Venerd 19 Luglio 2002

Se la decisione facesse giurisprudenza il calo degli introiti metterebbe a rischio la gestione del sistema di controllo elettronico
«Sono sbagliate le multe ai varchi»
Prima sentenza del giudice di Pace: «Vanno addebitati solo 32 euro e non gli attuali 65»

di CLAUDIO MARINCOLA

Le multe ai varchi? Tutte sbagliate. La sanzione per chi viola la zona a traffico limitato è troppo salta, deve essere dimezzata, come a Milano. Lo ha stabilito ieri il giudice di Pace della III Sezione del Tribunale di Roma, Cecilia Bonacci annullando la contravvenzione elevata il 5 ottobre scorso alla Bdf, una ditta di costruzioni il cui pulmino era entrato nella Ztl, la zona a traffico limitato.
Ogni sentenza fa storia a sè. Ma l’orientamento del giudice romano che ha dichiarato «l’illegittimità dell’atto sanzionatorio e la conseguente inefficacia della sanzione erogata» costituirà d’ora in poi un precedente difficile da rimuovere. L’errore secondo l’organo giudicante sta anche nell’entità, nell’applicazione di un comma, il 13 anziché il 14, dell’articolo 7 del Codice della strada.
La questione di lana caprina? Forse, ma è sostanziale. Riguarda migliaia e migliaia di multe e mette in pericoloe la validità stessa del Sistema Iride, i cui costi, tra l’altro, applicando lo "sconto" di ieri, non sarebbero più coperti dagli introiti1.
Per capire il senso contenuto nella sentenza del giudice facciamo un piccolo indietro. Dal giorno dell’istituzione dei varchi, il primo ottobre dello scorso anno, la Polizia municipale applica una sanzione che va da 65 euro a 250. Il caso rientra (art. 7 comma 13) tra chi «non ottempera ai provvedimenti di sospensione o divieto della circolazione». Secondo la pronuncia del giudice di pace bisognerebbe invece applicare il comma 14 dello stesso articolo previsto per chi contravviene «divieti e limitazioni» deliberati per delimitare aree pedonali e Ztl. Infrazione punibile con una multa che va da un minimo di 32 euro ad un massimo di 125 euro.
Il caso discusso ieri al Tribunale di via Teulada è stato sostenuto con successo dall’avvocato Simone Pacifici, un legale, che ha vinto tutti o quasi i contenziosi sollevati in questi mesi sulla questione dei varchi. Che sono migliaia di migliaia e stanno intasando gli uffici sottraendo gli uffici dei giudici di pace.
Qualche numero per capire: dei 50.260 atti presentati al Tribunale di pace dall’inizio dell’anno, 21.501 sono ricorsi contro le multe, solo 12.936 attengono invece al contenzioso ordinario e 14.551 opposizioni a decreti ingiuntivi. «Il personale di cancelleria non ce la fa più, è esausto - lamenta Giampietro Ferrini, giudice referente della IV sezione - l’organico è lo stesso di 3 anni fa mentre il lavoro si è triplicato». Come uscire dall’impasse visto che sugli uffici stanno per arrivare altre migliaia di ricorsi e sempre per la questione irrisolta dei varchi? «Quando si ha la certezza che la multa scaturisce da un errore materiale - è il consiglio del giudice - anziché venire da noi i cittadini farebbero meglio a rivolgersi all’Ufficio contravvenzioni del comune e chiedere lo sgravio. Noi abbiamo moltissimi casi che si potrebbero risolvere per vie più brevi: multe comminate persino ad ambulanze o mezzi simili delle Forze dell’Ordine e della Protezione civile».
Pendono anche sulla Prefettura e sull’Ufficio contravvenzioni di via Ostiense 131 gli esiti dei 108 mila verbali inviati oltre i 150 giorni previsti dal Codice della strada per la notifica. Il Campidoglio per correre ai ripari sta studiando un sistema più rapido affidato all’assessore alla Semplificazione, Mariella Gramaglia. Per accelerare il lavoro di accertamento è stato potenziato l’Ufficio dove avviene la verifica tra le foto scattate ai varchi e il database in cui sono memorizzati i numeri di targa delle auto munite di permesso si va completando e il numero di errori si è ridotto. Questo non ha impedito che la cooperativa di Taxi Samarcanda sia tempestata tutti i giorni da centinaia di multe “illegittime". Il giudice Bonacci, la stessa che ha dimezzato la sanzione, sempre ieri ha dato ragione alla cooperativa e ha fatto onere al Comune di attivarsi presso la Sta per fermare la valanga quotidiana di contravvenzioni sbagliate.