Venerdi 4 Ottobre 2002

Le stime della Relazione previsionale. L’Ania: il premio unico avvantaggia il 35% dei bravi automobilisti ma punisce il restante 65%
L’Rca guida la lista dei “rincari 2002”
Aumento dell’11,1%. E c’è l’incognita della tariffa nazionale. Per i servizi bancari + 6,8%

di ROSSELLA LAMA

ROMA — Ancora una volta è l’Rc auto a guidare la classifica degli aumenti. Ed è il governo che lo dice, non le associazioni dei consumatori. La Relazione previsionale e programmatica, che dà il quadro macroeconomico in cui si inserisce la Finanziaria per l’anno prossimo, contiene infatti una tabella dell’andamento dei prezzi di una serie di beni e servizi, controllati o liberalizzati. Tra questi ultimi spicca l’aumento dell’assicurazione obbligatoria dell’auto: più 11,1% quest’anno, dopo il 10,7% del 2001 e il 9,7% del 2000. E’ il quarto aumento a due cifre, che si aggiunge al 16,3% del ’99 e al 13,6% del ’98. Stratosferico se confrontato con l’inflazione che negli ultimi cinque anni si è mantenuta tra l’1,7% e il 2,7% (quest’anno secondo il governo sarà del 2,4%).
Anche i prezzi dei servizi bancari hanno segnato quest’anno un poderoso aumento: più 7,3% l’anno scorso, più 6,8% nel 2002. Rincari ben al di sopra del tasso di inflazione, come quelli, anche se più contenuti dell’istruzione (più 4,7% quella secondaria e più 3,9% quella universitaria). Più caro del 3,8% è il prezzo medio dei farmaci controllati, un aumento triplicati rispetto al più 1% dell’anno scorso.
A contribuire all’aumento del costo della vita sono anche i Comuni, attraverso l’aumento del 3,5% della raccolta rifiuti il rincaro del 4,8% del passaggio in taxi, e del 2,9% di autobus e tram.
Ovviamente ci sono anche voci che calano, altrimenti non si arriverebbe a quel 2,4% medio di aumento dei prezzi al consumo previsto per quest’anno. Scendono alcune tariffe che rappresentano una voce importante nel bilancio delle famiglie, e che vedono i consumatori italiani tra i più tartassati in Europa. Dopo l’aumento del 6,9% dell’anno scorso, il gas scende del 6,5%. L’elettricità, che era salita del 3,1% diminuirà quest’anno dell’1,5%. Il telefono scenderà dello 0,8%.
E veniamo alle benzine, i cui prezzi sono liberalizzati. Secondo il governo il gasolio da riscaldamento scenderà dell’8,2%, quello auto del 2,4%, quello della benzina verde dell’1,2%.
Su questo fronte gravano però pesanti incognite, anche se mancano ormai tre mesi alla fine dell’anno. L’andamento del prezzo del greggio risente particolarmente delle tensioni «geopolitiche», come dice il Fondo monetario internazionale per non pronunciare la parola guerra. E non è "a bocce ferme" neppure l’Rc auto, dopo che il Senato ha approvato un emendamento che prevede una tariffa unica nazionale per tutti gli automobilisti in prima classe, quelli che non hanno fatto incidenti.
L’Ania, l’associazione delle compagnie assicuratrici ha già pronto il ricorso a Bruxelles, ma aspetta di vedere se il disegno di legge approvato dal Senato avrà anche il visto della Camera. Nel frattempo fa sapere che l’eliminazione del criterio della "territorialità" nella deteminazione delle tariffe comporterà sì riduzioni consistenti in zone ad alto rischio assicurativo come Roma, Napoli e Bologna, ma aumenti in tutte le altre. Il risultato finale di questa novità? «Un aumento medio del 12% delle tariffe per il 65% degli automobilisti rispetto ad una diminuzione del 15% per il 35%». Insomma il fronte degli scontenti sarebbe quasi il doppio di quelli contenti, perché i premi che le compagnie non incasseranno nelle zone a rischio li pretenderanno dagli altri assicurati.
Il senatore Franco Pontone, padre della "tariffa unica nazionale" risponde che l’Ania fa «la guerra psicologica dei numeri». E i consumatori fanno le loro proposte. Adoc, Adusbef, Codacons, Federconsumatori chiedono al ministro Marzano «di bloccare le tariffe Rca fino alla fine dell'anno», dimenticando che questi prezzi sono stati liberalizzati e la Ue non darebbe mai il suo benestare (è a rischio anche l’emendamento approvato dal Senato). L’Adiconsum propone di introdurre il concetto di "tariffa usuraria", quella che supera del 15-20% la media regionale, in modo da poter accusare le compagnie che le applicano di aggirare l’obbligo a contrarre, previsto dalla legge.