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di GIOVANNI SGARDI
SENIGALLIA Unico indizio, un bossolo che l’assassino ha dimenticato
sul taxi della sua vittima dopo essere stato ben
attento a cancellare tutte le tracce. Per il resto è buio pesto
sull’esecuzione di un senigalliese di 39 anni, Stefano Guazzarotti,
freddato con tre colpi di pistola nel parcheggio di un night-club
affogato sotto il diluvio di martedì notte. Forse il killer è
l’ultimo cliente del tassista, Guazzarotti aveva appena telefonato
alla moglie per dire: «Il tempo dell’ultima corsa, poi sono a cena».
Ma a casa non è mai tornato. Forse a premere il grilletto della
”765” è stato l’uomo con cui il senigalliese aveva un
appuntamento, nessuno sa per quale motivo. Esclusa la rapina, le uniche
cose portate via sono il cellulare della vittima insieme a due bossoli
sparati a distanza ravvicinata da qualcuno seduto sul sedile accanto al
conducente. Il tentativo di ripulire l’abitacolo del taxi,
una ”Renault Laguna”, da qualsiasi traccia, ma la fretta,
l’agitazione hanno tradito il colpevole che ha lasciato il terzo
bossolo sul tappetino del taxi, scappando via
chissà come dall’isolato piazzale dello ”Snoopy”, alla periferia
della città di velluto.
Erano le 20,45 di martedì quando Guazzarotti è stato freddato con
colpi allo zigomo destro, alla spalla, al torace. La moglie del gestore
del night, Cristian Tantucci, ha sentito le tre esplosioni ma ha pensato
ai botti di Natale. Nessuno ha visto l’assassino scappare (il locale
ha aperto alle 22 ed è stato semivuoto per tutta la serata), il corpo
del tassista è rimasto al posto di guida - come addormentato - fino
alle 4, nel piazzale dello ”Snoopy”, dove è stato trovato da un
cameriere e alcune ballerine. Intanto la moglie di Guazzarotti, Daniela,
madre di un bambino di tre anni, aveva dato l’allarme da ore. «Lo
aspettavo a casa per le 20 - racconta -. Doveva accompagnare l’ultimo
cliente, era tranquillo come sempre. Mi aveva già dato l’incasso
della mattina, non aveva nemici e non era stato minacciato».
Un rebus. Le prime indagini dei carabinieri hanno escluso qualsiasi
ombra o segreto nel passato della vittima. Un buono in tutti i sensi,
con la sola passione del giardinaggio. Agli esperti del Ris non è
restato che setacciare la ”Laguna” alla ricerca di impronte digitali
o tracce biologiche dell’assassino, difficili da trovare visto che non
c’è stata lotta fisica. Il bossolo dimenticato, per ora, come unica
pista.
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