Martedi 2 Dicembre 2003
Roma, una tranquilla giornata di disagi
Stop dalle 8,30 alle 16,30: come previsto. E il sindaco ringrazia i sindacati

di DAVIDE DESARIO


ROMA - La Capitale non si ferma come Milano. Frena, rallenta ma poi riparte. Gli autoferrotranvieri aderiscono in massa allo sciopero indetto da Cgil, Cisl e Uil contro il mancato rinnovo del contratto nazionale: dalle 9 alle 17 niente metropolitana, praticamente nessun autobus, tram o corriera. Al termine, però, i sindacati rispettano i patti e riprendono il servizio permettendo ai romani, seppur tra mille disagi e ritardi, di poter tornare a casa. Una lealtà apprezzata da tutti. Dal sindaco Walter Veltroni che in mattinata era intervenuto in prima persona lanciando un appello per chiedere ai sindacati di non ”imitare” Milano, dal prefetto di Roma Achille Serra e dal presidente dell’Atac, Mauro Calamante.
E’ proprio vero: tutto è relativo. Così gli autoferrotranvieri romani, che in un giorno normale avrebbero rischiato il ”linciaggio” da parte di migliaia di pendolari lasciati a piedi per lo sciopero, ieri hanno incassato anche ringraziamenti. In molti, infatti, hanno temuto il bis di quello che stava accadendo all’ombra della Madonnina” e quando invece hanno rivisto passare autobus e metrò hanno tirato un sospiro di sollievo.
La giornata, comunque, è stata da dimenticare. Per gli habituè del trasporto pubblico come per gli automobilisti che hanno trovato le strade più intasate del solito. Il blocco è scattato alle 8,30 ma in realtà le prime ripercussioni si sono registrate dopo le 9. Ingorghi e file sulle consolari in direzione Roma. In centro traffico in tilt soprattutto nella zona di piazza San Giovanni.
A farne le spese anche i circa 2.600 taxi costretti a fare gli straordinari nel tentativo di rispondere al fiume di richieste che giungevano ai centralini delle diverse cooperative. A mezzoggiono alla stazione Termini la fila per poter salire su un’auto bianca superava i 200 metri di lunghezza.
A metà giornata si è temuto che anche i sindacati di Roma e provincia attuassero uno sciopero selvaggio. Per evitarlo è sceso in campo direttamente il sindaco Veltroni: «Il Sindaco rivolge ai lavoratori del settore e alle loro organizzazioni un appello urgente perché venga scongiurata l’ipotesi di prolungamento dello sciopero nell'interesse di tutti i cittadini e degli stessi lavoratori» ha detto il primo cittadino auspicando «che i gravi problemi che hanno portato allo sciopero dei trasporti pubblici vengano al più presto affrontati e risolti».
Alla fine della giornata il bilancio delle aziende di trasporto romane racconta di un’astensione dal lavoro praticamente totale: per Trambus (autobus e tram) hanno aderito allo sciopero il 93,5% degli autisti; per il Cotral (linee extraurbane) l’86%, per Met.Ro (linea A, B e ferrovie concesse Roma-Viterbo, Roma-Pantano, e Roma-Lido) il 94% che però è equivalso alla completa interruzione del servizio. Diverso il discorso per Sita-Ati (che geste tre lotti liberalizzati in periferia per un totale di circa 70 linee): il 77% nella zona Tiburtina-Appia; il 56% nel quadrante Flaminio-Eur e Ardeatino; meno del 20% nel settore Ostia-Trionfale.
Dalle 16,30, però, autobus e tram sono riusciti dalle rimesse e hanno ricominciato ”regolarmente” il servizio. Più lenta la riattivazione del metrò e delle ferrovie: la prima corsa della linea A è passata alle 17,08; le ferrovie concesse alle 17,18 e soltanto la linea B è entrata in funzione un’ora dopo la fine dello sciopero.
«A Roma il comportamento dei sindacati è stato corretto a differenza di altre città - ha dichiarato il prefetto Achille Serra - E questo ci dà soddisfazione, anche perché in caso contrario i disagi subiti dai cittadini sarebbero stati ancora più gravi». Secondo i sindacati la spiegazione è tutta nel diverso comportamento delle amministrazioni comunali: «A Milano il Comune ha voluto lo scontro - spiega Alberto Murri, segretario regionale Filt Cgil - A Roma, invece, c’è più dialogo e più rispetto. Certo, ci auguriamo che si tenga conto della nostra prova di maturità».
Ringraziamenti sono arrivati anche dal presidente dell’Atac (la società che gestisce il trasporto nella Capitale): «Alla luce delle decisioni prese dagli autoferrotranvieri di Milano - ha commentato Mauro Calamante - non posso che ringraziare i sindacati e i dipendenti delle aziende di trasporto romane che hanno ripreso regolarmente il servizio alla fine dello sciopero, rispettando le modalità annunciate alla cittadinanza, senza rinunciare a rivendicare i propri diritti, ma dimostrando, al contempo, un grande senso di responsabilità». E propone: «Proponiamo di destinare al finanziamento del trasporto una parte degli introiti del gettito dell'accisa sulla benzina, pari a 3 centesimi di euro per ogni litro di carburante venduto. Una proposta che porterebbe introiti pari a circa 650 milioni di euro l'anno, dapprima inserita nel Dpef (Documento di programmazione economica e finanziaria), ma poi “scomparsa” dal testo della Finanziaria presentato dal Governo».