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La
sparatoria di Corciano. Un incensurato ha ospitato i latitanti: in casa aveva
anche una parte della refurtiva rapinata alla banca di Camucia
Le impronte
incastrano il killer del poliziotto
Erano sulle
armi ritrovate. Di Ardea e Tivoli gli altri due banditi, arrestato un complice
di MARCO DE RISI
C’erano le impronte di
almeno due dei banditi in fuga dopo la rapina a Camucia
sulle armi ritrovate dalla Polstrada il giorno di Pasqua, in uno zainetto
abbandonato a Montone. Si tratta di un revolvere e di una mitraglietta di marca
"Skorpion". E le stesse impronte sarebbero state trovate dalla polizia
Scientifica dentro al taxi usato per la fuga. Sono questi alcuni degli elementi
raccolti dalla polizia che sta facendo terra bruciata intorno agli ultimi due
ricercati del commando omicida della Perugia-Bettolle. Gli investigatori della
squadra mobile di Roma e Perugia, coordinate rispettivamente da Nicolò D'Angelo
e da Piero Angeloni, avrebbero accumulato comunque molte altre prove sulle
responsabilità delle belve che hanno ucciso a colpi di pistola l'agente scelto
Luca Benincasa, 28 anni e ferito in modo grave l'ispettore Lamberto Crescentini
della Stradale di Perugia il 22 marzo scorso.
Della banda oltre a Marco Silvestri, il tassista che era alla guida del taxi su
cui i banditi fuggivano e a Walter Bucciarelli, accusato di essere il killer di
Benincasa, i due già finiti in manette fanno parte anche due latitanti:
Innocenzo Pacelli, 26 anni, residente a Villa Adriana, a Tivoli e Roberto
Giuliani, 39 anni, di Ardea. Gli uomini della Mobile, in questo caso guidati da
Maurizio Improta e coordinati dal magistrato perugino Gabriele Paci, sono
arrivati già per due volte ad un soffio dal catturarli. Hanno individuato due
covi, un’abitazione ad Ardea e un residence sulla Pontina dove Pacelli e
Giuliani s’erano volatilizzati da poche ore.
I ricercati hanno precedenti specifici per rapina. Un fascicolo penale il loro
alto un palmo, zeppo di reati ma che comunque non sono bastati per evitare che
circolassero a piede libero. Uno di loro, insieme a Walter Bucciarelli, avrebbe
sparato contro i poliziotti. Secondo quanto risulta alla polizia Roberto
Giuliani - che avrebbe trascorso un periodo nel manicomio criminale di Aversa -
e Walter Bucciarelli sarebbero stati complici proprio in alcune rapine
nell'Umbria e in Abruzzo. I due "pendolari" del crimine sono stati
anche arrestati proprio per questi assalti.
Ieri l'inchiesta ha registrato un altro arresto, quello di Bruno Costantino, 37
anni, di Torvajanica, per ricettazione e favoreggiamento. La polizia ha trovato
nella sua abitazione di via degli Argonauti 5, 6.000 euro del colpo fatto il 22
marzo scorso dal commando a Camucia, in provincia d'Arezzo, al "Monte dei
Paschi di Siena". Poco dopo, su un tratto della Perugia Bettolle, i quattro
aprirono il fuoco contro la pattuglia della Stradale che aveva intimato l'alt
solo per contestare all'autista del taxi l'eccesso di velocità. Bruno
Costantino era stato ascoltato più volte dagli investigatori in quanto amico di
Bucciarelli. L'uomo s'era dichiarato estraneo all'omicidio e aveva promesso di
collaborare per rintracciare i criminali. Invece, ieri s'è registrato il colpo
di scena con il ritrovamento della refurtiva a casa sua. La polizia ha anche
fornito maggiori dettagli sulle armi usate dai quattro.