Venerdi 28 Novembre 2003
Il plico era stato portato martedì con un furgone delle Poste che utilizzano il magazzino di via del Pescaccio per il materiale in giacenza
Pacco bomba nel deposito della Sda
Conteneva due tubi metallici ripieni di esplosivo. E’ stato fatto brillare dagli artificieri

di GIUSEPPE MARTINA


Fra svariati plichi, scatole e buste un pacco in particolare ha insospettito i dipendenti della società di spedizioni Sda. E probabilmente è stata la loro fortuna, perché all’interno del pacco c’era un ordigno esplosivo.
A far scattare l'allarme al 112 sono stati, ieri sera poco dopo le 22, alcuni impiegati del magazzino Sda in via del Pescaccio, nella zona nord della città, a ridosso del Grande Raccordo Anulare: l’anomalo pacco era una scatola di scarpe dalla quale fuoriuscivano due tubi di metallo collegati ad alcuni fili elettrici. Gli artificieri dei carabinieri sono subito intervenuti e, dopo un primo esame, hanno deciso di portarla all'esterno per farla brillare con l’ausilio del mini-robot radiocomandato utilizzato proprio per operazioni simili.
Gli esperti avrebbero stabilito che il congegno rudimentale conteneva polvere non meglio precisata ma non sarebbero riusciti a vedere se ci fosse anche un innesco. Proprio per questo è stato deciso di portare all’esterno il pacco e farlo brillare, ed è stata chiusa al traffico la strada, nel tratto adiacente al magazzino dello spedizioniere Sda. Poco dopo la mezzanotte all’involucro è stata applicata una microcarica e, quando è stato fatto esplodere, il boato scaturito è stato, a parere dei tecnici, di gran lunga superiore alla microcarica inserita. Un elemento che sembrerebbe confermare il contenuto esplosivo o infiammabile del plico. Subito dopo l’operazione eseguita dal mini-robot gli artificieri hanno provveduto ad esaminare i resti del pacco, per verificare quali sostanze contenesse, e all’analisi delle polveri residue. Secondo i carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Trastevere, intervenuti sul posto, se la scatola fosse stata aperta manualmente avrebbe potuto provocare serie ferite.
Il pacco è stato scoperto nel deposito dove sono i plichi in giacenza, cioé quelli che non vengono recapitati per vari motivi: per incompletezza o inesattezza di dati, perché durante il viaggio hanno perso la targhetta del destinatario o del mittente, perché sono rimasti danneggiati. Ma in giacenza sono anche i pacchi che a volte i destinatari non vanno a ritirare, quelli che fuoriescono da imballaggi più grandi. E quelli delle Poste, che utilizzerebbero il magazzino Sda come deposito per i pacchi anonimi, che non vengono ritirati. Il pacco che conteneva l’ordigno era totalmente privo di indicazioni, sia riguardo al mittente che al destinatario. Secondo una prima ricostruzione il plico sarebbe arrivato nel locale di via del Pescaccio martedì scorso, trasportato da un furgone delle Poste. E nei prossimi giorni, secondo le procedure previste in questi casi, sarebbe stato aperto nel deposito alla presenza di funzionari delle Poste (il contenuto, prevede la prassi, viene dato in beneficenza). Probabilmente solo lo scrupolo dei dipendenti del magazzino ha scongiurato il peggio.
La notizia di un sospetto pacco bomba, ieri sera, ha scatenato allarme anche via radio: quando i carabinieri sono arrivati in via del Pescaccio, cautelativamente, hanno fatto sgombrare anche le vicine sedi di due società di radio taxi. Prima di lasciare i locali i centralinisti hanno informato i conducenti dei taxi via radio. E in poco tempo l’allarme è scattato a bordo dei taxi, per conducenti e clienti, contemporaneamente in diversi quartieri di Roma.