Presentazione

Don Bosco da buon piemontese fu un uomo pratico e intraprendente, lavoratore infaticabile e creativo che impegno' tutte le sue energie in un progetto che gli stette  sempre a cuore: L'educazione umana e cristiana dei giovani.

Certo di essere chiamato da Dio a questa missione, fondo' oratori, scuole, laboratori; trovo'  lavoro per i giovani e stipulo'  contratti che ne tutelassero i diritti; produsse  e diffuse buona stampa...

Fi dall'inizio , don Bosco aveva  sollecitato tutte le collaborazioni  utili alla sua impresa, coinvolgendo in questa attivita' ecclesiastici e laici. "Per conservare l'unita'  di spirito e di disciplina, da cui dipende il buon esito degli oratori - e' don Bosco che scrive -  fin dall'anno 1841  alcuni ecclesiastici  e laici si radunarono a farmare una specie di congregazione aiutandosi  a vicenda coll'esempio e coll'istruzione.Essi non fecero alcun voto  propriamente detto, tutto  si limito' di fare una semplice promessa..."

Fu la prima realta' di Cooperatori, Nelle  varie stesure delle Costituzioni Salesiane, don Bosco aveva sempre voluto  inserire un capitolo sui Salesiani esterni  (cosi' li chiamo' inizialmente)

Il primo testo conosciuto del 1860 cosi' era formulato:".. Qualunque  persona anche vivendo  nella propria  casa in seno alla propria famiglia puo' appartenere alla nostra societa'.- Egli non fa alcun voto; ma procurera' di mettere in pratica quella parte delpresente regolamento che e' compatibile nolla sua eta' e condizione..."

La Santa Sede  non volle approvargli  questo capitolo sui Salesiani esterni.

Solo nel 1874 accetto' di depennare l'intero capitolo delle Regole Salesiane  per ottenerne  l'approvazione. Dal  '74 al '76 scrivera' poi vari progetti per i Cooperatori  per dare loro il posto che meritavano a pieno diritto nella sua opera e il 9 Maggio 1876 Pio IX firmera'  l'approvazione  dell'Associazione  dei Cooperatori.

Nel frattempo erano state fondate  le figlie di Maria Ausiliatrice che, con i Salesiani e i Cooperatori, formeranno il nucleo  originario di un vasto movimento che chiamiamo oggi Famiglia Salesiana.

Non c'e dubbio che nel pensiero  e nei piani di Don Bosco consacrati  e laici erano chiamati alla comunicazione e alla condivisione  della spiritualita'  e della  stessa missione. Ora questo progetto, alla luce del Vaticano II , si potra'  riscrivere nella logica della reciprocita' dei doni e dei carismi.

Don Egidio Vigano' scriveva:"Il coinvolgimento di laici nello spirito  e nella missione d egli Istituti di vita consacrata fara' brillare  meglio l'attualita' dei carismi dei Fondatori/ci per la nuova evangelizazione"...