di LUCA LIPPERA
«C’È STATA una grande disgrazia. Ma granne davero!». La notizia ha corso
in fretta. Giorgio Roberti, 76 anni da Trastevere, presidente e fondatore del
"Centro Romanesco Trilussa", non regalerà più alla sua città «amatissima»
i versi che ne avevano fatto il massimo esponente della poesia dialettale
contemporanea. È morto ieri mattina all’ospedale "San Filippo
Neri", dopo essersi sentito male durante la notte. «Ci avevo parlato
martedì: stava bene — racconta Renato Merlino, 66, attore, poeta e
consigliere del Centro "Trilussa" — Si è fatto portare in taxi al
Santo Spirito. È peggiorato, l’hanno intubato e trasferito. Poi ho saputo...».
Un attacco di cuore, secondo i medici.
Roberti, sposato, senza figli, amico di Aldo Fabrizi, Checco Durante e Alfiero
Alfieri, «le ossa di romano se le era fatte a Trastevere». Era nato in via del
Gesù, vicino a piazza Argentina, «ma il centro della sua vita — raccontano
gli amici — fu per anni dall’altra parte del fiume». Uno dei suoi libri,
"Il Ciclope", una raccolta di cinquanta sonetti, ha conquistato un
tale successo che viene tradotto in questi giorni in inglese. Altre due opere,
"Il Vangelo secondo San Marco" e "Favole pe’ Trilussa",
vengono considerate «tra le pietre miliari della ricerca sulla lingua romana».
Vincitore «per anni» del primo premio di poesia alla Festa di San Giovanni
(alla fine lo misero in giuria perche «non ce n’era per nessuno»), il 21
aprile del 1970 coronò un sogno: fondare il Centro Trilussa, intitolato al più
grande poeta romanesco dopo Gioachino Belli. «Furono anni di battaglie —
racconta Merlino — Roberti lottò come un leone perchè venisse risistemato lo
studio originale di Trilussa, al secolo Carlo Alberto Salustri, il cui materiale
giaceva, rosicchiato dai topi, in un sotterraneo di Palazzo Braschi. Alla fine
la spuntò. Fu creata una stanza nel Museo del Folklore Romano, in piazza
Sant’Egidio, anche se ora bisognerà ricominciare da capo, perché lo spazio
è stato enormemente ridotto».
Il Centro Trilussa — sede in piazza Santa Chiara 14, nella hall del Teatro
Rossini — è stato per anni una calamita per gli artisti della "nouvelle
vague" romanesca. Roberti, che da anni abitava vicino San Pietro, vi allevò
generazioni di nuovi poeti. Da Claudio Sterpi a Giorgio Onorato, da Mario
Verdone allo stesso Merlino. «Giorgio è stato un grande uomo, un cultore della
lingua — ricordano gli allievi — riuscì a radunare, sotto la stessa
bandiera, persone che prima "galleggiavano" sparse nei vari fogli di
poesia dialettale». I funerali verranno celebrati domani alle 11 nella Chiesa
degli Artisti, a piazza del Popolo, al centro della sua Roma.