Folla straordinaria ieri all’aeroporto di Fiumicino con la ripresa dell’attività delle compagnie che collegano l’Italia agli Stati Uniti. Migliaia di persone si sono assembrate nel salone delle partenze e ai varchi d’uscita, creando non poco affanno alle forze dell’ordine in stato di massima vigilanza. Alitalia e Delta Airlines viaggiano con i jumbo stracolmi di passeggeri. «Solo la mia pigrizia mi ha salvato» racconta un manager napoletano appena sceso dall’AZ611. «Avevo un appuntamento di lavoro alle 9 al 97mo piano della torre I — sottolinea — ma mi sono intrattenuto in un bar. Sono arrivato lì quando il primo aereo era già precipitato». «Noi invece — commenta Silvana Reggiani di Genova, sbarcata dall’AZ609 — siamo stati gli ultimi visitatori della torre II. Eravamo lì, a 412 metri d’altezza, la sera prima, quando alle 22 ci hanno invitato a scendere perchè il palazzo chiudeva. Eravamo in taxi e stavamo tornando alle torri quando la mattina dopo c’è stato il crollo». L’Alitalia non si è limitata solo a offrire una colazione di bentornato. «Ci siamo adoperati — indica Giorgio Ricciardi Tenore, direttore sanitario della compagnia — per assistere sanitariamente i nostri clienti, sia quelli fermi a New York o in Canada che in Italia. Ai diabetici, ai malati di tiroide e ai parkinsoniani che hanno finito le scorte abbiamo fornito i farmaci necessari per le loro cure». «Non vedevo l’ora di tornare a casa — confessa Olivia Isolica di Roma — Avevo paura: lì non dicevano di certo la verità sulle dimensioni della tragedia». Protestano intanto i turisti americani in lista d’attesa per un volo Alitalia e costretti ogni giorni a raggiungere alle 5 del mattino Fiumicino. «La compagnia deve evitare a gente di 80 anni di aspettare inutilmente per giorni e di fare la fila senza riuscire a partire». «Ogni aereo può imbarcare 406 persone. Stiamo garantendo la partenza ai passeggeri prenotati nei giorni dall'11 al 16 settembre, dando la precedenza ad anziani, famiglie con bambini e donne incinte», ribattono dall’Alitalia