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di CLAUDIA GRANDI
Dalla stazione ai taxi,
dai ristoranti agli alberghi: la serie di inconvenienti capitati al
giornalista Paolo Brosio (rimasto a piedi in stazione con sette valige
al seguito; senza aria condizionata nella sua camera d'albergo e senza
niente da mettere sotto ai denti) sono solo frutto di una serie di
casualità o, invece, sono la spia di una scarsa attitudine di Ancona ad
accogliere i "forestieri"? Facendo una piccola indagine sembra
purtroppo che sia la seconda ipotesi a prevalere. La stazione,
anzitutto: la sede di Ancona, capoluogo di regione e città che punta a
riconquistare una vocazione turistica, non è dotata di un servizio di
portabagagli.
«Fino a qualche tempo fa - spiega Sandro Bianchini, responsabile
dell'assistenza clienti della Rti - c'era una cooperativa di facchini
che si occupava del trasporto bagagli. La richiesta, però, non era
proporzionata alle spese e così, ora, il servizio non esiste più».
Non solo: alla stazione di Ancona mancano addirittura i carrelli
portabagagli presenti nella maggior parte delle stazioni di tutto il
mondo. E così, chi ha più di una valigia con sé, deve affidarsi solo
ai propri muscoli. «A differenza di tante altre città - prosegue
Bianchini - ad Ancona funzionano però una scala mobile e un ascensore.
Certo, per un capoluogo di regione, il servizio andrebbe migliorato».
Dalla stazione ai taxi.
E qui, di nuovo, un'amara sorpresa. Ad Ancona, ancora, manca il servizio
di radio-taxi che
da molti anni, ormai, è operativo in tantissime città. Grazie al
radio-taxi chi
cerca un mezzo può chiamare un centralino e, anche nel caso in cui in
quel momento tutte le auto siano impegnate, viene messo in “lista
d'attesa” finché non se ne libera una. «Ci stiamo lavorando da mesi
- spiega Alessandro Molitari della Cna-trasporti - In ogni caso ad
Ancona i tempi di attesa sono pressoché nulli. Per di più è raro che
in stazione, così come negli altri punti di sosta (piazza Roma, porto,
ospedale di Torrette, ndr) non sia presente almeno un'auto». Ma se i
6-7 taxi in turno
(su un totale di 30) sono occupati, come può fare un turista? «Nei
punti di sosta ci sono dei telefoni con cui chiamare un taxi
- dice Molitari - ma se tutti i mezzi sono impegnati, non resta che
ritentare».
Fin qui, dunque, sembra che il caso non abbia avuto un ruolo nella
disavventura anconetana di Brosio: quanto agli alberghi, invece, c'è
chi pensa che il giornalista sia stato sfortunato. «Da quando le Muse
hanno riaperto - spiega Paolo Lucconi della “Ancona hotels” - tanti
personaggi noti sono arrivati in città e nessuno si è mai lamentato.
La maggior parte degli hotel hanno l'aria condizionata e se si ordina da
mangiare è raro che, anche in assenza di ristorante, non si riesca a
trovare qualcosa». Ma non tutti la pensano così: Bernardo Marinelli,
Confesercenti, si schiera dalla parte di Brosio. «Ha tutte le ragioni
per lamentarsi - dice - In quanto a ricettività siamo messi male: vanno
costruiti nuovi alberghi e quelli che ci sono vanno rimodernati; i taxi
sono pochi. La verità è che per chi viene da fuori non c'è una
risposta adeguata». E per agosto, dice Marinelli, le cose
peggioreranno. «Anche quest'anno - spiega - non riusciremo a dare
l'immagine di una città turistica: molti esercizi rimarranno chiusi.
Forse un po' colpa nostra». E se sul “riparare («Lo inviterò una
seconda volta ad Ancona per visitare la città», dice), quanto alle
critiche annuncia che l'amministrazione sta lavorando per migliorare. «Nasceranno
due nuovi alberghi di qualità - dice -, al Metro e all'ex Onmi. Quanto
ai taxi è da 10
anni che spingiamo per avere il radio-taxi.
Ancona può e deve migliorare l'offerta complessiva».
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