Venerd 15 Febbraio 2002

LE REAZIONI

I “regolari”: «La retata? Era ora»
Bittarelli del 3570: «Dai furbi gravi danni di immagine per tutti gli altri»

«Prendere i taxi a Roma costa più che in ogni altra città al mondo e almeno speriamo che ora, nel tragitto tra l’Aeroporto e la città, non avvengano più le truffe represse di recente dalle forze dell’ordine». Carlo PIleri - presidente dell’Associazione difesa e orientamento dei consumatori (Adoc) - è grato alla polizia per la “retata" di tassisti rapaci che truffavano turisti stranieri e colleghi onesti aumenando le tariffe e scavalcando i concorrenti per fare più corse e più incassi. «Ma i recenti aumenti medi del 20% delle corse - dice Pileri - e gli illeciti scoperti chiamano in causa sia il Comune che la categoria riguardo a un servizio di qualità media bassa dati i costi a carico dell’utenza di questo pubblico servizio...».
Respingono invece «ogni tentativo di criminalizzazione» i rappresentanti di una categoria che «soffre senza colpe e due volte vittima - dice Loreno Bittarelli, presidente della società Radiotaxi 3570 - dei riflessi di situazioni come quelle colpite solo ora dalle forze dell’ordine. I danni d’immagine che riceve la categoria sono enormi e impagabili».
Si dicono «doppiamente vittime» - esponenti e dirigenti di categoria - «perchè tutte le maggiori centrali di radiotaxi garantiscono con rigore la trasparenza del servizio», sottolinea il presidente della cooperativa “Samarcanda" Renato Casali.
«Al nostro interno - aggiunge Bittarelli - abbiamo commissioni di soci che non si limitano a verificare le lamentele inviate dai clienti insoddisfatti e a sanzionare i colleghi che se ne rendano colpevoli sospendendoli dal lavoro. Questi “ispettori" controllano il regolare svolgimento del lavoro dei colleghi anche di persona per la strada». Indignato quanto il collega per la scoperta delle “mele marce", Casali rivela: «abbiamo pure espulso soci indegni della cooperativa» Carlo Bologna dell’Ait invece minimizza l’utilità delle commissioni interne: «Servono solo sui radiotaxi e non per strada, dove le centrali non sanno quel che avviene. Il nodo di tutto - polemizza il vucanico sindacalista - è la volontà di colpire la categoria, prima dando corda ai filibustieri abusivi e poi reprimendoli di rado in operazioni superclamizzate che screditano la categoria».

C. R..

Italia Bpath Network