«Saremmo contrarissimi all’introduzione di
balzelli, contributi o tasse a carico dei turisti pure in periodi molto più
floridi e positivi di questo per il nostro settore - dice Giuseppe Roscioli come
presidente degli Albergatori romani dell’Apra-Confcommercio -, e a maggior
ragione in una fase tanto pesante, difficile, impegnativa come quella che stiamo
attraversando anche a Roma dall’11 settembre di un anno fa, addebitare ai
turisti anche soltanto un minimo esborso forzoso in più, potrebbe avere
conseguenze di segno esclusivamente negativo per il nostro settore e di lì
anche per tutta l’economia romana, che è tanto debitrice del turismo».
Tutto sommato, la doppia tassazione sul soggiorno e sull’accesso nel centro
storico dei turisti non sembra di entità statosferica. Anzi, appare limitata
quanto la spesa di una corsa in taxi. «Non è questo il giusto metro di
giudizio - insiste il dottor Roscioli - perché bisogna tener conto delle
“condizioni concorrenziali" nelle quali l’industria turistica romana
affronta la competizione con le altre metropoli europee». Seppur di modesta
entità, dunque, quei 5 euro di cui si parla potrebbero far pendere il piatto
della bilancia di un tour operator o di un turista verso Londra, Parigi o
Madrid, anzichè verso Roma? «Esattamente - spiega Roscioli - perché se questa
somma “pesasse" solo su singoli turisti finirebbe per essere riassorbita
in qualche modo. Viceversa, quando parliamo di “pacchetti turistici", cioè
di viaggi e di soggiorni collettivi, anche quella cifra in apparenza modesta
assumerebbe una rilevanza comunque deterrente in termini di minore
concorrenzialità». E tuttavia chi ha qualche annetto sulle spalle ricorda una
tassa di soggiorno a Roma. «Verissimo, ma già allora non funzionava affatto -
dice il presidente dell’Apra-Confcommercio romana - giacché avrebbe dovuto
favorire lo sviluppo turistico, quella tassa. Invece al turismo di quei soldi
arrivava ben poco. Se qualche metropoli straniera richiede contribuzioni simili,
attualmente, vanno a finanziare iniziative di sviluppo». Se Roscioli è
contrario a “tasse di soggiorno" e a “tariffe d’accesso" al
centro storico, l’albergatore Pino Canfora, esponente della Confesercenti
romana e tour operator - ne è persino allarmato. «Se si vuol ferire il settore
turistico romano con misure autolesionistiche, ben vengano le tasse a carico dei
turisti. Confido tuttavia che proposte del genere non passino mai. Chi le ha
decise? Con chi sono state concertate? Sarebbero una iattura. Capisco che le
casse comunali sono vuote. Ma uccidendo il turismo resteranno così».
C. R.