LO
SCIOPERO
Garantito
il Roma-Fiumicino
di LUCA
BRUGNARA
«No allo sciopero generale del servizio, ma un’astensione da e per stazioni,
aeroporti e alberghi che favoriscono gli abusivi». I tassisti e gli autisti di
auto a noleggio che aderiscono a Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uil Trasporti e ad altre
nove sigle sindacali mandano un ultimatum a Comune, Provincia, Regione e forze
dell´ordine, se, entro un paio di settimane, non metteranno in pratica quanto
promesso nell´incontro di martedì, su un controllo capillare degli abusivi.
«Siamo contrari ai blitz - sottolinea Nicola Di Giacobbe, segretario generale
di Unica, affiliata a Filt-Cgil - perché rappresentano soluzioni momentanee e
non risolvono nulla. Per questo, con la nostra protesta, non vogliamo colpire
tutti i cittadini, ma solo le strutture che agevolano la presenza di tassisti e
conducenti di auto a noleggio irregolari».
Complessivamente, le tre organizzazioni sindacali, insieme alle altre sigle che
aderiscono all´iniziativa, riuniscono oltre 4.500 taxi, su 5.823 presenti a
Roma. Le proteste dei sindacati si concentrano soprattutto sull´aeroporto di
Fiumicino. «I problemi dello scalo aereo, per i tassisti - ricorda Giuseppe
Biagione di Fit-Cisl - sono iniziati nel giugno 1998, quando una delibera
liberalizzò i servizi di trasporto dell’aeroporto. L’Arca, Associazione
romana concessioni auto pubbliche, che gestiva, in una forma di autogestione, il
servizio di taxi all’aeroporto, è stata immediatamente sciolta ed è iniziata
l’anarchia. La stessa delibera, invece, non è stata applicata alle società
di Ncc (Nolegio con conducente), che sono anzi passate da due a tre e consentono
solo a 100 autisti di auto a noleggio, su 900 in possesso di regolare licenza,
di accedere alla zona del Leonardo da Vinci. Gli altri devono fermarsi a grande
distanza».
«Si tratta di abusivismo protetto - aggiunge Ivan Muccini di Uil trasporti - e
pertanto chiediamo l´immediata chiusura dei tre soggetti che gestiscono le Ncc
a Fiumicino, per decadenza dei titoli».
Critiche anche al regolamento approvato nei giorni scorsi dalla giunta
provinciale. «Assicura il futuro - sostiene Piero Onorati di Fit-Cisl - ma non
la situazione presente. Eppure, la legge parla chiaro: gli autisti possono
prendere i clienti solo nel territorio del Comune in cui hanno ottenuto la
licenza».
I sindacati chiedono, inoltre, una revisione del sistema tariffario. «Non
vogliamo un aumento - ha precisato Di Giacobbe - ma la presa in considerazione
del costo dell´assicurazione, della benzina e della manutenzione della
macchina, che, in media, ha una vita di tre anni».