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di GIOVANNI SGARDI
SENIGALLIA Parcheggio dello “Snoopy” sotto il diluvio. Luce fioca di
un unico lampione, visto che la serata del night-club non è ancora
iniziata. Piazzale deserto, il taxi ”Renault
Laguna” guidato da Stefano Guazzarotti, senigalliese doc di 39 anni,
il proprietario, si ferma nel posto auto di destra accanto alla porta
del locale. Punto rischiosissimo per un’esecuzione o un agguato: sono
le 20,45 di martedì e il personale dello ”Snoopy” potrebbe arrivare
da un momento all’altro, e i padroni abitano nella casa sopra il
night.
Ma nessuno si accorge di nulla, o almeno i potenziali testimoni dicono
così. Tre spari nella penombra, a distanza ravvicinata ma non a
bruciapelo, senza che la vittima potesse reagire. Il tassista viene
raggiunto dai colpi di pistola al viso, alla spalla, al torace, tutti
nella parte destra del corpo. L’assassino sedeva al suo fianco, nel
sedile del passeggero. O forse ha fatto fuoco appena aperta la portiera,
per salire o per scappare. Una persona lucida, che non ha perso la
testa: prima di allontanarsi ha preso il cellulare del tassista
(importantissimo per ricostruire il traffico delle chiamate anche se gli
investigatori potranno farlo ugualmente, con più tempo) e raccolto due
bossoli esplusi dalla ”765”. Nella fretta e nell’agitazione c’è
però scappato l’errore: il terzo bossolo è rimasto nel tappetino.
Ora è nelle mani dei carabinieri del Ris, che stanno esaminando anche
due ogive trovate sulla macchina (una conficcata nella portiera di
sinistra), insieme alle tracce rilevate sulla ”Laguna”.
Lo scenario dell’omicidio del tassista di Senigallia è quello messo a
punto ieri mattina, ma ci sono altre ore di buio da esplorare. Dalle
20,45 di martedì alle 4 di mercoledì il corpo del poveretto è rimasto
nel piazzale, seduto al suo posto di guida ( come addormentato diranno
gli investigatori), senza che nessuno immaginasse il suo destino. I
clienti del night, non molti l’altra sera, sono entrati, sono usciti
dal locale; hanno sfiorato il taxi senza notare
il cadavere. Possibile? Possibile sotto la pioggia battente, con la
gente bardata nei paltò per raggiungere le auto. Di certo la
“Laguna” era lì dalle 20,45, perchè lì l’aveva notata - nel
piazzale deserto - il titolare dello Snoopy chiedendosi: «Chissà che
ci sta a fare un taxi, visto che per noi è
troppo presto». E, poco dopo, la moglie aveva sentito le esplosioni
senza farci caso: Natale si avvicina, i botti anche, eppoi da quelle
parti è aperta campagna, ci sono i cacciatori.
Buio, nessun testimone dell’omicidio, i clienti che vanno e che
vengono fino alle 4 quando, alla chiusura, un cameriere nota il corpo
nel taxi, chiama delle ballerine, parte la
telefonata ai carabinieri che già alle 23 avevano avuto la segnalazione
di scomparsa di Stefano dalla moglie Daniela e dagli altri familiari.
L’inchiesta è subito una parete verticale: l’abbozzo di movente,
quello della rapina, crolla in quattro e quattr’otto, non appena i
carabinieri scoprono che il tassista non portava con sè il portafoglio
(in tasca solo 80 euro per il resto) e aveva lasciato a casa orologio,
catenina e anello mancanti al primo appello. Sparito solo il cellulare,
probabilmente per cancellare le tracce delle ultime chiamate.
Guazzarotti attirato in una trappola? Possibile, vista la cura con cui
il killer ha portato via anche due bossoli in grado di far risalire
all’arma che li ha sparati (anche quella sparita), dimenticando però
il terzo. Il bossolo su cui si stanno ora concentrando gli accertamenti
del Ris.
Secondo indiscrezioni, si sarebbe sgonfiata invece la pista regina:
quella fornita ai carabinieri dai familiari e da un tassista amico di
Guazzarotti. Si tratta dell’ultimo cliente che la vittima ha preso a
bordo alla stazione Fs di Senigallia, parzialmente descritto da un
testimone. Forse l’uomo è stato individuato e interrogato, di certo
ieri sera i carabinieri non credevano molto al passeggero-killer. Più
probabile che qualcuno abbia dato appuntamento con la morte a Stefano,
fissando un incontro davanti al night-club.
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