Mercoledi 20 Novembre 2002

SONDAGGIO DELLA UIL

Prezzi, l’euro costringe gli anziani a tirare la cinghia
Le spese per i trasporti sono aumentate del 17 per cento, per le medicine del 19,5. Affitti alle stelle: più 20 per cento

di DAVIDE DESARIO

Povera terza età. E’ proprio il caso di dirlo stando al sondaggio della Uil Lazio che ha intervistato oltre mille anziani. Per i “nonnetti" di Roma le spese per il trasporto sono cresciute mediamente del 12 per cento, per le spese mediche del 17,1 per cento, per l’acquisto di riviste e giornali oltre il 10 per cento, per le medicine del 19,5 per cento e per l’affitto del 20 per cento.
Il segretario generale della Uil di Roma e del Lazio, Alberto Sera ha istituito una taskforce che nelle ultime due settimane ha intervistato 1170 anziani di età compresa tra i 60 e gli 80 anni residenti in quattro diverse zone della città (I, VI, X, e XVII municipio). «Abbiamo cercato di effettuare una rilevazione più precisa possibile - spiega - probabilmente i dati dichiarati dagli anziani non saranno precisi al centesimo ma di certo dimostrano il loro reale disagio nell’affrontare l’indiscutibile aumento dei prezzi».
Nello specifico secondo l’analisi della Uil la spesa mensile di taxi e benzina è passata da 40.000 lire a 23 euro; i prezzi delle visite mediche specialistiche, sia pubbliche che private, sono rincarati da una media mensile di 80.000 lire a 53 euro. «Un anziano su quattro - dicono dalla Uil - ha dichiarato che spende il 10 per cento in più per l’abbigliamento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Più del 34,5% degli uomini e il 29% delle donne hanno riscontrato un aumento del 10% del barbiere e del parrucchiere. Il 70 per cento degli intervistati non è solito frequentare i ristoranti ma secondo gli habitué i conti sono cresciuti dal 20 al 30 per cento».
Aumenti consistenti sono stati riscontrati anche sulle bollette: 10,62% in più per il gas; 9,7% per la corrente elettrica, 13% per le spese telefoniche, il 10% per l’acqua e il 18,6% per il condominio.
E’ evidente che alla luce di questi dati la maggior parte dei “nonnetti" della Capitale hanno dovuto cambiare le loro abitudini. Alla domanda “cosa evita di comprare rispetto ad un anno fa" un anziano su tre ha dichiarato di aver rinunciato alla carne di prima qualità e al pesce, oltre il 10 per cento sta aspettando i saldi di fine stagione per acquistare capi di abbigliamento. Infine il 13,7 per cento degli intervistati ha ammesso di aver dovuto rinunciare alle spese per il bar, i giornali e per quei pochi svaghi che si permetteva.
«La nostra paura - sottolinea ancora Sera - è che quando terminerà il blocco di alcune tariffe stabilito dal Comune si registri una nuova impennata dei prezzi. Anche perché è evidente da questo studio che si tratta di aumenti a cascata che non dipendono solamente dalla politica dei prezzi dei soli commercianti». Dati che non meravigliano l’assessore capitolino alle politiche sociali: «Non disponiamo di uno studio scientifico - commenta Raffaela Milano - ma è chiaro che i pensionati sono la categoria con il reddito meno elastico. Gli interventi strutturali vanno intrapresi a livello nazionale. Noi, invece, nel nostro piccolo siamo intervenuti offrendo una rete di servizi di assistenza, anche domiciliari, gratuita per le fasce meno abbienti e promuovendo iniziative culturali e per il tempo libero che sono le prime spese ad essere tagliate dagli anziani in difficoltà economica».