Il vento, tornato gelido, non li ha dissuasi. Abbassate le saracinesche,
chiuse le casse, spenti i fornelli, un centinaio tra commercianti e residenti si
sono ritrovati, ieri sera, ai piedi della Scalinata di Trinità de’ Monti, con
le fiaccole accese, «a patto di non salire le scale, altrimenti la cera le
rovinerà, questo ci ha detto il Comune negandoci l’autorizzazione per una
fiaccolata sulla Scalinata». Ma perché questa fiaccolata notturna nel cuore di
Roma, mobilitando uomini delle forze dell’ordine e della polizia municipale?
Per protestare contro la guerra? No, per protestare contro l’isola pedonale
del Tridente. «Perché ci sentiamo agli arresti domiciliari», «Il camion per
il rifornimento dei ristoranti non può circolare, come arrivano i prodotti
alimentari?», «I miei figli sono isolati, non vengono a trovarli più nessuno,
qui a via Frattina...». Dura e faticosa la vita di chi vive e lavora in Centro
ora che l’amministrazione ha deciso di creare l’isola del Tridente, niente e
nessuno possono circolare dalle 6 alle 20. «Adesso il sindaco ha istituito una
commissione per rivedere il progetto dell’isola, con l’ausilio di due
urbanisti. Qualcosa vorrà dire», dice Gianni Battistoni che annuncia
un’altra protesta, «spegneremo le insegne dalle 18 alle 20, un giorno della
prossima settimana». All’iniziativa avrebbero già aderito via Frattina, via
delle Carrozze, via Laurina, via Condotti. «L’isola è intelligente solo se
intorno la città è organizzata: con navette, parcheggi, mezzi pubblici e
magari taxi con tariffe ridotte», spiega il portavoce dell’associazione via
Frattina. «Almeno avessero lasciato circolare i motorini... è tutto da
rivedere, chiediamo di incontrare gli amministratori», ripete la rappresentante
dell’associazione di piazza di Spagna. «Eppoi il Comune lascia passare per
via della Croce un compattatore dell’Ama: che inquina, fa rumore, rompe le
bottiglie sotto i nostri balconi a qualsiasi ora», si lamentano i residenti
delle strade tutte intorno. Mentre il vicepresidente dell’associazione
Tridente chiede «che i residenti possano parcheggiare gratuitamente sul
lungotevere, non come adesso che dobbiamo pagare dalle 10 di mattina. E che
piazza Augusto Imperatore torni settore A». Tra i manifestanti anche
rappresentati di associazioni e comitati dell’Esquilino, «perché la
desertificazione, cominciata quattro anni fa nel nostro quartiere chiudendo
strade e isolando le piazze, uccide le attività commerciali e la voglia di
creare iniziative». Sugli ultimi scalini una comitiva di giovanissimi si passa
le ultime fiaccole, ancora da accendere: e voi per cosa protestate? «Non lo so:
ce l’ha passate un signore».
Be.Pi.