di DAVIDE DESARIO
Un’odissea nello strazio. Una giornata massacrante tra interminabili
incolonnamenti, ingorghi improvvisi, parcheggi selvaggi, metropolitane chiuse,
autobus fermi, continui incidenti, taxi fantasma e vigili in prima linea
addirittura aggrediti sulla Tuscolana.
Prendersela con i lavoratori del trasporto pubblico che hanno aderito in massa
allo sciopero indetto dalla Cgil, Cisl e Uil sarebbe un errore. Prendersela,
come hanno fatto i più incivili e beceri, con i vigili urbani è ancora peggio.
Ma è sacrosanto chiedersi se ieri è stato davvero fatto tutto il possibile per
contenere i disagi dei romani e di tutti coloro che, volenti o nolenti, vivono
questa splendida città. E soprattutto sarebbe intelligente domandarsi come la
“debacle" di ieri possa servire da lezione per far sì che in futuro non
si ripeta. Magari organizzando, come non è stato fatto ieri, un piano speciale.
La giornataccia è cominciata prestissimo. Chi ha potuto (quasi tutti residenti
nell’hinterland se non in altre province) si è messo al volante con largo
anticipo rispetto al solito per cercare di evitare l’ingorgo. In pochi però
ci sono riusciti. Fin dalle 6,30, infatti, su tutte le consolari in direzione
Roma il traffico era già intenso. Alle 7 sulla Pontina, la via del Mare, il
raccordo anulare, la Flaminia, la Tuscolana e l’Aurelia si sono registrate
code chilometriche. Alle 8,30 si sono fermati gli autobus: il 92,84% di quelli
dell’Atac, il 47,12 di quelli di Sita-Ati (che gestisce le linee sulla
Tiburtina, Casilina, Cassia, Flaminia, Laurentina, ad Acilia e all’Eur).
Una situazione che è precipitata alle 9 quando la società Me.Tro ha deciso di
chiudere le stazioni della metropolitana. Così Roma si è strasformata in un
gigantesco groviglio di auto: un lunghissimo serpentone di lamiera che, avvolto
in una nube di smog, si girava e contorceva su se stesso facendo moltissime
“vittime". Non solo chi doveva recarsi sul posto di lavoro ma anche chi
doveva accompagnare i propri figli a scuola, chi doveva raggiungere un ospedale
dove era ricoverato il proprio caro. Senza contare le migliaia di turisti
disorientati che nessuno, in pratica, ha avvertito. Il fondo si è toccato sulla
Tuscolana dove Cristina Petrucci, agente della municipale di 42 anni, è stata
investita da una Lancia Y al volante della quale c’era una donna esasperata
dal traffico: la vigilessa è stata medicata al policlinico Casilino e ne avrà
per una settimana. Alle 17,20 la metropolitana ha ripreso a funzionare ed è
stata comprensibilmente presa d’assalto. In ogni stazione i vigilantes hanno
dovuto contingentare gli ingressi. Almeno fino alle 20 quando è scattata la
seconda fascia dello sciopero che ha fatto registrare un’adesione maggiore
della prima. Così la giornata si è conclusa come era cominciata: tutti in fila
al volante.
Soddisfatti, da parte loro, sia il segretario regionale della Uil, Alberto Sera,
che il suo omologo della Cgil, Stefano Bianchi che ha annunciato: «Il 7 ottobre
i lavoratori del Cotral sciopereranno nuovamente per chiedere all' azienda e
alla Regione di mettere fine ad una gestione che sta procurando da due anni una
pesante situazione deficitaria ed un peggioramento del servizio».
Fino a quel giorno c’è il tempo per chiedersi se è giusto restringere una
corsia della Cristoforo Colombo per potare gli alberi; se è opportuno che
polizia e guardia di finanza effettuino un posto di blocco alle 9,30 sull’Ostiense;
se non sia il caso di potenziare al massimo la disponibilità di taxi; se i
varchi elettronici debbano rimanere accesi in un giorno in cui, per chi lavora
nel centro storico, l’unico mezzo per andare a lavorare è l’automobile.