Sabato 20 Dicembre 2003
Ormai non ci sono più dubbi: Vukas ha ucciso Stefano Guazzarotti dopo essersi rifiutato di pagare la corsa
Omicidio del taxista, il caso è chiuso
Prove schiaccianti. Non c’è alcun collegamento con il delitto di Trieste

di MARCO BENARRIVO


Per gli investigatori non esistono più dubbi: Ivan Vukas, l'ex miliziano croato di 41 anni, è l'assassino di Stefano Guazzarotti, il taxista ucciso con tre colpi di pistola la sera del 9 dicembre nel parcheggio del night club Snoopy. Per il pm Irene Bilotta e per gli investigatori il caso è dunque chiuso: Vukas avrebbe ucciso il taxista per un diverbio nato al momento di pagare la corsa in taxi dalla stazione di Senigallia allo Snoopy. Un omicidio per pochi euro, quindi.
Rimangono ancora alcuni aspetti secondari che meritano un ulteriore approfondimento, come ha ammesso l'altro giorno il dirigente “uscente” del commissariato di Senigallia Gabriele Andreani. C'è ad esempio da chiarire come l'assassino si sia allontanato dal parcheggio dello Snoopy, un particolare non di poco conto vista la distanza tra il night club ed il centro di Senigallia. Si tratta di aspetti che comunque, secondo gli investigatori, non cambiano la sostanza della vicenda. Le prove contro Vukas infatti vengono considerate schiaccianti. Cade intanto l'ipotesi del collegamento tra l'omicidio di Senigallia e quello del taxista triestino Bruno Giraldi ucciso il 23 novembre scorso. Gli esami balistici eseguiti dagli uomini del Ris di Parma hanno escluso che la Tokarev 762 che ha ucciso Guazzarotti sia la stessa arma usata per uccidere il taxista triestino.
Non esiste quindi un serial-killer dei taxisti. Il caso dell'omicidio di Stefano Guazzarotti ha avuto ieri una “vetrina” nella trasmissione televisiva “La vita in diretta” in onda nel òpomeriggio su Rai Uno. Il capo di Gabinetto della Questura di Ancona Piernicola Silvis ha confermato in televisione che la «scintilla investigativa che ha indirizzato le indagini verso l'ex miliziano croato è stata rappresentata dal fatto che il giorno dopo l'omiidio Vukas si sia tagliato i baffi». Un particolare che ha insospettito gli investigatori i quali hanno subito iniziato il pedinamento dell'uomo che frequentava il centro d'accoglienza Benincasa di Ancona. Sono stati raccontate dagli stessi investigatori anche le fasi concitate della cattura di Vukas alla stazione di Falconara dove l'ex miliziano era stato seguito anche da uomini camuffati con tute da operaio. Poche le parole pronunciate in televisione da Roberto Guazzarotti, il fratello di Stefano: «Quello che è successo è inaudito - ha detto affacciandosi da una finestra della casa di famiglia -. Stefano non aveva nulla da nascondere, potete vedere da voi stessi che siamo gente normale». Commossa anche la testimonianza di una vicina di casa che ha parlato di Stefano come di una persona sempre disponibile. «Mi chiedeva sempre se avevo bisogno di un passaggio per andare in città» ha raccontato la donna. «Ora ho un peso enorme nel cuore».
La trasmissione, registrata nella mattinata di ieri, ha anche avallato l'ipotesi di un collegamento tra l'omicidio di Senigallia e quello di Trieste. Un'ipotesi che però è caduta nel pomeriggio dopo che sono stati resi noti gli esiti degli esami balistici sui proiettili usati nei due delitti.