di MARCO DE RISI
Portano a Roma le indagini sulle belve che hanno giustiziato un agente della
Stradale, Luca Benincasa, ferendone gravemente il collega, Lamberto Crescentini
solo per un caso sopravissuto a cinque revolverate. I poliziotti di Roma e
Perugia stanno dando la caccia senza sosta a quattro persone, fra le quali un
tassista.
Sarebbero i banditi che, dopo avere compiuto un colpo in banca venerdì di
mattina presto in provincia d’Arezzo, hanno scaricato una pistola calibro 9,
da distanza ravvicinata, contro la pattuglia della Stradale che aveva cercato di
fermarli su un tratto di raccordo di Perugia.
La banda sarebbe stata tradita proprio dal taxi, una Citroen Xantia SW targata
BP320NG, sul quale i criminali erano a bordo quando hanno sparato
all’impazzata contro gli agenti. L’auto era "pulita". I criminali
dopo aver fatto il colpo (bottino 5.000 euro) al Monte dei Paschi di Siena a
Camucia, un piccolo centro in provincia d’Arezzo, si erano sbarazzati di una
Fiat Uno usata per la fuga ed erano saliti sulla Citroen credendo di averla
fatta franca. Alle 10, s’è verificato il controllo da parte della Stradale
sul raccordo Perugia-Bettolle.
E’ scoppiato l’inferno: dopo la sparatoria, gli assassini sono stati
costretti ad abbandonare il taxi che è di proprietà di uno di loro e nel quale
è stato trovato uno dei cacciaviti usati per il colpo. E’ stato però il
ritrovamento dell’auto bianca la chiave per fare luce sulla vicenda.
Il proprietario del taxi abita alla Garbatella, ha 40 anni, moglie e figli e
alcuni precedenti penali per reati contro il patrimonio. Anche i complici
sarebbero della stessa età e anche loro avrebbero un lavoro onesto dietro il
quale nasconderebbero l’attività criminale. I quattro per ora sono
irreperibili.
La polizia ha interrogato per ore i famigliari e messo sotto torchio amici e
conoscenti della banda. Durante una perquisizione in casa del tassista è stata
trovata della cocaina. Un particolare non di poco conto considerata la dinamica
dell’omicidio. Proprio l’assunzione di droga, ipotizzano gli investigatori,
può avere contribuito alla ferocia degli assassini negli attimi
dell’esecuzione del poliziotto.
Luca Benincasa, 28 anni e Lamberto Crescentini di 55 erano in borghese su
un’auto "civetta" quando in un tratto del Perugia-Bettolle avevano
piazzato da poco il "provida", la telecamera per il controllo della
velocità. Quel tratto di strada è stretto e in curva. I poliziotti si sono
insospettiti quando hanno visto arrivare la "Citroen" sul filo dei
160. I due agenti non sapevano che a bordo c’erano quattro feroci criminali in
fuga. Hanno sventolato la paletta dell’Alt credendo che quell’auto
rallentasse. Questioni di secondi e un uomo s’è sporto dal finestrino della
Citroen in corsa aprendo il fuoco. Dieci colpi calibro 9 che hanno centrato il
finestrino della macchina della polizia non dando scampo a Luca Benincasa
colpito alla testa. Cinque revolverate hanno centrato Lamberto Crescentini. I
poliziotti sono stati trasportati all’ospedale Silvestrini di Perugia dove
poco dopo il cuore di Benincasa ha cessato di battere. Il collega s’è salvato
per un soffio: un proiettile è passato a soli tre millimetri dalla giugulare.
Luca Benincasa, in forza alla Stradale di Perugia, lascia una moglie e un bimbo
di due anni. Proprio la telecamera per il controllo della velocità piazzata dal
polziotto ha scattato una foto molto utile all’indagine. Avrebbe fissato sulla
pellicola le quattro persone e anche il killer che ha premuto il grilletto.