Se
la decisione facesse giurisprudenza il calo degli introiti metterebbe a rischio
la gestione del sistema di controllo elettronico
«Sono
sbagliate le multe ai varchi»
Prima
sentenza del giudice di Pace: «Vanno addebitati solo 32 euro e non gli attuali
65»
di CLAUDIO MARINCOLA
Le multe ai varchi? Tutte sbagliate. La sanzione per chi viola la zona a
traffico limitato è troppo salta, deve essere dimezzata, come a Milano. Lo ha
stabilito ieri il giudice di Pace della III Sezione del Tribunale di Roma,
Cecilia Bonacci annullando la contravvenzione elevata il 5 ottobre scorso alla
Bdf, una ditta di costruzioni il cui pulmino era entrato nella Ztl, la zona a
traffico limitato.
Ogni sentenza fa storia a sè. Ma l’orientamento del giudice romano che ha
dichiarato «l’illegittimità dell’atto sanzionatorio e la conseguente
inefficacia della sanzione erogata» costituirà d’ora in poi un precedente
difficile da rimuovere. L’errore secondo l’organo giudicante sta anche
nell’entità, nell’applicazione di un comma, il 13 anziché il 14,
dell’articolo 7 del Codice della strada.
La questione di lana caprina? Forse, ma è sostanziale. Riguarda migliaia e
migliaia di multe e mette in pericoloe la validità stessa del Sistema Iride, i
cui costi, tra l’altro, applicando lo "sconto" di ieri, non
sarebbero più coperti dagli introiti1.
Per capire il senso contenuto nella sentenza del giudice facciamo un piccolo
indietro. Dal giorno dell’istituzione dei varchi, il primo ottobre dello
scorso anno, la Polizia municipale applica una sanzione che va da 65 euro a 250.
Il caso rientra (art. 7 comma 13) tra chi «non ottempera ai provvedimenti di
sospensione o divieto della circolazione». Secondo la pronuncia del giudice di
pace bisognerebbe invece applicare il comma 14 dello stesso articolo previsto
per chi contravviene «divieti e limitazioni» deliberati per delimitare aree
pedonali e Ztl. Infrazione punibile con una multa che va da un minimo di 32 euro
ad un massimo di 125 euro.
Il caso discusso ieri al Tribunale di via Teulada è stato sostenuto con
successo dall’avvocato Simone Pacifici, un legale, che ha vinto tutti o quasi
i contenziosi sollevati in questi mesi sulla questione dei varchi. Che sono
migliaia di migliaia e stanno intasando gli uffici sottraendo gli uffici dei
giudici di pace.
Qualche numero per capire: dei 50.260 atti presentati al Tribunale di pace
dall’inizio dell’anno, 21.501 sono ricorsi contro le multe, solo 12.936
attengono invece al contenzioso ordinario e 14.551 opposizioni a decreti
ingiuntivi. «Il personale di cancelleria non ce la fa più, è esausto -
lamenta Giampietro Ferrini, giudice referente della IV sezione - l’organico è
lo stesso di 3 anni fa mentre il lavoro si è triplicato». Come uscire
dall’impasse visto che sugli uffici stanno per arrivare altre migliaia di
ricorsi e sempre per la questione irrisolta dei varchi? «Quando si ha la
certezza che la multa scaturisce da un errore materiale - è il consiglio del
giudice - anziché venire da noi i cittadini farebbero meglio a rivolgersi
all’Ufficio contravvenzioni del comune e chiedere lo sgravio. Noi abbiamo
moltissimi casi che si potrebbero risolvere per vie più brevi: multe comminate
persino ad ambulanze o mezzi simili delle Forze dell’Ordine e della Protezione
civile».
Pendono anche sulla Prefettura e sull’Ufficio contravvenzioni di via Ostiense
131 gli esiti dei 108 mila verbali inviati oltre i 150 giorni previsti dal
Codice della strada per la notifica. Il Campidoglio per correre ai ripari sta
studiando un sistema più rapido affidato all’assessore alla Semplificazione,
Mariella Gramaglia. Per accelerare il lavoro di accertamento è stato potenziato
l’Ufficio dove avviene la verifica tra le foto scattate ai varchi e il database
in cui sono memorizzati i numeri di targa delle auto munite di permesso si va
completando e il numero di errori si è ridotto. Questo non ha impedito che la
cooperativa di Taxi Samarcanda sia tempestata tutti i giorni da centinaia di
multe “illegittime". Il giudice Bonacci, la stessa che ha dimezzato la
sanzione, sempre ieri ha dato ragione alla cooperativa e ha fatto onere al
Comune di attivarsi presso la Sta per fermare la valanga quotidiana di
contravvenzioni sbagliate.