Duecento, anche trecentomila lire per essere portati in
taxi dall’aeroporto di Fiumicino a un hotel di Roma. E’ accaduto anche che
il cliente, rifutandosi di pagare, abbia rischiato la vita, minacciato dal boss
dei tassisti abusivi del Leonardo da Vinci.
Gli “irregolari" continuano a circolare come avvoltoi all’aeroporto di
Fiumicino e in giro per la città, soprattutto nei pressi delle Stazioni. Ad
esser presi di mira, soprattutto gli ingenui turisti che approdano nella
capitale. «A Fiumicino è una casbah - ha denunciato Carlo Bologna, presidente
dell’associazione italiana tassisti di Roma - dopo le 20 e nei fine settimana
succede di tutto. Per caricare un cliente devi strapparlo agli abusivi». E come
dargli torto. Basta fare una passeggiata davanti ai varchi degli arrivi per
rendersene conto. Dentro l’aerostazione, per cominciare, girano con tanto di
tesserino di riconoscimento alcuni autisti aderenti alle cooperative di noleggio
vettura con conducente. Non potrebbero farlo, dovrebbero aspettare la chiamata,
eppure nessuno dice nulla. I superabusivi invece, sempre gli stessi, ovvero il
Barone, il Sorcio, il marocchino, si muovono in gruppo, quattro, cinque per
volta, hanno la macchina pachegiata poco distante e si aggirano fuori
dall’aerostazione a caccia di “polli da spennare". «Ci sono quelli che
lo fanno per campare e chiedono il giusto prezzo - spiega un vigilante della
Serimax (società che gestisce il servizio taxi allo scalo) - ma la maggior
parte sono dei veri avvoltoi: pretendono anche cinque volte di più». Le
vittime preferite sono giapponesi e ricchi americani, se li "caricano"
anche su vecchie Panda 4x4 e Fiat 500. Rassegnati i tassisti veri, quelli con
tutte le carte in regola, tartassati da una lunga serie di spese e da normative
severe. «Con quella gente - dicono - non si può discutere. Si rischia una
coltellata nella pancia».