di GIULIO MANCINI
Boom di imbarchi sui traghetti verso la Sardegna e Fiumicino che crolla nella
paralisi degli ingorghi automobilistici. La coincidenza tra arrivi e partenze
nelle ore centrali del pomeriggio unita all’obbligo dell’uso della macchina
per l’assenza di funzionali collegamenti pubblici con Roma, animano sino al
caos la cittadina portuale.
Merito del crescente successo della linea veloce verso Golfo Aranci se i romani
stanno prendendo d’assalto il paese alla foce del Tevere. Secondo un calcolo
sommario saranno almeno ventimila i passeggeri con auto al seguito che in questo
cambio di mese saliranno sul Guizzo e sullo Scatto, le due motonavi della "Tirrenia"
che fanno da spola tra la costa sarda e quella romana. «I traghetti — segnala
Carla De Giorgi, della "Danimar Shipping", società che cura la
logistica della compagnia di navigazione — viaggiano con il tutto esaurito da
lunedì scorso. Per trovare la prima disponibilità bisogna attendere sino al 9
agosto».
Superaffollate, dunque, le quattro corse giornaliere della linea. I traghetti si
staccano dalla banchina ciascuno con un carico di 502 viaggiatori e 155 veicoli
per un totale di oltre duemila persone che transitano ogni giorno per
l’approdo del porto-canale. «Sta riscuotendo successo anche il collegamento
con Arbatax — proseguono alla biglietteria — ma in linea di massima la
stagione va fortissima anche per Golfo Aranci. Dopo un sorprendente fine giugno
e una prima metà di luglio fiacca, agosto si sta rivelando eccezionale. Per il
rientro posti esauriti dal 28 agosto al 6 settembre». Se la stagione si
presenta con statistiche d’affollamento superiori al passato — nel 2001 i
passeggeri sono stati circa 100 mila — è merito anche del bel tempo. «Sinora
— osservano dalla "Danimar Shipping" — le condizioni meteo avverse
hanno fatto saltare una sola corsa. I passeggeri, in quel caso, sono stati
trasferiti a Civitavecchia, da dove sono partiti in tutta tranquillità».
E con il maxi-esodo, aumentano anche i problemi per Fiumicino. «I passeggeri
sono costretti a fare ricorso all’auto, mancando mezzi pubblici che colleghino
direttamente lo scalo con Roma» denuncia Italo Mannucci, presidente regionale
del Codacons. «L’alternativa — prosegue l’esponente del comitato che
riunisce le associazioni di difesa dei consumatori — è l’uso del taxi.
Questa linea, che poteva costituire anche un’opportunità per una sinergia con
l’aeroporto, non si esprime in tutto il suo potenziale».
«Chi arriva a Golfo Aranci — replicano dal Comune di Fiumicino — non trova
collegamenti pubblici e, quand’anche si realizzasse una linea pubblica diretta
con la Capitale, il problema si porrebbe sull’altra sponda del Tirreno. In
realtà, non abbiamo ricevuto lamentele per questo problema. Evidentemente è
una minoranza a soffrire per la limitatezza delle possibilità di ricorso ai
mezzi pubblici. Che, comunque, non sono del tutto assenti: a Fiumicino si può
arrivare con il bus dopo essere scesi dalla ferrovia a Ostia oppure
all’aeroporto».
L’affollamento da maxi-esodo sta riversando ogni giorno centinaia di auto: ad
ogni viaggio sono 155 i veicoli che vengono imbarcati. E altrettanti quelli che
sono sbarcati. Così la concentrazione delle corse pomeridiane — un arrivo
dalla Sardegna alle 17 e la partenza successiva alle 18,30 — causa riflessi
impegnativi sulla circolazione locale. «La zona della Darsena e lungomare della
Salute vanno in tilt con effetti immaginabili sulla qualità dell’aria e la
rumorosità» contestano i residenti. «E’ vero — sottolinea un barista del
lungomare — ci sono risvolti negativi ma non mancano i vantaggi. I passeggeri,
spesso, si fermano a Fiumicino a prendere un caffè o a mangiare una pizza. Non
sono forse ripercussioni vantaggiose per il commercio locale?».