Domenica 13 Luglio 2003
La corsia preferenziale scorciatoia dei soliti “dritti”

HO RICEVUTO in una settimana ben tre multe per essere passato con il mio scooter sulle corsie preferenziali nel centro storico (dove, tra l'altro, vado raramente), di cui due fatte nella stessa via, nello stesso giorno e con una differenza di venti minuti l'una dall'altra. Non voglio discutere se sia giusto o no (il codice della strada va rispettato), però mi chiedo il motivo per cui a suo tempo il sindaco Rutelli e ora Veltroni permettono agli scooter di entrare nel centro storico senza autorizzazioni e pass di sorta, dichiarando che è un bene l'uso delle due ruote perché per ogni moto c'è un'automobile di meno nel traffico. E poi invece non si tollera che si passi nelle corsie preferenziali, dove finché ci passano le autovetture è giusto multare perché intasano, ma le moto che fastidio possono dare? Senza tralasciare, poi, il motivo per cui non mi hanno fermato per la contestazione immediata: testuale, per non intralciare il servizio pubblico di trasporto.
Gianluca Verzulli
CARO signor Verzulli, stavo per cestinare la sua lettera, ma poi ho cambiato parere e l'ho preferita alle tante, solite lamentele e proteste contro le magagne della Sanità, dell'Acea, del servizio giardini, dell'Atac, dei vigili urbani, dei posteggiatori abusivi e via dicendo. Ecco che finalmente il torto sta dalla parte del cittadino, mi son detto, ecco l'eccezione alla regola, ecco un caso originale. Torto e torto marcio, come si suol dire, ovvero come se il torto potesse deperire, appunto marcire, e diventare più torto di quello che era in principio. La prego tuttavia di non credere che abbia scelto la sua lettera per farle una paternale, esercizio in cui non sono minimamente versato, dal momento che so bene di non potermi proporre d'esempio in nulla a nessuno, e non lo dico per modestia, bensì in difesa delle consapevoli debolezze che compongono la mia identità. Non sono neanche un moralista, anzi al più fugace sentore di moralismo mi ritraggo nauseato. Ora lei si chiederà perché io abbia deciso di pubblicare la sua lettera, o meglio, il suo torto. Ebbene, non per metterla in berlina, questo proprio no, anche se qualche malpensante questo vorrà intuire. Né per puntualizzare che, in tutte le corsie preferenziali del mondo, non la preferenza, ma l'esclusiva è riservata a bus e taxi. Siamo nell'ovvio, signor Verzulli, anche se lei che le percorre con il suo scooter avrà notato come, anche nelle ore di punta, siano qua e là sbarrate da camion in sosta per il carico e lo scarico delle merci e come i taxi spesso preferiscano ignorarle e aggravare l'affanno della strada di noi comuni mortali. Ma sono corsie preferenziali e, quando magari per distrazione, ne imbocco una, non provo rimorso, spero solo che nessun vigile mi abbia visto e perciò abbia avuto ragione di punire il mio torto: la mia "drittata". In troppi fanno/facciamo i "dritti" a Roma, chi solo un poco e chi, purtroppo, in modo criminoso, come mi è capitato di constatare anche stamattina nel giro di cinque minuti e nel raggio di duecento metri: due "dritti" che correvano in motorino in direzione vietata. Due stupidi selvaggi. Lei, no, signor Verzulli, lei è un "dritto" che poi ragiona. A modo suo, ma ragiona. Ecco perché ho pubblicato il suo torto.