Venerdi 31 Gennaio 2003

In una parete dell’ufficio sono state inserite alcune bottiglie di plastica. Poi qualcuno ha appiccato le fiamme
Aeroporto, fuoco ai servizi di sicurezza
Attentato alla società che vigila sui taxi del “Leonardo da Vinci”

di FRANCESCA PROCOPIO

Un foro di una decina di centimetri, quanto basta per far passare numerose bottiglie di plastica, piene di liquido infiammabile. Poi carta di giornale imbevuta di benzina e qualche fiammifero per accendere la miccia. Il fuoco si è subito sviluppato. L'attentatore, ancora sconosciuto, è fuggito lasciandosi alle spalle fumo e fiamme. A dare l'allarme, l'altra sera, alcuni dipendenti del turno di notte, della "Prosegur service", una multinazionale che opera nel settore di vigilanza e sicurezza in tredici paesi. Nella capitale ha anche alcuni uffici nell'area intorno all'aeroporto di Fiumicino, a due passi dal parcheggio lunga sosta, nella zona nota come il polmone dei taxi.
La società Aeroporti di Roma ha affidato all'azienda le procedure di gestione proprio del flusso delle macchine bianche: la "Prosegur" ha il compito di accertare che il servizio di trasporto pubblico sia regolare e trasparente, garantendo ai tassisti, che lavorano in ambito aeroportuale, l'equità delle corse. Qualcuno, mercoledì sera alle 21 è entrato in un bagno della società e ha gettato, in un foro praticato sopra la vasca dello sciacquone, dodici bottiglie di plastica piene di benzina. Poi con il giornale è stato acceso il fuoco. I contenitori del liquido infiammabile sono stati fatti cadere in un'intercapedine di lamiera, che separa il bagno dagli uffici della società. A limitare i danni sarebbe stata proprio la mancanza di ossigeno, dovuta alla dimensione dell'intercapedine. Le lamiere si sono gonfiate e annerite, ma l'incendio non si è esteso. Ad accorgersi delle fiamme sono stati due dipendenti che, con alcuni estintori, hanno subito domato il fuoco. Sul posto anche i pompieri che hanno definitivamente spento l'incendio. Dei pochi presenti nessuno ha visto o sentito nulla. Sull'episodio indagano i carabinieri dello scalo romano, comandati dal capitano Bruno Sabeddu. Secondo quanto dichiarato dai militari, il foro sarebbe stato praticato da qualche giorno, ma nessuno se ne sarebbe accorto: il bagno non era frequentato perché guasto. Per gli inquirenti si tratta di un avvertimento o di un atto di dissenso di alcuni tassisti. «Quelli - chiariscono gli investigatori - che si sono sentiti penalizzati proprio dalla società che controlla "l'equità" dei volumi di lavoro di ognuno di essi». Dello stesso parere sembrano essere i dirigenti della Prosegur Service: «Un segno di prevaricazione di qualcuno - sottolinea Pietro Marciani, direttore commerciale della società - nei confronti di un altro. Qualcuno che probabilmente non accetta l'assegnazione dei turni che noi cerchiamo di far rispettare secondo un programma stabilito dalla società Aeroporti di Roma». «Quasi seimila sono i taxi impiegati in aeroporto - dice un tassista - e la divisione della mole di lavoro non è sempre stata facile. Qualcuno che ci marcia, a discapito degli altri, c'è sempre stato».
Nicola Di Giacobbe, responsabile Cgil della categoria, dice: «Sono mesi che abbiamo denunciato questo problema di ordine pubblico a tutti i soggetti interessati, perché in quell’area le leggi non vengono rispettate. Come fanno le forze dell’ordine, il direttore dell’aeroporto, gli amministratori di Roma e Fiumicino a non vedere cosa succede ogni giorno davanti all’aerostazione: la continua sosta di procacciatori e di abusivi, a danno dei tantissimi tassisti regolari?».