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Sotto
accusa
traffico e sosta selvaggia
di ELISABETTA CANTONE
Chiederanno a Renzo Piano, di «ridisegnare il cuore della Capitale, cosiccome
sta facendo per il Flaminio, quartiere in via di rinascita sotto l’egida
dell’Auditorim». E, ancora, chiederanno a deputati e senatori di varare una
proposta di legge che tuteli i centri storici delle città d’arte italiane per
«bypassare lo scaricabarile locale». Le firme sono centinaia, prima fra tutte
quella di Gianni Battistoni: da sempre arbitro dell’eleganza di ministri,
ambasciatori e industriali. Seguono a ruota gioiellieri prestigiosi come Cartier,
Buccellati e Hausmann. Griffe come Hermes, Armani, Celine e Krizia. Non mancano
la sala da tè Babinghton e l’Hotel Hassler. Sono tutte allegate alla lunga
lettera che Battistoni ha inviato al prefetto Emilio del Mese al sindaco Walter
Veltroni e per conoscenza al premier Silvio Berlusconi.
Punto per punto il presidente dell’associazione di via Condotti sottolinea i
problemi che «affliggono» il Centro della Capitale. «Da molto tempo le vie
del Centro di Roma - si legge, tra l’altro - sono teatro involontario del
passaggio incontrollato e sovente non autorizzato di manifestazioni che limitano
gravemente l’esercizio del commercio dei negozi nella zona e la stessa
fruizione di strade e piazze da parte dei residenti». Ancora, secondo
Battistoni «l’abitudine consolidata di gruppi di opinione, partiti politici
e, addirittura, tifosi di sport di utilizzare lo scenario inconfondibile offerto
dal centro storico per riunirsi, ha fatto sì che luoghi come piazza del Popolo,
piazza di Spagna e piazza Navona siano scelti per ogni genere di adunata, da
tenersi di sabato pomeriggio. Lo stesso giorno destinato agli acquisti e alle
passeggiate in Centro che, se occupato costantemente, viene disertato in favore
di altre zone magari meno belle ma più agevoli».
Una levata di scudi che però, tiene a precisare il presidente di via Condotti,
non vuole limitare un principio sancito dalla Costituzione: «Ma esiste anche il
diritto di a esercitare il proprio mestiere. E allora, fatto salvo lo sciopero
generale o manifestazioni di pari peso, è inaccettabile che pure la Bocciofila
di Treviso, per dirne una, venga a protestare in questo piccolo triangolo delle
Roma storica, politica e commerciale. Non c’è una sola ragione vera per non
delocalizzarle in aree della città anche limitrofe al Centro, nelle quali il
danno per il commercio sia nullo oppure limitato».
Manifestazioni ma non solo. Da via Condotti a Trinità de’ Monti e sino a
Fontanella Borghese, si chiedono «provvedimenti di salvaguardia almeno nella
codiddetta Roma Rinascimentale o Barocca, già tanto afflitta dalla sosta
permanente in vie e piazze dove la segnaletica indicherebbe (l’uso del
condizionale ci umilia nei confronti delle Capitali europee: lì la legge viene
fatta rispettare) l’assoluto divieto di sosta e la rimozione dei veicoli».
Per Battistoni, da sempre sostenitore di un centro storico chiuso alle auto, ad
eccezione di taxi e bus elettrici, «è inconcepibile che uno dei luoghi più
affascinanti e belli del mondo, che il destino ha affidato alle Vostre persone,
sia ridotto a uno stato di degrado che è lo specchio prima di tutto della
mancata disposizione di nuove regole a salvaguardia e della mancata volontà di
far rispettare quelle che Voi stessi avete già posto in essere».
Violenze, frutto di «uno scaricabarile generale» i commercianti del Centro
precisano di non essere più disposti a subirle. «Faccio voti - conclude la
lettera di Battistoni - perché la Vostra sensibilità di uomini e cittadini di
Roma, prima ancora che l’ossequio alle funzioni che avete accettato di
svolgere, Vi induca a emettere quei provvedimenti che la legge Vi consente e a
far rispettare quelli già emanati, affinché il Centro sia salvo da
manifestazioni incessanti e ai romani non venga scippato di continuo il
passeggio o lo shopping del sabato pomeriggio».