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di GIULIA MANCINELLI
Regna la paura tra i taxisti senigalliesi che mai
potranno scordare quanto accaduto al loro collega Stefano Guazzarotti.
Neanche l'ipotesi di installare delle fotocamere all'interno degli
abitacoli della autovetture sembra tranquillizzare gli animi. In molti,
sono reticenti addirittura nell'esprimere un proprio parere circa
un'iniziativa destinata a tutelare il loro lavoro. La proposta, che è
stata avanzata da Confartigianato Taxi e che
peraltro la categoria sta fattivamente studiando affinché possa essere
messa in pratica al più presto, suscita interesse ma i timori restano.
Applicare delle piccole telecamere all'interno dei taxi
e delle vetture a noleggio può essere un deterrente per i
malintenzionati ma quando il peggio è accaduto, serve a poco. I taxisti
credono di più all'uso dell'occhio elettronico come mezzo per
disincentivare ipotetici delinquenti a commettere reati di
micriocriminalità piuttosto che come strumento per fermare chi ha già
premeditato di compiere un atto pericoloso ai loro danni. «Certo che
avere delle telecamere a bordo del proprio taxi
ci farebbe in qualche modo stare più tranquilli ma non so fino a che
punto servirebbe a fermare ipotetici delinquenti intenzionati a compiere
reati - afferma Adelmo Landi, tassista senigalliese - la proposta della
Confartigianato è interessante ma bisognerebbe valutarne tutti gli
aspetti». E proprio sulla fattibilità del progetto l'associazione di
categoria sta concentrando i suoi studi. Questione principale
dell'iniziativa è che comunque, un servizio di questo tipo che prevede
un costo aggiuntivo, non incida sulle tariffe delle corse. Se venisse
aggirato questo problema i tassisti vedrebbero di buon occhio
l'installazione di fotocamere all'interno delle loro vetture. «In fondo
si tratterebbe di una precauzione in più - aggiunge Landi - e questa
ovviamente non è cosa di poco conto». Una tutela aggiuntiva per i
tassisti, che dopo quanto accaduto a Stefano Guazzarotti hanno assunto
l'amara consapevolezza di essere una categoria a "rischio"
nello svolgimento del proprio lavoro, anche se la prudenza e la
diffidenza restano sempre armi preziose di autotutela. «Capita spesso
di imbatterci in tipi sospetti che non ispirano fiducia, o peggio ancora
che ci incutono timore - spiega il tassista - a volte si rifiutano anche
di pagare la corsa e in quel caso è meglio lasciar perdere. Ognuno di
noi dovrebbe fare i conti con la propria coscienza».
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