Lunedi 7 Aprile 2003

Capestrani: «Oltre tutto non fa neanche risparmiare l'Azienda dei trasporti urbani»
“Chiamabus", no dei tassisti
«Il servizio è contro le regole». E annunciano un ricorso

di PAOLA MORELLI

Era nato con lo scopo di ridurre le spese, ma secondo i tassisti aquilani non rispetta in pieno le regole previste dalla legge nazionale 422 del 1997. Oggetto di un ricorso sarà proprio il "Chiamabus", il servizio attivato dall’Ama qualche mese fa e che ha subito evidenziato le sue lacune.
«Ciò che noi contestiamo -afferma Ottavio Capestrani, rappresentante sindacale - è il non rispetto delle norme. Il suddetto servizio è stato istituito con l’idea di utilizzarlo in determinate circostanze in modo tale che fosse in grado di risolvere situazioni particolari con il minimo della spesa».
Il presidente dell’Ama Domenico Capannolo, nel presentare l’iniziativa, aveva parlato di «un servizio innovativo, di un nuovo modo di fare trasporto capace di ottimizzare le risorse e migliorare la qualità delle prestazioni». La categoria dei tassisti, che conta 18 licenze attive in città, rivendica il rispetto di alcuni punti della legge che detta le funzioni ed i compiti degli enti locali in materia di trasporto pubblico. Tra i servizi minimi ci sono le modalità e le tecniche di trasporto più idonee a soddisfare le esigenze di trasporto ed una scelta che comporti i minori costi per la collettività. Inoltre l’articolo 18 sull’organizzazione dei servizi ribadisce che l’esercizio deve rispondere a principi di economicità ed efficienza.
«Come tassisti contestiamo - ribadisce Gianpaolo Angelozzi, rappresentante della categoria - il fatto che gli utenti possono scegliere l’orario, il percorso e la destinazione senza limiti. Dove sta il risparmio? Inoltre vanno ad invadere, con una licenza pubblica, il nostro lavoro. Abbiamo provato a contattare l’Ama ma ci è stato risposto che non avevano tempo». Proprio in questi giorni i tassisti stanno valutando con l’Uti, l’unione tassisti d’Italia, la via migliore da percorrere per il ricorso.
Intanto la categoria sta costituendo una cooperativa, già esistente in altre città italiane, che partirà entro l’estate ed integrerà il servizio autobus. «Stipuleremo convenzioni - precisa Capestrani - con enti pubblici e privati, con associazioni (invalidi, ciechi) e scuole offrendo corse a prezzi ridotti». Questo vuole essere il primo passo verso l’installazione del radio taxi all’Aquila. Ci sarà una centrale operativa contattabile 24 ore su 24 che offrirà un servizio più veloce ed abbatterà i costi per l’utenza. C’è anche l’idea di "collaborare" con i locali notturni per garantire ai giovani un ritorno a casa più che sicuro.
«Per quanto concerne il "Chiamabus" - ribadisce Capestrani - riteniamo che ci sia una violazione del diritto del tassista. Noi rispettiamo tutte le regole e vorremmo che qualcuno controllasse che lo facciano anche gli altri».