|
di MARCO BENARRIVO
Per gli investigatori non esistono più dubbi: Ivan Vukas, l'ex
miliziano croato di 41 anni, è l'assassino di Stefano Guazzarotti, il taxista
ucciso con tre colpi di pistola la sera del 9 dicembre nel parcheggio
del night club Snoopy. Per il pm Irene Bilotta e per gli investigatori
il caso è dunque chiuso: Vukas avrebbe ucciso il taxista
per un diverbio nato al momento di pagare la corsa in taxi
dalla stazione di Senigallia allo Snoopy. Un omicidio per pochi euro,
quindi.
Rimangono ancora alcuni aspetti secondari che meritano un ulteriore
approfondimento, come ha ammesso l'altro giorno il dirigente
“uscente” del commissariato di Senigallia Gabriele Andreani. C'è ad
esempio da chiarire come l'assassino si sia allontanato dal parcheggio
dello Snoopy, un particolare non di poco conto vista la distanza tra il
night club ed il centro di Senigallia. Si tratta di aspetti che
comunque, secondo gli investigatori, non cambiano la sostanza della
vicenda. Le prove contro Vukas infatti vengono considerate schiaccianti.
Cade intanto l'ipotesi del collegamento tra l'omicidio di Senigallia e
quello del taxista triestino Bruno Giraldi ucciso
il 23 novembre scorso. Gli esami balistici eseguiti dagli uomini del Ris
di Parma hanno escluso che la Tokarev 762 che ha ucciso Guazzarotti sia
la stessa arma usata per uccidere il taxista
triestino.
Non esiste quindi un serial-killer dei taxisti.
Il caso dell'omicidio di Stefano Guazzarotti ha avuto ieri una
“vetrina” nella trasmissione televisiva “La vita in diretta” in
onda nel òpomeriggio su Rai Uno. Il capo di Gabinetto della Questura di
Ancona Piernicola Silvis ha confermato in televisione che la «scintilla
investigativa che ha indirizzato le indagini verso l'ex miliziano croato
è stata rappresentata dal fatto che il giorno dopo l'omiidio Vukas si
sia tagliato i baffi». Un particolare che ha insospettito gli
investigatori i quali hanno subito iniziato il pedinamento dell'uomo che
frequentava il centro d'accoglienza Benincasa di Ancona. Sono stati
raccontate dagli stessi investigatori anche le fasi concitate della
cattura di Vukas alla stazione di Falconara dove l'ex miliziano era
stato seguito anche da uomini camuffati con tute da operaio. Poche le
parole pronunciate in televisione da Roberto Guazzarotti, il fratello di
Stefano: «Quello che è successo è inaudito - ha detto affacciandosi
da una finestra della casa di famiglia -. Stefano non aveva nulla da
nascondere, potete vedere da voi stessi che siamo gente normale».
Commossa anche la testimonianza di una vicina di casa che ha parlato di
Stefano come di una persona sempre disponibile. «Mi chiedeva sempre se
avevo bisogno di un passaggio per andare in città» ha raccontato la
donna. «Ora ho un peso enorme nel cuore».
La trasmissione, registrata nella mattinata di ieri, ha anche avallato
l'ipotesi di un collegamento tra l'omicidio di Senigallia e quello di
Trieste. Un'ipotesi che però è caduta nel pomeriggio dopo che sono
stati resi noti gli esiti degli esami balistici sui proiettili usati nei
due delitti.
|