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«Le
assicurazioni dell’amministrazione non hanno avuto seguito. Meglio se
confluiamo nella Municipalizzata»
Taxisti sul
piede di guerra
«Il Comune
di Urbino non ci ascolta. E in centro il traffico non va»
di MAURO BERNARDINI
URBINO -
«Avevamo garantito lo svolgimento di un servizio adeguato alle
esigenze della città in cui operiamo, compresi notturni e festivi. Per
raggiungere questo obiettivo avevamo chiesto la disponibilità di una struttura
e l’attivazione di due utenze telefoniche intestate al gruppo. Richieste alle
quali avevano fatto seguito assicurazioni che ancora non sono state onorate». I
taxisti urbinati ritornano a protestare contro l’amministrazione comunale che
avrebbe disatteso le promesse tendenti a migliorare il servizio alla
cittadinanza. Ma nel mirino del Gruppo c’è anche la situazione del trasporto
pubblico che considera sovradimensionato rispetto al bacino d’utenza. Inoltre,
i mezzi utilizzati dall’Ami per servire il centro, sono considerati di
dimensioni troppo grandi al punto di creare un pericolo per i pedoni,
specialmente in alcune vie del centro storico come via Bramante e corso
Garibaldi. Non parliamo, poi, degli effetti dell’applicazione del Put (Piano
Urbano del Traffico) che per i taxisti ducali non corrispondono a quelli che
erano gli obiettivi illustrati dall’amministrazione comunale. Insomma, il
Gruppo taxisti di Urbino vede tutto nero. «E quella che ieri non era stata
presa in considerazione – affermano - oggi sembrerebbe essere la migliore
soluzione: la nostra confluenza nell’Azienda Municipalizzata». Lo scontento
viene da lontano. «Nell’ambito del contesto del trasporto pubblico locale –
affermano – siamo collocati in una posizione non certo ottimale ai fini di un
corretto espletamento del servizio. Si consideri la volontà di aumentare il
numero delle licenze; i mancati miglioramenti per ciò che concerne la
concessione per l’occupazione di suolo pubblico adeguando le modalità a
quelle adottate dalla stragrande maggioranza dei comuni; il mancato reperimento
di un luogo adeguato all’attesa degli utenti; la mancata comunicazione delle
due utenze telefoniche intestate al Gruppo taxisti urbinati». Riguardo al Put,
la categoria sostiene che «pare aver sancito lo scollamento tra i principi
generali ispiratori della zona a traffico limitato e gli accessi effettivi delle
auto in sosta, che con molto zelo vengono multate – oltre che per divieto di
sosta, ovviamente – anche per divieto d’accesso, fatta salva la più
assoluta impunità per coloro che infrangono il solo divieto di transito».