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di CLAUDIO MARINCOLA
Il “commissario Veltroni” potrà realizzare parcheggi, ampliare
quelli già esistenti, chiudere le strade e le piazze trasformandole in
isole pedonali. Potrà installare telecamere, ampliare, anche dilatare
se occorre, la zona a traffico limitato. Potrà fare questo e altro
ancora. E potrà farlo in tempi brevi, saltando vincoli e passaggi
obbligati. «Facciamo in fretta», Storace esorta i suoi assessori: non
sarà lui, il presidente-governatore a fermare il sindaco-commissario.
Si è lavorato intorno allo stesso tavolo , sullo stesso testo varato a
Milano, riammodernandolo: Roma avrà più poteri. Sì, ma quando?
Venerdì prossimo (o tutt’al più l’altro ancora) la giunta
regionale voterà la delibera che spiana la strada al decreto della
Presidenza del Consiglio e alla successiva ordinanza della Protezione
civile. Restano da limare alcuni «piccoli particolari» che però tanto
piccoli non sono. Sia chiaro, l’intesa non c’è ma si troverà,
perché il clima è cambiato e perché il traffico è un nemico comune,
e tutti ora remano nella stessa direzione. I due assessori ai Trasporti,
Giulio Gargano e Mario Di Carlo stanno pazientemente tessendo una tela
nella quale a un certo punto credevano in pochi. La Regione Lazio ha
emendato l’ultima bozza che sarà trasmessa tra oggi e domani per
conoscenza ai colleghi capitolini.
Non tutte le richieste del Comune sono state accettate: ci sono tanti sì
e qualche no. Sì a che il sindaco richiami in servizio gli agenti in
congedo della polizia municipale per farne degli ausiliari; sì perché
si realizzino i “corridoi della mobilità”, ovvero le strade di
rapido scorrimento con relativi nodi di interscambio. La Pisana è
disposta, insomma, a spogliarsi di alcune proprie prerogative come ha già
fatto la Lombardia per Milano tre anni fa e un anno fa la Sicilia per
Palermo e Catania. La Regione Lazio lo farà senza rinunciare tuttavia
ad alcune funzioni che pure il Comune di Roma avrebbe gradito per sé.
A cominciare dal punto più discusso: sui parcheggi dovranno esprimersi
con parere vincolante i municipi. Che vuol dire continuare a fare i
conti con i minisindaci del centrodestra, gli stessi che in un passato
neanche troppo lontano contro i box alzavano le barricate ed erano
disposti ad incatenarsi. Altro nodo: il sindaco potrà disciplinare la
mobilità sulle strade urbana ma non potrà “allargarsi”, come pure
aveva richiesto, alla rete extraurbana e autostradale. Storace lo
stopperà al Grande raccordo anulare?
Altro punto non condiviso resta il ruolo degli ausiliari: il
Campidoglio, che ritiene questa questione vitale, chiedeva per gli
ausiliari la possibilità di elevare multe «concernenti la sosta»,
dunque anche la rimozione dei veicoli che intralciano. Non se ne parla.
L’unica concessione potrebbe riguardare le zone strettamente
confinanti con le strisce blu. Niente da fare anche per i controllori
dell’Ama e per quelli di Trambus. Anche a loro il Comune voleva dare
il blocchetto delle contravvenzioni affidandone il coordinamento al
comandante dei Vigili urbani. Idem, negativo, circa la possibilità di
conferire al sindaco «le funzioni di coordinatore e organizzatore degli
orari degli esercizi commerciali, dei pubblici esercizi e dei servizi
pubblici». Sì, invece, alle ”pistole sparamulte”, un tormentone
che risale al ’92.
Nuovi poteri, insomma ma non troppo “speciali”, non quanto Veltroni
avrebbe voluto. Saranno importanti ma senza virtù taumaturgiche: la
bacchetta magica non esiste. Alcune richieste, inoltre, erano in
contrasto con il codice della strada o in conflitto con leggi statali.
L’acquisto di autobus a due piani, ad esempio; ma alcuni sono stati già
messi in servizio, turistico, con targa Parigi per l’impossibilità di
immatricolarli in Italia. Oppure gestire senza un accordo congiunto le
varie fasi di realizzazione della Metro C bypassando «addirittura» il
ministero alle Infrastrutture. Un altro no è arrivato alla richiesta di
«adottare misure urgenti per migliorare l’efficienza dei servizi di
noleggio con conducente per trasporto di persone e per il servizio di
piazza con autovetture o taxi».
Avrebbe voluto dire concedere una deroga al regolamento che la Regione
Lazio sta per delegare alla Provincia. Chiuso un fronte se ne sarebbe
aperto un altro: troppo anche per un commissario.
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