Giovedi 9 Maggio 2002

Sotto accusa traffico e sosta selvaggia

di ELISABETTA CANTONE

Chiederanno a Renzo Piano, di «ridisegnare il cuore della Capitale, cosiccome sta facendo per il Flaminio, quartiere in via di rinascita sotto l’egida dell’Auditorim». E, ancora, chiederanno a deputati e senatori di varare una proposta di legge che tuteli i centri storici delle città d’arte italiane per «bypassare lo scaricabarile locale». Le firme sono centinaia, prima fra tutte quella di Gianni Battistoni: da sempre arbitro dell’eleganza di ministri, ambasciatori e industriali. Seguono a ruota gioiellieri prestigiosi come Cartier, Buccellati e Hausmann. Griffe come Hermes, Armani, Celine e Krizia. Non mancano la sala da tè Babinghton e l’Hotel Hassler. Sono tutte allegate alla lunga lettera che Battistoni ha inviato al prefetto Emilio del Mese al sindaco Walter Veltroni e per conoscenza al premier Silvio Berlusconi.
Punto per punto il presidente dell’associazione di via Condotti sottolinea i problemi che «affliggono» il Centro della Capitale. «Da molto tempo le vie del Centro di Roma - si legge, tra l’altro - sono teatro involontario del passaggio incontrollato e sovente non autorizzato di manifestazioni che limitano gravemente l’esercizio del commercio dei negozi nella zona e la stessa fruizione di strade e piazze da parte dei residenti». Ancora, secondo Battistoni «l’abitudine consolidata di gruppi di opinione, partiti politici e, addirittura, tifosi di sport di utilizzare lo scenario inconfondibile offerto dal centro storico per riunirsi, ha fatto sì che luoghi come piazza del Popolo, piazza di Spagna e piazza Navona siano scelti per ogni genere di adunata, da tenersi di sabato pomeriggio. Lo stesso giorno destinato agli acquisti e alle passeggiate in Centro che, se occupato costantemente, viene disertato in favore di altre zone magari meno belle ma più agevoli».
Una levata di scudi che però, tiene a precisare il presidente di via Condotti, non vuole limitare un principio sancito dalla Costituzione: «Ma esiste anche il diritto di a esercitare il proprio mestiere. E allora, fatto salvo lo sciopero generale o manifestazioni di pari peso, è inaccettabile che pure la Bocciofila di Treviso, per dirne una, venga a protestare in questo piccolo triangolo delle Roma storica, politica e commerciale. Non c’è una sola ragione vera per non delocalizzarle in aree della città anche limitrofe al Centro, nelle quali il danno per il commercio sia nullo oppure limitato».
Manifestazioni ma non solo. Da via Condotti a Trinità de’ Monti e sino a Fontanella Borghese, si chiedono «provvedimenti di salvaguardia almeno nella codiddetta Roma Rinascimentale o Barocca, già tanto afflitta dalla sosta permanente in vie e piazze dove la segnaletica indicherebbe (l’uso del condizionale ci umilia nei confronti delle Capitali europee: lì la legge viene fatta rispettare) l’assoluto divieto di sosta e la rimozione dei veicoli». Per Battistoni, da sempre sostenitore di un centro storico chiuso alle auto, ad eccezione di taxi e bus elettrici, «è inconcepibile che uno dei luoghi più affascinanti e belli del mondo, che il destino ha affidato alle Vostre persone, sia ridotto a uno stato di degrado che è lo specchio prima di tutto della mancata disposizione di nuove regole a salvaguardia e della mancata volontà di far rispettare quelle che Voi stessi avete già posto in essere».
Violenze, frutto di «uno scaricabarile generale» i commercianti del Centro precisano di non essere più disposti a subirle. «Faccio voti - conclude la lettera di Battistoni - perché la Vostra sensibilità di uomini e cittadini di Roma, prima ancora che l’ossequio alle funzioni che avete accettato di svolgere, Vi induca a emettere quei provvedimenti che la legge Vi consente e a far rispettare quelli già emanati, affinché il Centro sia salvo da manifestazioni incessanti e ai romani non venga scippato di continuo il passeggio o lo shopping del sabato pomeriggio».