Sabato 14 Giugno 2003
Aziende, la linea dura del Campidoglio
Causi: «Servizi scadenti, più multe». Scattano le sanzioni per Acea, Trambus, Monte dei Paschi e Sita

di CLAUDIO MARINCOLA


Alle aziende pubbliche e private che lasciano i romani parzialmente insoddisfatti o scontenti dei servizi offerti, Marco Causi, il professore che guida l’economia capitolina, lancia un messaggio chiaro:«Continueremo sulla strada delle sanzioni e se necessario le inaspriremo». Linea dura, insomma. Lo spunto per tornare sull’argomento viene dalla relazione annuale della nuova Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali. Una pagella con molte insufficienze, piena di ombre e di qualche luce. E con un inedito elenco di “multati”. Nomi eccellenti: Acea, Trambus, Monte dei Paschi di Siena, Sita.
«L’Agenzia ha svolto un ottimo lavoro - è la premessa dell’assessore al Bilancio - si sta rivelando, come pensavamo uno strumento indipendente per monitorare la qualità dei servizi resi ai cittadini. Sia che si tratti di cose che non vanno, che di miglioramenti. Mi sembra importante, ad esempio, che nel settore dell’illuminazione siano stati fatti importanti passi avanti, sia per quanto riguarda i nuovi punti luce che nei tempi di sostituzione. Non è casuale: si deve alle modifiche che abbiamo introdotto nel contratto di servizio».
Gli standard di qualità della Capitale spesso sono al di sotto di altre città europee. «Ma abbiamo introdotto dei meccanismi positivi - rivendica Causi - che daranno presto i loro frutti e ci consentiranno di colmare il divario che c’è ancora in alcuni comparti». Uno a caso: i trasporti, la nota dolente. Basteranno le sanzioni - comminate dal Comune per lo più alle sue ex municipalizzate (cioè a se stesso) a rimettere in sesto un settore che produce ogni anno un deficit di 140 milioni di euro?
«Dobbiamo uscire da questa apparente contraddizione - è la risposta di Causi - : le sanzioni servono a mettere in mora il management aziendale, non solo a “punire”». «Va poi aggiunto - tira fuori le tabelle l’assessore - che i servizi hanno un costo. Per entrate tributarie ed extratributarie pro-capite il Comune di Roma è quello che incassa meno: ogni contribuente versa 864 euro l’anno, contro i 1094 di Milano, i 1070 di Bologna e i 1192 di Venezia. Per contro, lo Stato trasferisce alla sua Capitale, tutto compreso, compresi dunque anche i fondi speciali, 257 euro pro-capite contro i 284 di Milano e i 274 di Torino».
Eppure il prelievo locale aumenta. Alla fine di giugno ad un milione di romani verrà recapitata la bolletta della nuova Tarsu. Si pagherà in due rate semestrali, l’aumento medio si aggirerà intorno al 12%. E per la prima volta anche il sindaco Veltroni ha parlato di aumento del biglietto dell’autobus, il discorso prima era tabù. Salvo dire che è indispensabile, ma nessuno vuole assumersene la paternità politica. E la tariffa dell’acqua è destinata ad aumentare del 30 per cento in sei anni. «Ci mancano ogni anno 40 milioni di euro di mancati trasferimenti statali - ricorda il professore di RomaTre - ma la leva tariffaria non basta: stiamo elaborando una proposta complessiva per ridurre lo squilibrio e il divario del rapporto costi/ricavi. Aumento della produttività, lotta all’evasione, abbattimento dei costi di manutenzione, valorizzazione della pubblicità».
La relazione dell’Agenzia, che per “ascoltare” i romani ha utilizzato anche sondaggi a campione, evidenzia l’insoddisfazione dei romani per la qualità del servizio offerto dai taxi. «È il tipico caso di una categoria che non coglie le opportunità che le nuove aree di mercato potrebbero offrire. Ora che il centrosinistra è uscito rafforzato dalle Provinciali ci sono le condizioni ideali per assumere certe scelte e risolvere i problemi».