di ELISABETTA CANTONE
Tutti i giorni tranne i weekend e i festivi. Signori, si cambia: a differenza di
quanto stabilito precedentemente le auto non catalitiche dei residenti avranno
libero accesso all’interno dell’anello ferroviario. Ma, dal primo gennaio
2003, il divieto scatterà anche per loro durante la settimana.
Una decisione che era nell’aria da tempo, annunciata qualche mese fa dal
responsabile capitolino alla Mobilità Mario Di Carlo e poi accantonata in
seguito alle perplessità espresse dal suo collega all’Ambiente Dario
Esposito: «Il blocco alle non catalitiche all’interno della città
consolidata - aveva sottolineato in quell’occasione - è uno dei cambiamenti
esaustivi e strutturali per la lotta all’inquinamento». Dati alla mano, a
supporto della sua tesi Esposito aveva spiegato: «Da quando il provvedimento è
entrato in vigore per i non residenti, nel luglio scorso il benzene è sceso al
di sotto dei 10 microgrammi per metro cubo e le polveri stanno notevolmente
migliorando».
Una posizione in qualche modo in contrasto con la delibera approvata ieri nella
Sala delle bandiere. Anche se su un punto Di Carlo concorda: «Da 15 anni ormai
è noto che è proprio nel fine settimana che si registra l’abbattimento di
benzene e polveri più consistente». Già, ma come la mettiamo con lo spirito
che caratterizza le domeniche ecologiche? Il Campidoglio ha annunciato che Roma
andrà avanti comunque, nonostante il fatto che per questo tipo di iniziative il
ministero dell’Ambiente non garantisce più copertura finanziaria. Ieri,
invece, ha fatto scattare il semaforo verde per le non catalitiche, proprio
durante i weekend.
Precisa l’assessore alla Mobilità: «Nessuna inversione di rotta. Così
com’era quel provvedimento, frutto di un pacchetto di inziative prese per
combattere l’inquinamento nel Piano generale del traffico urbano del ’99,
non teneva conto del fatto che i residenti non possono scegliere se entrare o
meno all’interno dell’anello ferroviario, perché ci vivono. Di conseguenza
hanno solo due strade davanti: buttare via l’auto e usare i mezzi pubblici o
rottamarla e comprarne una nuova.
Personalmente sono contrario a questa seconda ipotesi: a Roma ci sono già 894
auto per ogni mille abitanti, aumentarle sarebbe paradossale. Inoltre negli
ultimi mesi ho ricevuto qualcosa come 10mila lettere di protesta: tutta gente
che usa raramente l’auto, soprattutto gli anziani. Se avessimo lasciato le
cose com’erano li avremmo penalizzati».
Sono 410mila le auto non ecocompatibili all’interno dell’anello ferroviario,
fanno sapere dal VII dipartimento: 303 a Roma e 107 in provincia. Di queste, in
base ai permessi rilasciati per la Ztl, 22mila all’interno del centro storico.
A partire dalla mezzanotte del 31 dicembre nessuna di loro potrà circolare
nella città consolidata. Chi è in attesa del contributo per trasformare
l’auto in Gpl o a metano (304 euro sui circa 600 del costo complessivo) dovrà
pazientare ancora un po’: i 4 milioni e mezzo di euro di incentivi del governo
non sono ancora disponibili.
Tornando al blocco: il divieto non riguarderà i mezzi adibiti al trasporto di
minorati fisici autorizzati, i servizi di polizia, emergenza, soccorso e di
pronto intervento per acqua, energia elettrica, gas, telefoni. Ancora: il
trasporto collettivo pubblico e privato, taxi e vetture da noleggio con
conducente, veicoli targati corpo diplomatico e Stato del Vaticano, mezzi
dell’Ama, cortei funebri, medici in servizio di emergenza. Oltre ai residenti,
nelle giornate di sabato, domenica e durante i festivi infrasettimanali potranno
circolare anche le auto storiche. Comprese le amatissime Fiat 500 che circa
duecento romani non hanno nessuna intenzione di abbandonare al loro destino.