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di DAVIDE DESARIO
ROMA - La Capitale non si ferma come Milano. Frena, rallenta ma poi
riparte. Gli autoferrotranvieri aderiscono in massa allo sciopero
indetto da Cgil, Cisl e Uil contro il mancato rinnovo del contratto
nazionale: dalle 9 alle 17 niente metropolitana, praticamente nessun
autobus, tram o corriera. Al termine, però, i sindacati rispettano i
patti e riprendono il servizio permettendo ai romani, seppur tra mille
disagi e ritardi, di poter tornare a casa. Una lealtà apprezzata da
tutti. Dal sindaco Walter Veltroni che in mattinata era intervenuto in
prima persona lanciando un appello per chiedere ai sindacati di non
”imitare” Milano, dal prefetto di Roma Achille Serra e dal
presidente dell’Atac, Mauro Calamante.
E’ proprio vero: tutto è relativo. Così gli autoferrotranvieri
romani, che in un giorno normale avrebbero rischiato il ”linciaggio”
da parte di migliaia di pendolari lasciati a piedi per lo sciopero, ieri
hanno incassato anche ringraziamenti. In molti, infatti, hanno temuto il
bis di quello che stava accadendo all’ombra della ” Madonnina”
e quando invece hanno rivisto passare autobus e metrò hanno tirato un
sospiro di sollievo.
La giornata, comunque, è stata da dimenticare. Per gli habituè del
trasporto pubblico come per gli automobilisti che hanno trovato le
strade più intasate del solito. Il blocco è scattato alle 8,30 ma in
realtà le prime ripercussioni si sono registrate dopo le 9. Ingorghi e
file sulle consolari in direzione Roma. In centro traffico in tilt
soprattutto nella zona di piazza San Giovanni.
A farne le spese anche i circa 2.600 taxi
costretti a fare gli straordinari nel tentativo di rispondere al fiume
di richieste che giungevano ai centralini delle diverse cooperative. A
mezzoggiono alla stazione Termini la fila per poter salire su un’auto
bianca superava i 200 metri di lunghezza.
A metà giornata si è temuto che anche i sindacati di Roma e provincia
attuassero uno sciopero selvaggio. Per evitarlo è sceso in campo
direttamente il sindaco Veltroni: «Il Sindaco rivolge ai lavoratori del
settore e alle loro organizzazioni un appello urgente perché venga
scongiurata l’ipotesi di prolungamento dello sciopero nell'interesse
di tutti i cittadini e degli stessi lavoratori» ha detto il primo
cittadino auspicando «che i gravi problemi che hanno portato allo
sciopero dei trasporti pubblici vengano al più presto affrontati e
risolti».
Alla fine della giornata il bilancio delle aziende di trasporto romane
racconta di un’astensione dal lavoro praticamente totale: per Trambus
(autobus e tram) hanno aderito allo sciopero il 93,5% degli autisti; per
il Cotral (linee extraurbane) l’86%, per Met.Ro (linea A, B e ferrovie
concesse Roma-Viterbo, Roma-Pantano, e Roma-Lido) il 94% che però è
equivalso alla completa interruzione del servizio. Diverso il discorso
per Sita-Ati (che geste tre lotti liberalizzati in periferia per un
totale di circa 70 linee): il 77% nella zona Tiburtina-Appia; il 56% nel
quadrante Flaminio-Eur e Ardeatino; meno del 20% nel settore
Ostia-Trionfale.
Dalle 16,30, però, autobus e tram sono riusciti dalle rimesse e hanno
ricominciato ”regolarmente” il servizio. Più lenta la riattivazione
del metrò e delle ferrovie: la prima corsa della linea A è passata
alle 17,08; le ferrovie concesse alle 17,18 e soltanto la linea B è
entrata in funzione un’ora dopo la fine dello sciopero.
«A Roma il comportamento dei sindacati è stato corretto a differenza
di altre città - ha dichiarato il prefetto Achille Serra - E questo ci
dà soddisfazione, anche perché in caso contrario i disagi subiti dai
cittadini sarebbero stati ancora più gravi». Secondo i sindacati la
spiegazione è tutta nel diverso comportamento delle amministrazioni
comunali: «A Milano il Comune ha voluto lo scontro - spiega Alberto
Murri, segretario regionale Filt Cgil - A Roma, invece, c’è più
dialogo e più rispetto. Certo, ci auguriamo che si tenga conto della
nostra prova di maturità».
Ringraziamenti sono arrivati anche dal presidente dell’Atac (la società
che gestisce il trasporto nella Capitale): «Alla luce delle decisioni
prese dagli autoferrotranvieri di Milano - ha commentato Mauro Calamante
- non posso che ringraziare i sindacati e i dipendenti delle aziende di
trasporto romane che hanno ripreso regolarmente il servizio alla fine
dello sciopero, rispettando le modalità annunciate alla cittadinanza,
senza rinunciare a rivendicare i propri diritti, ma dimostrando, al
contempo, un grande senso di responsabilità». E propone: «Proponiamo
di destinare al finanziamento del trasporto una parte degli introiti del
gettito dell'accisa sulla benzina, pari a 3 centesimi di euro per ogni
litro di carburante venduto. Una proposta che porterebbe introiti pari a
circa 650 milioni di euro l'anno, dapprima inserita nel Dpef (Documento
di programmazione economica e finanziaria), ma poi “scomparsa” dal
testo della Finanziaria presentato dal Governo».
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