Mercoledi 2 Aprile 2003

L’incidente in via Flaminia alle 6,15: Luciano Rossetti, 48 anni, stava smontando dal turno di notte
Tassista muore contro un bus
Il conducente dell’auto pubblica vittima di un colpo di sonno

di MARCO DE RISI

Stava smontando dal servizio notturno. Forse era stanco oppure è stato colpito da un malore improvviso. La Fiat Tempra che guidava ha sbandato ad un incrocio e dopo avere investito un’altra auto ha tamponato un autobus dell’Atac. E’ morto così ieri mattina, dopo un’ora d’agonia all’ospedale, un tassista del “4157".
Luciano Rossetti, 48 anni, sposato con due figli, ha perso il controllo della sua auto in via Flaminia Nuova, all’angolo con via Tuscania. Alcuni passanti hanno visto la scena che hanno descritto ai vigili del XX gruppo che hanno effettuato i rilievi dell’incidente. Da alcune testimonianze il tassista, intorno alle 6.15, sarebbe passato con il semaforo rosso. La Tempra, che procedeva verso il Gra, ha preso di striscio un’utilitaria che imboccava la via Flaminia da via Giovanni Fabbroni. La conducente è rimasta leggermente ferita. Subito dopo il tassista ha centrato in pieno la parte posteriore di un autobus Atac della linea 331. Il bus era fermo sulla destra della strada in quanto in avaria.
I soccorsi sono stati immediati. Un’ambulanza ha trasportato a sirene spiegate Luciano Rossetti all’ospedale Villa San Pietro sulla Cassia. Ma l’uomo è morto circa un’ora dopo a causa delle gravi lesioni interne riportate nell’incidente.
I vigili urbani del XX gruppo hanno bloccato per circa un’ora una carreggiata di via Flaminia per effettuare il sopralluogo. Proprio i vigili, dopo avere ascoltato automobilisti e passanti, si sono convinti che il tassista sia passato quando il semaforo segnava il rosso. Ed è toccato proprio ai vigili dare la notizia della morte dell’uomo alla famiglia che risiede in via Umberto Moricca, all’Aurelio.
«Luciano Rossetti - dice Aldo Corabi, vice presidente della cooperativa taxi “4157" - lavorava con noi da due anni. Una persona sempre cordiale e puntuale sul lavoro. Era molto attaccato ai figli». Il fratello della vittima, Pietro, non sa darsi una ragione di come sia potuto accadere l’incidente: «Mio fratello era un guidatore esperto - dice - Aveva anche la patente per portare i mezzi pesanti. Siamo distrutti. Non ci posso pensare a quello che è accaduto. Ora siamo tutti preoccupati per i figli di Luciano».