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ROMA - «A gravare sul sistema assicurativo italiano è un alto tasso
di sinistrosità, pari a circa il 9%, che supera nettamente la media Ue»,
dice Vittorio Verdone, responsabile dell’assicurazione auto dell’Ania,
l’associazione delle compagnie. Le assicurazioni restano prudenti di
fronte ai nuovi dati sulla riduzione degli incidenti dovuti alla patente
a punti e al giro di vite del Codice della strada. Da anni, di fronte
all’accusa di mantenere alte le tariffe rispondono che il problema sta
nel fatto di dover fare i conti con un numero di incidenti superiore a
quello che si verifica nel resto d’Europa. E a titolo d’esempio
Verdone ricorda che il 9 per cento dell’Italia va confrontato con il 5
per cento della Francia.
Prima di poter parlare di una riduzione delle tariffe, insiste l’Ania,
bisogna vedere se al calo degli incidenti sulle autostrade corrisponde
anche una riduzione di quelli in città, perchè i primi «rappresentano
solo una piccola percentuale dei costi affrontati dalle compagnie». Gli
incidenti in città sono infatti il 70% dei 4 milioni di sinistri che,
sono dati Ania, si verificano ogni anno sulle nostre strade.
I numeri della Polstrada, dei Carabinieri e dei vigili, sugli incidenti
annui sono più bassi. Ma la discordanza è dovuta al fatto che in
moltissimi casi gli incidenti vengono definiti dagli automobilisti, che
si accordano per fare la denuncia all’assicurazione, senza che ci sia
la presenza delle forze dell’ordine. Questo fa sì che una larga fetta
di sinistri sfugga alle rilevazioni ufficiali, ma non ai bilanci delle
assicurazioni che devono indennizzare gli automobilisti.
Gli incidenti che avvengono in città sono generalmente meno gravi di
quelli sulle strade in cui si sfreccia a gran velocità, e comportano
danni alle persone quasi sempre di entità più lieve. Rappresentano però,
proprio per la loro numerosità, un’importante voce di costo per le
compagnie. Secondo dati dell’Ania (si veda grafico), circa il 60%
degli incidenti viene risarcito dalle compagnie con meno di 1550 euro.
Percentuale che arriva a sfiorare il 90% se si tiene conto di tutti gli
incidenti che rientrano sotto i 5.170 euro di risarcimento.
Insomma, sostengono le compagnie, finchè non è chiaro se dimunuirà
anche la selva dei microincidenti, non è possibile per le compagnie
pensare di ridurre le tariffe. E’ la risposta ai consumatori, che di
fronte alla riduzione del 20% degli incidenti sulle autostrade nei mesi
di luglio e agosto, chiedono che le assicurazini taglino subito i premi
nella stessa percentuale.
L’autodifesa delle compagnie non si ferma qui. Le tariffe in Italia
sono più care anche perchè ci sono tasse più alte. «Su 500 euro
pagate dall’automobilista, 62,5 euro sono imposte- spiega Verdone- e
52,5 euro vanno al servizio sanitario nazionale. Il peso complessivo
delle due voci arriva così a circa il 23% mentre nelle casse delle
compagnie vanno 385 euro».
«Se sulle assicurazioni c'è una sensibilità sociale più forte che su
altri beni- dice il direttore generale dell’Ania, Giampaolo Galli- se
davvero il malessere è serio e grave, allora può essere sensato per il
governo ridurre le tasse sull'Rc auto e aumentarle su altro». A suo
avviso «il provvedimento porterebbe a una riduzione automatica delle
tariffe».
R.e.f.
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