Giovedi 25 Luglio 2002

Assalto ai Granai, cinque indagati
Uno dei killer del commando coinvolto anche nella banda del taxi assassino

di CRISTIANA MANGANI

Ci sono cinque nomi nel fascicolo dell’inchiesta per l’assalto al centro commerciale “I Granai", dove ha perso la vita la guardia giurata Massimiliano Ballanti. Cinque indagati per l’omicidio e la rapina avvenuta nel marzo dello scorso anno. Il pubblico ministero Diana De Martino ha iscritto Romeo Paglia, Liborio Falco, Bruno Costantini, Stefano Bernardi e Valter Bucciarelli. Vengono quasi tutti dall’hinterland romano, meno Falco che è nato ad Afragola, in provincia di Napoli. I carabinieri del Nucleo operativo di via In Selci gli stanno addosso da parecchi mesi, dopo aver abbandonato la pista dei criminali stranieri. Paglia, Falco e Bucciarelli si trovano già in carcere per reati della stessa natura. Ma è soprattutto su Bucciarelli che gli occhi degli inquirenti sono puntati. L’uomo, infatti, è rinchiuso a Regina Coeli dopo che la squadra mobile lo ha arrestato perché lo ritiene l’autore di un altro delitto: quello dell’agente della polizia stradale Luca Benincasa, ventotto anni, e la sfortuna di trovarsi sul raccordo Perugia-Bettolle, mentre una banda stava cercando la fuga. Bucciarelli è stato incastrato da diversi testimoni. E, dopo mesi di accertamenti e intercettazioni, i carabinieri puntano a lui per il colpo mortale al centro commerciale.
In seguito alla rapina le indagini si indirizzarono verso i criminali dell’Est. La dinamica dell’agguato aveva fatto pensare alle tecniche usate nelle azioni di guerriglia di paesi dell’ex Patto di Varsavia. Un’autobomba viene fatta esplodere con tritolo per distrarre i vigilantes, poi vengono sparate le raffiche da fucili automatici come gli AK-70 arrivati dall’ex Unione Sovietica o da Garand. E ancora: manciate di chiodi vengono sparse sulla strada per bucare le ruote di eventuali inseguitori.
Al supermarket dell’Ardeatino è sembrato, poi, di vedere sistemi usati anche nei colpi di due anni fa a Tor Bella Monaca e, in quello più recente, a Pomezia. I banditi si sono serviti di un’Alfa 164 rubata nel parcheggio del centro Ikea all’Anagnina, una settimana prima della rapina. Da allora al giorno in cui il commando è entrato in azione la macchina è stata preparata, da mani esperte, alla blindatura. E qui potrebbe essere servita l’esperienza del presunto complice napoletano. Un lavoro assolutamente perfetto che non spiega, però, perché i banditi si sono accontentati di prendere solo 230 milioni delle vecchie lire appena ritirati dai vigilantes. E di lasciare perdere il furgone in cui era custodito oltre un miliardo. Le indagini, comunque, vanno avanti. Il pm ha chiesto una proroga per poter continuare a lavorare. Alcuni degli indagati si sono rivolti ai primi avvocati, tra i quali Sandro D’Aloisi e Massimiliano Fioravanti.