Venerd 28 Giugno 2002

Disagi e proteste alla stazione Termini e al Leonardo da Vinci. Presi alla sprovvista i tanti turisti, corse illegali a peso d’oro: 120 euro per Fiumicino
Caccia al taxi, un miraggio sotto al sole
Turisti e romani appiedati o in fila per le rare auto bianche in servizio. Affari d’oro per gli abusivi

di BEATRICE PICCHI

Mai visti tanti taxi a piazza San Pietro, sotto il Campidoglio, all’aeroporto di Fiumicino, al Circo Massimo. Ma basta leggere gli striscioni e ascoltare le grida al megafono per capire che stanno protestando, che ce l’hanno con il Comune che non mantiene le promesse, con gli abusivi, con i taxibus. I turisti non capiscono, i romani si infuriano. I tassisti e i loro rappresentanti delle organizzazioni Cgil, Cisl, Uil, Cna, Ati, Ait, Atacasa, Anc e Ugl, dicono che allo sciopero - che si concluderà questa mattina alle sette - ha aderito il 95 per cento della categoria. E a giudicare dai disagi, dalle lunghe e inutili file ai parcheggi, a Termini e a Fiumicino, dall’arrivo in massa degli abusivi che ieri hanno fatto affari d’oro, deve essere vero. Dopo tredici ore di sciopero, alle otto sdi sera, una delegazione di tassisti è stata ricevuta in Campidoglio da Patrizia Sentinelli, Paolo Meli e Marco Marsilio. Mentre l’aula del consiglio approvava all’unanimità una delibera per cambiare il taxibus in multiplo.
All’aeroporto di Fiumicino, nella aree dei tre Terminal, i tassisti sono in assemblea. I vigili urbani dirigono il traffico di turisti e pendolari. Tre le alternative : si va tutti allo scalo del Leonardo express che porta direttamente alla stazione Termini, o sulla linea della FM1 fino a Ostiense, poi si prende la metro B, oppure sui pullman del Cotral. Unica deroga: il trasporto sociale. E così, in molti casi anche gratuitamente, i tassisti hanno accompagnato a destinazione disabili e pazienti che dovevano raggiungere gli ospedali, gli anziani che non riuscivano a fare due metri per il troppo caldo. «loro non c’entrano, non abbiamo avuto il minimo dubbio ad aiutare le persone in difficoltà», ripete Davide Bologna, dell’Ait. Una staffetta di solidarietà è partita quando da una centrale radio-taxi è giunta la chiamata di una mamma che chiedeva un taxi per portare il figlio al Gemelli.
Nel pomeriggio alla stazione Termini non c’è traccia di tassisti. E nessuno sembra essere informato della protesta di 24 ore. «Si arriva a Roma stanchi, dopo un viaggio di quattro ore e mezzo da Milano - si lamenta Gianfranco Poli, bancario - e poi non si sa come raggiungere casa. E' grottesco». La fila, alle 17, arriva all'ingresso della stazione. «Protestare è un diritto - afferma Natale Fioretti, assicuratore - ma non è possibile questa disorganizzazione. Ci doveva essere un servizio sostitutivo». E molto presto compaiono gli abusivi, numerosi. «Per arrivare a Fiumicino - chiede uno di loro a una turista scozzese - ci vogliono 120 euro». Qualcuno accetta, ma la maggior parte, sentita la richiesta, si avvia verso il capolinea degli autobus o si rimette in fila: gli affari, secondo gli abusivi, sono andati come in un giorno normale. «Prima o poi arriverò a casa, al Prenestino - spiega Lamberto Poggi - Meglio il caldo di un bus che un’attesa infinita e inutile». In venti minuti arrivano cinque taxi, la tensione aumenta, la pazienza diminuisce. Non va meglio in altri parcheggi. In via Condotti, una decina di persone attende: invano. Venti persone in fila anche a piazza Risorgimento: il parcheggio è vuoto. A piazza San Pietro una decina di taxibus vengono cacciati dai tassisti. Mentre per Vincenzo Piso, presidente della Federazione romana di An, «questo sciopero è comprensibile: Veltroni promise un numero maggiore di punti di fermata, corsie preferenziali, lotta all'abusivismo, ma nulla è stato fatto».
(ha collaborato Luca Brugnara)