Venerdi 5 gennaio 2001


La voce degli elettori - 1 / Viaggio nel mondo dei tassisti, una tra le categorie più deluse dai sette anni di governo Rutelli

«Vogliamo un sindaco che rispetti gli impegni»

A chi vincerà la corsa per il Campidoglio chiedono soprattutto di aiutarli a offrire un servizio più efficiente


di PAOLO ZAPPITELLI


SONO sicuramente la categoria che maggiormente si è scontrata con la politica di Rutelli. Tanto da fare addirittura tredici giorni di sciopero, nel ’98, contro le scelte dell’amministrazione. Cosa mai accaduta nella storia dei tassisti. Eppure al sindaco che verrà, che sia del Polo o del centrosinistra, i circa seimila autisti di taxi non hanno molto da chiedere. Il che non vuol dire che Rutelli sia riuscito a soddisfare le loro richieste. Molto più semplicemente i tassisti ripropongono le stesse cose che avevano chiesto al sindaco sette anni fa, che Rutelli si era impegnato a dargli e che invece sono rimaste nel cassetto: snellire il traffico e aumentare quindi la velocità delle auto pubbliche, debellare la piaga degli autonoleggiatori che vengono da fuori Roma e «rubano» clienti, creare parcheggi in periferia dove possono fermarsi i taxi in attesa dei cittadini.
«È vero non chiediamo molto al prossimo sindaco - spiega Loreno Bittarelli, presidente del 3570, la cooperativa di radiotaxi più grande di Roma - ma sono cose importanti che potrebbero migliorare il servizio e far contenti i cittadini. Migliorare la viabilità, ad esempio, vuol dire offrire un servizio più veloce, che costa meno e con taxi che si trovano con più facilità». Ma per aumentare la frequenza e la velocità i tassisti chiedono di poter utilizzare tutte le corsie preferenziali, comprese quelle riservate ai tram, e di poter entrare nelle isole pedonali. «Potrebbero autorizzarci almeno tre giorni a settimana visto che sempre non si può - spiega Davide Bologna, vicepresidente dell’Ait, l’Associazione tassisti italiani - Il venerdì, sabato e domenica, dalle nove di sera, potrebbero farci utilizzare la corsia dell’8 da piazza Ippolito Nievo fino a ponte Garibaldi. La sera Trastevere per noi è praticamente irraggiungibile, i ristoratori sono disperati perché i clienti chiedono un taxi e noi abbiamo difficoltà ad arrivare a causa del traffico. È un modo per venire incontro anche ai clienti: se invece di mezz’ora impiegano dieci minuti risparmiano sul prezzo del tassametro». «Siamo un servizio pubblico e dovremmo poter entrare anche nelle isole pedonali - aggiunge Loreno Bittarelli - Ci sono persone anziane che abitano ad esempio a fontana di Trevi e che noi non possiamo andare a prendere senza rischiare la multa dei vigili». Contemporaneamente invece il centro storico, almeno il fine settimana, dovrebbe rimanere rigorosamente chiuso al traffico privato. «Il sabato sera - spiega ancora Davide Bologna - il cuore della città è completamente paralizzato. A via del Corso, via del Tritone, largo Argentina non si cammina. Almeno il sabato e la domenica dovrebbe rimanere chiuso anche la sera». E tra le richieste c’è anche quella di creare nuovi parcheggi nelle periferie. «Come facciamo a servire le zone più decentrate - spiega Piero Onorati della Cisl - se non ci sono posti dove potersi fermare? Vuol dire che lì arrivano soltanto i taxi delle centrali radio».
Tirate le somme il voto all’amministrazione Rutelli non raggiunge la sufficienza. «Non è stato all’altezza della situazione» taglia corto Davide Bologna. Più severo Loreno Bittarelli: «All’inizio ci aveva quasi illuso, poi ci siamo accorti che era uno dei soliti politici, non diverso dagli altri».
Ma sul colle capitolino i tassisti chi vorrebbero? Mentre Davide Bologna si tira fuori - «Non lo so, non so più a chi credere, sono nauseato. E per me che sono di sinistra ammetterlo è una sconfitta» - Loreno Bittarelli punta su un volto nuovo, Michele Baldi vicepresidente capitolino di Alleanza Nazionale, mentre Piero Onorati voterebbe uno tra Gianfranco Fini, Publio Fiori e Pierluigi Borghini. «E guardi - aggiunge - che io sono uno che Rutelli lo ha votato due volte».