In
una parete dell’ufficio sono state inserite alcune bottiglie di plastica. Poi
qualcuno ha appiccato le fiamme
Aeroporto,
fuoco ai servizi di sicurezza
Attentato
alla società che vigila sui taxi del “Leonardo da Vinci”
di FRANCESCA PROCOPIO
Un foro di una decina di centimetri, quanto basta per far passare numerose
bottiglie di plastica, piene di liquido infiammabile. Poi carta di giornale
imbevuta di benzina e qualche fiammifero per accendere la miccia. Il fuoco si è
subito sviluppato. L'attentatore, ancora sconosciuto, è fuggito lasciandosi
alle spalle fumo e fiamme. A dare l'allarme, l'altra sera, alcuni dipendenti del
turno di notte, della "Prosegur service", una multinazionale che opera
nel settore di vigilanza e sicurezza in tredici paesi. Nella capitale ha anche
alcuni uffici nell'area intorno all'aeroporto di Fiumicino, a due passi dal
parcheggio lunga sosta, nella zona nota come il polmone dei taxi.
La società Aeroporti di Roma ha affidato all'azienda le procedure di gestione
proprio del flusso delle macchine bianche: la "Prosegur" ha il compito
di accertare che il servizio di trasporto pubblico sia regolare e trasparente,
garantendo ai tassisti, che lavorano in ambito aeroportuale, l'equità delle
corse. Qualcuno, mercoledì sera alle 21 è entrato in un bagno della società e
ha gettato, in un foro praticato sopra la vasca dello sciacquone, dodici
bottiglie di plastica piene di benzina. Poi con il giornale è stato acceso il
fuoco. I contenitori del liquido infiammabile sono stati fatti cadere in
un'intercapedine di lamiera, che separa il bagno dagli uffici della società. A
limitare i danni sarebbe stata proprio la mancanza di ossigeno, dovuta alla
dimensione dell'intercapedine. Le lamiere si sono gonfiate e annerite, ma
l'incendio non si è esteso. Ad accorgersi delle fiamme sono stati due
dipendenti che, con alcuni estintori, hanno subito domato il fuoco. Sul posto
anche i pompieri che hanno definitivamente spento l'incendio. Dei pochi presenti
nessuno ha visto o sentito nulla. Sull'episodio indagano i carabinieri dello
scalo romano, comandati dal capitano Bruno Sabeddu. Secondo quanto dichiarato
dai militari, il foro sarebbe stato praticato da qualche giorno, ma nessuno se
ne sarebbe accorto: il bagno non era frequentato perché guasto. Per gli
inquirenti si tratta di un avvertimento o di un atto di dissenso di alcuni
tassisti. «Quelli - chiariscono gli investigatori - che si sono sentiti
penalizzati proprio dalla società che controlla "l'equità" dei
volumi di lavoro di ognuno di essi». Dello stesso parere sembrano essere i
dirigenti della Prosegur Service: «Un segno di prevaricazione di qualcuno -
sottolinea Pietro Marciani, direttore commerciale della società - nei confronti
di un altro. Qualcuno che probabilmente non accetta l'assegnazione dei turni che
noi cerchiamo di far rispettare secondo un programma stabilito dalla società
Aeroporti di Roma». «Quasi seimila sono i taxi impiegati in aeroporto - dice
un tassista - e la divisione della mole di lavoro non è sempre stata facile.
Qualcuno che ci marcia, a discapito degli altri, c'è sempre stato».
Nicola Di Giacobbe, responsabile Cgil della categoria, dice: «Sono mesi che
abbiamo denunciato questo problema di ordine pubblico a tutti i soggetti
interessati, perché in quell’area le leggi non vengono rispettate. Come fanno
le forze dell’ordine, il direttore dell’aeroporto, gli amministratori di
Roma e Fiumicino a non vedere cosa succede ogni giorno davanti
all’aerostazione: la continua sosta di procacciatori e di abusivi, a danno dei
tantissimi tassisti regolari?».