Martedi 18 Giugno 2002

LO SCONTRO

Taxi contro taxibus. Anche fisicamente. Ormai lo scontro ha raggiunto punte estreme. «Sabato corso - è il racconto di Roberto, uno dei venti conducenti delle auto collettive rimasti in circolazione - sono stato aggredito, intorno alle 11 del mattino, alla Stazione Termini da due tassisti. Mi hanno preso a cazzotti - continua, togliendosi gli occhiali da sole e mostrando l’ occhio destro pesto - già in passato mi avevano minacciato. Così non possiamo andare avanti».
Come lui la pensano anche altri due colleghi che hanno portato la loro protesta (ferite comprese) nell’aula Giulio Cesare. Accanto a loro, Silvio Di Francia, coordinatore della maggioranza: «Servono scelte precise - dice l’esponente dei verdi - si decida subito se andare avanti o se invece puntare su qualcos’altro».
Stefano, anche lui, autista di taxibus è scoraggiato. Si sfoga: «Abbiamo vinto il bando e investito decine di milioni di lire per poter lavorare. Ma i vigili ci multano e ci sequestrano le auto, perchè per loro il Codice della strada non prevede il servizio collettivo, riservato solo agli autobus. E i tassisti ci vedono come fumo negli occhi. Di questo passo non so come finirà».
Paura di altre aggressioni e paura di perdere il posto si mischiano. Paura persino di presentare una querela per il timore di ritorsioni. «Ma non ce l’abbiamo con la categoria dei tassisti, - dice ancora Stefano - è tutta la normativa che è poco chiara e non ci consente di lavorare tranquilli».

C.Mar.