Giovedi 15 Novembre 2001

MERCOLEDI’ NERO

Sbarrati i cancelli della metropolitana,
bus e taxi presi d’assalto dai passeggeri

di GIUSEPPE MARTINA

Binari dei treni occupati da un gruppo di operai, a Termini e Ostiense, cancelli della metropolitana sbarrati ovunque, convogli fermi sulle tratte ferroviarie per Pantano e Viterbo: uno sciopero tira l'altro, e le agitazioni di ieri, quella dei lavoratori delle imprese di pulizia in appalto con le Fs e quella proclamata dal sindacato autonomo dei macchinisti hanno paralizzato il trasporto su ferro nella capitale. Disagi per chi doveva viaggiare, per i pendolari (presi d’assalto bus e taxi) e traffico in tilt fino al tardo pomeriggio in centro come sulle principali consolari, sul Muro Torto, come sul Raccordo Anulare. E non é finita qui: terminata una protesta se ne preannuncia subito un'altra, ancor più dura, per giovedì 29 novembre. E quel giorno - se non interverrà un accordo tra la società Met.Ro e i rappresentanti della Confederazione nazionale lavoratori - non ci saranno sconti dal fronte dell'astensione: le linee A e B si fermeranno per ben 24 ore.
Tutto è cominciato a Termini poco prima delle 8,15 quando una cinquantina di addetti alle pulizie delle Ferrovie dello Stato si sono piazzati sul punto di scambio dei binari compresi tra l’1 e l’8, bloccando così i treni in partenza e in arrivo. E quasi in contemporanea, - come in altre città - un altro centinaio di operai hanno fatto scattare analoga protesta (durata fino alle 10 circa) al Parco Prenestino e alla stazione Ostiense. Pesanti le conseguenze: ritardi fino a tre ore hanno accumulato 44 convogli in partenza e in arrivo nella capitale, 20 treni diretti a Termini sono stati soppressi nella tratta finale mentre 2 locali, quelli per Tivoli e la Tiburtina sono stati cancellati, due Eurostar per Milano costretti a una lunga attesa.
Negli stessi minuti, lo stop della metropolitana e delle linee ferroviarie in concessione cominciava ad avere le sue ripercussioni sulla circolazione. Ferma la Roma Pantano, a scartamento ridotto la Roma Viterbo, chiusi gli accessi alle linee A e B della "sottoelevata", anche se solo in qualche caso un cartello affisso sui cancelli indicava l'orario della ripresa del servizio (poco dopo le 16). Utenti inferociti hanno assediato gli uffici della stazione in cerca di rassicurazioni e notizie di fronte a uno sciopero senza preavviso che ha messo in ginocchio il principale nodo ferroviario del Paese.
Sul metro l'adesione all'agitazione è stata «altissima», secondo la Cnl, sui 60 macchinisti della metro A e B in 55 hanno incrociato le braccia. Sulla Roma Pantano si sono fermati 16 macchinisti su 18 e sulla Roma Viterbo sono stati soppressi 22 treni su 25. Settanta persone in agitazione hanno di fatto bloccato un sistema di mobilità che ha un’utenza di circa 700 mila persone. E tra 15 giorni, il 29 novembre, si replica». «Ci fermeremo a tutela della professionalità e della dignità dei macchinisti dichiarati inidonei al servizio», recita la Cnl in un comunicato, criticando il sindaco e la Metro che - a detta degli autonomi - non avrebbe neanche avviato una trattativa e criticando invece l’accordo sottoscritto dai sindacati confederali. In realtà, la Met.Ro spa ha più volte definito inaccettabili le richieste del sindacato Cnl in quanto contrarie allo stesso dettato del Contratto nazionale di lavoro. Il sindaco da parte sua ieri aveva definito irresponsabile lo sciopero. A nulla è valso il suo appello alla ragionevolezza.