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di GIUSEPPE MARTINA
Fra svariati plichi, scatole e buste un pacco in particolare ha
insospettito i dipendenti della società di spedizioni Sda. E
probabilmente è stata la loro fortuna, perché all’interno del pacco
c’era un ordigno esplosivo.
A far scattare l'allarme al 112 sono stati, ieri sera poco dopo le 22,
alcuni impiegati del magazzino Sda in via del Pescaccio, nella zona nord
della città, a ridosso del Grande Raccordo Anulare: l’anomalo pacco
era una scatola di scarpe dalla quale fuoriuscivano due tubi di metallo
collegati ad alcuni fili elettrici. Gli artificieri dei carabinieri sono
subito intervenuti e, dopo un primo esame, hanno deciso di portarla
all'esterno per farla brillare con l’ausilio del mini-robot
radiocomandato utilizzato proprio per operazioni simili.
Gli esperti avrebbero stabilito che il congegno rudimentale conteneva
polvere non meglio precisata ma non sarebbero riusciti a vedere se ci
fosse anche un innesco. Proprio per questo è stato deciso di portare
all’esterno il pacco e farlo brillare, ed è stata chiusa al traffico
la strada, nel tratto adiacente al magazzino dello spedizioniere Sda.
Poco dopo la mezzanotte all’involucro è stata applicata una
microcarica e, quando è stato fatto esplodere, il boato scaturito è
stato, a parere dei tecnici, di gran lunga superiore alla microcarica
inserita. Un elemento che sembrerebbe confermare il contenuto esplosivo
o infiammabile del plico. Subito dopo l’operazione eseguita dal
mini-robot gli artificieri hanno provveduto ad esaminare i resti del
pacco, per verificare quali sostanze contenesse, e all’analisi delle
polveri residue. Secondo i carabinieri del nucleo operativo della
compagnia di Trastevere, intervenuti sul posto, se la scatola fosse
stata aperta manualmente avrebbe potuto provocare serie ferite.
Il pacco è stato scoperto nel deposito dove sono i plichi in giacenza,
cioé quelli che non vengono recapitati per vari motivi: per
incompletezza o inesattezza di dati, perché durante il viaggio hanno
perso la targhetta del destinatario o del mittente, perché sono rimasti
danneggiati. Ma in giacenza sono anche i pacchi che a volte i
destinatari non vanno a ritirare, quelli che fuoriescono da imballaggi
più grandi. E quelli delle Poste, che utilizzerebbero il magazzino Sda
come deposito per i pacchi anonimi, che non vengono ritirati. Il pacco
che conteneva l’ordigno era totalmente privo di indicazioni, sia
riguardo al mittente che al destinatario. Secondo una prima
ricostruzione il plico sarebbe arrivato nel locale di via del Pescaccio
martedì scorso, trasportato da un furgone delle Poste. E nei prossimi
giorni, secondo le procedure previste in questi casi, sarebbe stato
aperto nel deposito alla presenza di funzionari delle Poste (il
contenuto, prevede la prassi, viene dato in beneficenza). Probabilmente
solo lo scrupolo dei dipendenti del magazzino ha scongiurato il peggio.
La notizia di un sospetto pacco bomba, ieri sera, ha scatenato allarme
anche via radio: quando i carabinieri sono arrivati in via del
Pescaccio, cautelativamente, hanno fatto sgombrare anche le vicine sedi
di due società di radio taxi. Prima di lasciare
i locali i centralinisti hanno informato i conducenti dei taxi
via radio. E in poco tempo l’allarme è scattato a bordo dei taxi,
per conducenti e clienti, contemporaneamente in diversi quartieri di
Roma.
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