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di GIULIA MANCINELLI
Le rivelazioni della Polizia, secondo cui Stefano Guazzarotti sarebbe
stato ucciso in un tentativo di rapina mentre il tassista senigalliese
svolgeva il suo lavoro, ha messo in allarme, e non poco, tutta la
categoria. Tra i tassisti senigalliesi, dopo la tragedia che una
settimana fa ha colpito un loro collega, sta prendendo sempre più campo
l'inquietante consapevolezza di essere una delle categorie più a
rischio per via dei pericoli ai quali il loro mestiere li espone. Al
punto da star già lavorando per installare microcamere sulle loro
vetture.
«Siamo molto turbati per quanto accaduto al nostro collega, un ragazzo
stimato e rispettato per la serietà con cui si dedicava al suo lavoro
ma l'accaduto ci pone di fronte ad una realtà che spaventa - ha
commentato il segretario di Confartigianto Taxi
Gilberto Gasparoni-. Il nostro, per altro, è un servizio che la
categoria è obbligatoriamente tenuta a fare il che significa che salvo
casi eccezionali non possiamo sottrarci al dovere di prestare il
servizio richiesto in base a simpatie, sospetti o apparenze». I base a
ciò, in via di principio, lo stesso Guazzarotti non avrebbe potuto
sottrarsi dal far salire a bordo del suo taxi il
suo carnefice». Ribadito con forza anche l'appello alle forse
dell'ordine. «Chiediamo maggiori controlli, soprattutto nelle ore
serali e notturne - sottolinea Gasparoni - anche per cittadine come
Senigallia perché i dati parlano da soli». In aggiunta all'auspicato
potenziamento dei controlli, la Confartigianato si è attivata: «Per
adottare misure di autotutela per i nostri associati - rivela -. In un
apposito incontro l'altro giorno abbiamo valutato la possibilità di
installare sui taxi e nelle vetture a noleggio
delle piccole fotocamere per monitorare costantemente tutto quello che
avviene all'interno della vettura. Ovviamente dovremo far sì che
l'iniziativa, che implica un costo aggiuntivo, non incida sulle tariffe
dei viaggiatori».
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