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ATENE - Giorni difficili nei servizi e in diversi settori
economici in Grecia: un autentico “autunno caldo” di scioperi e
proteste sta mettendo a dura prova la cittadinanza. Ultimo in ordine di
arrivo quello degli ispettori sanitari veterinari, la cui astensione dal
lavoro sta iniziando a mettere in crisi la distribuzione della carne nei
negozi, in particolare nel Nord della Grecia.
I veterinari, come tutte le altre categorie in agitazione, chiedono
aumenti salariali. L'approssimarsi del varo della legge finanziaria, e
le elezioni politiche - si dovrebbero tenere il prossimo aprile - fanno
sì che in molti decidano di alzare la voce in questo periodo, contando
su una “generosità elettorale” dell'esecutivo in cerca di
riconferma. Il governo socialista sta resistendo in larga parte a queste
pressioni, che arrivano da ogni dove, anche se ha varato un massiccio
programma di spese sociali ed agevolazioni fiscali per molte categorie.
Senza il certificato firmato da un veterinario, la carne dei macelli non
può essere distribuita ai negozi. Gli animali macellati vengono così
stoccati in attesa che termini l'agitazione. Il governo, come ha fatto
in numerosi casi, ha cercato il ricorso in tribunale per far cessare
l'agitazione, che reputa un'illecita interruzione di un servizio
pubblico vitale. Ma si è trovato vittima di un'altra protesta
sindacale, quella degli agenti dei tribunali, che blocca l'attività
delle corti. Solo lunedì, quindi, la richiesta di precettazione dei
veterinari verrà esaminata dal giudice competente. Al momento, quindi,
l'unica carne che viene distribuita al pubblico greco è quella di
importazione da altri Paesi dell'Ue.
In questi giorni sono in agitazione tra gli altri camionisti, docenti
universitari, e personale ospedaliero, ma la protesta più eclatante è
sicuramente quella dei taxi,
che la scorsa settimana hanno privato Atene e il Pireo di questo
servizio per quattro giorni, svuotando le strade di 15.000 auto gialle.
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