e Anthony Sutich è l’organo ufficiale della
“Association for Humanistic Psychology”.
Il direttore in carica in questo momento è Thomas Greening; attualmente è al
suo 41° volume.
·
«Human Potential Journal of Humanistic Psychology»
·
«Self & Society: European Journal of Humanistic
Psychology»
·
«The Humanistic
Psychologist»,
organo ufficiale della Divisione 32 di Psicologia Umanistica della “American
Psychological Association” fondata nel 1972; il direttore attuale della rivista è Christopher M.
Aanstoos.
·
«The Journal of Traspersonal Psychology»
In Giappone la “Association
for Japanese Humanistic Psychology” pubblica «The Japanese Journal of
Humanistic Psychology».
Si può consultare una
bibliografia sulla psicologia umanistica al sito ahpweb.org/pub/bibliography.html.
Nel dipartimento delle raccolte della biblioteca “Donald C. Davidson” dell’università della California di Santa Barbara (UCSB) sono conservati gli “archivi di psicologia umanistica” (AHP). Costruiti nel 1986, scopo di questi archivi è di raccogliere, organizzare, conservare e rendere disponibili agli studiosi le fonti primarie connesse agli sviluppi della psicologia umanistica.
Informazioni specifiche su
Rogers possono essere trovate sul sito della figlia Natalie.
Tra l’altro, dal 25 al 28 luglio 2002 si terrà all’università della
California di San Diego (UCSD), La Jolla, un simposio in onore del Centenario
della nascita di Rogers.
Un ottimo sito dove si può
trovare una bibliografia completa di (e su) Rogers è www.pfs-online.at,
specificamente members.1012surfnet.at/pfs/indexbiblios.htm
Alcuni testi di Maslow e Rogers
possono essere trovati al sito curato da Christopher D. Green “Cassics in the
History of Psychology”.
Bibliografia
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e tu; tr. it in Il principio dialogico e altri saggi, Milano, San
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Rogers
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Scientifiche Magi, 1998, pp. . |
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