Da domani niente taxi in città. I 5 tassisti attualmente in attività,
infatti, hanno proclamato uno sciopero ad oltranza fino a quando il Comune non
ascolterà i loro problemi. «Se ciò non dovesse bastare — affermano —
riconsegneremo le licenze. Vogliamo partecipare alle decisioni che ci riguardano».
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è la concessione di due nuove
licenze. «Ci aspettavamo — fanno notare — di essere almeno avvisati così
da poter pensare a nuovi servizi per i cittadini, per anziani, per persone con
problemi fisici, per universitari, per i negozi che operano nel centro, con la
possibilità più volte accennata ai nostri amministratori di prolungare
l’orario del servizio che ora termina alle 19. Invece nulla. Hanno deciso
tutto lasciando tutto come prima».
«I nostri problemi — dicono i tassisti — nascono da almeno cinque anni di
soprusi e prevaricazioni. Si è iniziato con la Tosap che ci è costata 500 mila
lire all’anno per i posteggi. Come se il servizio urbano per i posteggi e per
le fermate in città avesse dovuto pagare una tassa al Comune. Questa tassa in
Italia è stata applicata solo ad Ascoli. Oltre a pagare non abbiamo neanche il
posteggio, poiché in determinati orari e giorni ci viene revocato il quello in
piazza Roma».
I tassisti ascolani ripercorrono la loro martoriata diaspora da quando avevano
il posto in piazza Arringo poi «ceduto» al mercato ambulante con il loro
conseguente trasferimento sul piazzale della stazione ferroviaria. «Dove —
sottolineano — non c’è nessuno che prende il taxi. Risultato: prima
c’erano 17 vetture ora 5. E si parla di incrementare il servizio pubblico.
Complimenti!». Non solo. I tassisti ascolani lamentano anche l’obbligo della
firma presso il Comando della Polizia Municipale al fine di confermare la loro
presenza sul posto di lavoro. «E’ un obbligo che forno non hanno neanche i
mafiosi in libertà vigilata. Chi si è rifiutato a questa imposizione non ha
avuto nemmeno il piccolo rimborso della benzina (circa 2,50 euro giornalieri)».
«I dirigenti del Comune — sono sempre i tassisti a parlare — hanno
approvato un regolamento per il servizio pubblico senza neanche aver ascoltato
un nostro rappresentante. Inoltre è stato indetto un concorso per
l’assegnazione di 2 licenze taxi senza che noi ne fossimo a conoscenza.
Speravamo che l’Amministrazione recepisse le nostre proposte, invece nulla,
hanno lasciato tutto come prima». Amara la conclusione dei 5 tassisti ascolani:
«A questo punto abbiamo capito che è arrivato il tempo di chiudere sempre che
le cose dovessero rimanere su questa china. Noi chiediamo di essere compartecipi
alle decisioni che ci riguardano».