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La
Sta: «Noi abbiamo consegnato le rilevazioni dell’occhio elettronico entro 30
giorni, come da contratto». Il sindacato Ospol: «Il comando sapeva dei ritardi»
Varchi, i
vigili pronti allo “sciopero delle multe”
L’Arvu:
chi ha sbagliato deve pagare. A rischio prescrizione altre migliaia di verbali
di DAVIDE DESARIO
Il sistema dei varchi elettronici funziona benissimo. Anche troppo. Ha diminuito
del 20 per cento il traffico nel Centro storico della Capitale. Ha reso, senza
dubbio, più accettabile l’aria di tutta la città. Ma soprattutto ha messo in
evidenza, una volta per tutte, l’assurdità e l’inadeguatezza della macchina
burocratica del Campidoglio la quale, ormai è evidente, non è in grado di
notificare entro i termini previsti dalla legge (150 giorni) tutte le sanzioni
riscontrate agli automobilisti indisciplinati: finora (e siamo all’inizio)
sono cadute in prescrizione circa 108 mila multe da 65 euro, per un totale di
almeno 7 milioni di euro che non entreranno mai più nelle casse del Comune di
Roma. E ogni giorno che passa il numero delle multe prescritte aumenta, il danno
economico si moltiplica e si prospetta anche il rischio che i romani, sapendo
che alla fine le sanzioni non arrivano, decidano di riprendere nuovamente
d’assalto le vie del Centro rischiando di annullare, così, i benefici
ottenuti sui fronti viabilità e smog. Ma c’è di più. I vigili urbani si
sentono presi in giro: «Il nostro lavoro viene vanificato dalla burocrazia -
dice Mauro Cordova dell’Arvu - Se chi ha sbagliato non pagherà, dalla
prossima settimana faremo lo sciopero delle multe lasciando a casa penne e
orologi».
Ma andiamo con ordine. Ogni giorno, secondo i dati della Sta, l’agenzia per il
traffico del Comune di Roma, entrano nella Zona a Traffico Limitato circa 70
mila vetture (lo scorso anno erano almeno 85 mila). Di queste la grande
maggioranza è autorizzata (attualmente la Sta ha rilasciato 75.921 permessi a
residenti, istituti e enti, disabili e trasportatori), e a questa si devono
aggiungere altri 23500 permessi concessi a taxi, ambulanze, autonoleggiatori e
vetture delle aziende municipalizzate (come Acea e Ama).
Ma cosa succede quando passa un’auto senza permesso negli orari vietati?
L’occhio implacabile della telecamere posizionate in corrispondenza dei varchi
fotografa ogni passaggio. Un sofisticato sistema computerizzato legge le targhe
e le confronta con quelle della lista dei permessi. Le fotografie delle auto con
le targhe “sconosciute" finiscono, alcuni giorni dopo, in una sala con
dieci computer dove vengono visionate dai vigili urbani, i quali effettuano
numerose verifiche e correzioni: che il veicolo non sia un’auto delle forze
dell’ordine o un mezzo di soccorso, che la targa sotto accusa corrisponda a
quella delle immagini. In caso di errore del “cervellone" (la percentuale
non supera il 10%) i vigili cancellano il procedimento. La lista delle auto
“indisciplinate", e le relative immagini, passa poi al Comune
direttamente tramite computer.
«Secondo la delibera che ci affida la gestione del sistema Iride - spiega il
direttore generale della Sta, Roberto Balduini - Dobbiamo fornire al Comune le
targhe, la data, l’ora e il punto della trasgressione al codice della strada
entro trenta giorni. E così abbiamo sempre fatto. Il nostro è un sistema
estremamente rigido quanto democratico. Chi è nella lista è salvo. Chi non
c’è viene multato».
Qui finiscono le certezze e inizia il misterioso viaggio delle multe negli
uffici comunali. Il “file" delle sanzioni, infatti, viene preso in carico
dall’Ufficio Contravvenzioni che dipende dal II dipartimento e per il quale
lavorano meno di 200 dipendenti. Qui prima viene “scremato" di tutte
quelle targhe di automobilisti che hanno ottenuto dal Campidoglio o dai Municipi
dei permessi temporanei (funerali, matrimoni, ospedali, set cinematografici).
Poi la lista viene confrontata con il database del Pra (Pubblico Registro
Automobilistico): con questa operazione si riesce a dare un nome, un cognome e
un indirizzo al proprietario della vetture “incriminate". Ma non finisce
qui. Questo nuovo file, secondo le indiscrezioni, viene trasferito ad una società
esterna che provvede a stampa, piegatura e chiusura della multa. A questo punto
le sanzioni tornano all’Ufficio Contravvenzioni e vengono smistate
all’ufficio Notifiche dove, invece, lavorano ogni giorno appena 50 dipendenti.
A loro spetta il compito di dividere le sanzioni tra quelle dei romani (che
vengono notificate a mano da circa 300 vigili a seconda della zona) e quelle dei
residenti in altri Comuni che invece vengono inviate per posta. Beh, per fare
tutti questi giri molte multe hanno impiegato più dei 150 giorni previsti dalla
legge e quindi non sono neanche state consegnate ai cittadini.
«Adesso cadono tutti dalle nuvole - dice Gabriele Di Bella, segretario romano
del sindacato dei vigili Ospol che ha denunciato la prescrizione delle multe -
Ma in realtà la situazione era ben nota sia ai vertici del Corpo che a quelli
del Comune». Da quanto si è appreso, infatti, il 2 aprile il vicecomandante
dei Vigili, Romano Celli, avrebbe sollecitato la lavorazione delle multe.
Evidentemente senza risultato. Indignato anche Mauro Cordova dell’Arvu: «Chi
ha sbagliato o chi ha la responsabilità di questo disservizio deve pagare - ha
detto ieri - I vigili romani meritano rispetto e se il Sindaco non prenderà
provvedimenti, dalla prossima settimana faremo partire lo sciopero delle multe».
Intanto, fioccano i primi ricorsi: «La prima udienza - conferma il coordinatore
dei Giudici di Pace romani, Giorgio Mirti Della Valle - ci sarà il 16 luglio.
Temiamo che ci sarà un sovraffollamento di pratiche che non riusciremo a
gestire per carenza di personale di segreteria».
(Ha collaborato Giuseppe Martina)