di LUCA BRUGNARA
«La metropolitana sciopera? E io prendo un giorno di ferie». I pendolari romani guardano con timore alla giornata di sciopero di domani del metrò. Il primo rimedio è l'auto privata, ma non mancano soluzioni alternative. «Andrò in macchina - spiega Gabriella Feletti
, impiegata al ministero delle Finanze. - Da Pietralata, ogni giorno, prendo la metropolitana fino a Repubblica, cambiando a Termini. Considerando il traffico, partirò non oltre le sette, mezz'ora prima del solito, per essere al lavoro in orario». Ma i più preoccupati sono gli utenti della linea A, che abitano all'Appio-Tuscolano. «L'ultimo sciopero, a dicembre, è stato un incubo — ricorda Flavio Gonnella
, titolare di una profumeria vicino piazza Barberini. — Da via dei Fulvi, sulla Tuscolana, al Centro, con l'autobus, impiego oltre un'ora. Alle 9 devo assolutamente aprire il negozio. Penso che mi alzerò all'alba per non correre rischi e per il ritorno chiederò aiuto a qualche collega con la macchina».
La linea A trasporta ogni giorno circa 500.000 persone, minore l'affollamento sulla linea B. «La Cnl - si lamenta Fabio Carta
, che ogni giorno prende la metropolitana da Subaugusta a Ottaviano - dovrebbe adottare soluzioni alternative allo sciopero: se arrivo in ritardo al negozio, nessuno mi rimborsa. Io mi farò accompagnare in motorino da mio figlio, ma per molti questo sciopero sarà davvero un ostacolo insormontabile».
E non manca chi adotterà soluzioni drastiche. «Le ore nel traffico non le perdo di certo - assicura Luciana Delogu
del ministero della Difesa. - Prenderò un giorno di ferie». Altri, invece, modelleranno la loro giornata in base allo sciopero. «Questo sciopero è davvero un disastro per noi pendolari. Con una collega ci siamo scambiati i turni - afferma Paola Manetti
, impiegata in una banca di via Nazionale. - Farò domani lo straordinario che avrei dovuto fare oggi. Uscendo alle 17.30, spero che nell'intervallo tra le due fasce di sciopero circoli qualche convoglio». Tra tante preoccupazioni, c'è anche chi la prende con filosofia. «Prenderò l'autobus - assicura Maria Longo
- Dalla Piramide alla Laurentina, dove insegno, avrò modo di vedere per un giorno il paesaggio. Speriamo che il traffico non impazzisca». Lo sciopero, dalle 8.30 alle 17 e poi dalle 20 a fine servizio riguarderà anche la Roma-Lido, Roma-Pantano e Roma-Viterbo. «Ormai lo sciopero della metropolitana è diventato un appuntamento mensile fisso - protesta Giuseppe Roccotelli
- Da piazza Irnerio, all'Aurelio, al Centro, posso prendere l'autobus 49, come facevo prima del prolungamento della linea A, ma il vero problema sarà il ritorno: dopo una giornata di lavoro, dover preoccuparsi anche di come raggiungere casa è davvero stressante». Gran parte dei pendolari della metropolitana, comunque, non prende in considerazione l'alternativa del mezzo pubblico di superficie. «Devo entrare a scuola alle 8.10 - sottolinea Marco Valeri
- e prendendo l'autobus dall'Eur devo aspettare almeno venti minuti prima che ne passi uno che non sia pieno come un uovo. Se riesco mi farò accompagnare, altrimenti non andrò a scuola. E' un problema oggettivo, di cui i ragazzi come me subiscono solo le conseguenze».
Non è difficile prevedere un forte aumento del traffico, in particolare sulle consolari. «La Tiburtina è già quotidianamente intasata - si lamenta Fabiana Crisci
, assicuratrice - e quando la metropolitana non funziona è un inferno. Da Ponte Mammolo devo arrivare a Termini. Prenderò un taxi, ma prima andrò lo stesso alla stazione: magari qualche convoglio circolerà ugualmente. Perché l'Atac non provvede ad aumentare il numero degli autobus in superficie?». Sono in molti a sperare in qualche macchinista che non aderirà allo sciopero. «Se i cancelli delle stazioni sono aperti - auspica Lorella Bernardini
, studentessa - qualche convoglio passa sempre. Io andrò al binario, disposta ad attendere anche mezz'ora. Se non sarò fortunata, tornerò a casa». E c'è poi chi, dallo sciopero, è danneggiato due volte.
«Venendo da Viterbo - sostiene Marco Lonelli
- non so nemmeno se riuscirò ad arrivare a Roma. Confido nella buona sorte e al limite prenderò un giorno di ferie».