6 Luglio 2001 Venerd

Gargano: la mia guerra al traffico
«I Verdi mi attaccano? Vivono di sogni. Io vado avanti: varchi ad agosto»

di CLAUDIO MARINCOLA

Che le strade di Roma fossero così in salita forse non se l’aspettava neanche lui, Simone Gargano, esponente della Margherita, da un mese assessore alla Mobilità. In questo breve lasso di tempo ha scoperto la legge fisica del moto perpetuo. Non si ferma più. Chiuso un fronte, se ne apre un altro. Metropolitana, tassisti, varchi elettronici, rete ferroviaria, parcheggi. E traffico, tanto traffico. Che senza nulla togliere al tema della periferie, di gran lunga il più gettonato durante le elezioni, resta il nodo da sciogliere di questa città. Anche perché l’ingorgo è interclassista: blocca tutti, senza distinzione di censo. Poveri, ricchi, abitanti del centro e delle borgate. Simone Gargano si è rimboccato le maniche e si è tuffato dentro i problemi, senza girargli intorno. E di questo gli va dato atto.
Assessore, gli ambientalisti la criticano: dicono che lo smog sta divorando la città. Il portavoce romano dei verdi, Silvio Di Francia sostiene che l’accordo firmato con i tassisti è una Caporetto. E che così non va . E anche da destra non arrivano certo "complimenti"
«Mi sembra che non sia questo il modo giusto e corretto per affrontare il problema. Queste sono parole pronunciate in libertà. Del resto, spesso i verdi immaginano un libro dei sogni che purtroppo, devo rilevare, non esiste».
L’aumento delle tariffe - dicono sempre gli ambientalisti - andavano legate a questioni rimaste da tempo in sospeso. Esempio: la concessione di altre licenze, la questione del taxi collettivo, la flessibilità, la taxicard . Così invece si è smantellata la politica della precedente amministrazione senza alcuna mediazione .
«Nulla di tutto questo è vero. Anzi, rimango perplesso, perché non ho fatto altro che applicare una delibera alla quale non si era dato corso. Lo avrebbe fatto lo stesso commissario straordinario se fosse rientrato nei suoi poteri. Noi abbiamo dato concreta attuazione a quanto era stato già deciso riconoscendo alla categoria il frutto di un accordo maturato sei mesi fa. Tenendo conto che a Roma il costo dei taxi è mediamente più basso che in altre città e che le tariffe erano ferme da sei anni. L’aumento, inoltre, è di poco superiore agli indici Istat».
E la taxicard? E i taxibus? E le nuove licenze?
«Mi lasci dire che messa così mi sembra l’elenco della spesa. Vorrei ricordare che finora ai tassisti non avevamo dato "NULLA". E avevamo in compenso ricevuto 1700 richieste per adeguare i tassametri. Ai verdi e a quanti ci criticano perciò dico: noi siamo per le cose possibili, realizzabili. Confrontiamoci e vedremo».
Quando dice "noi", vuol dire anche la giunta e il sindaco Veltroni?
«Certo. Col sindaco ne abbiamo parlato. E a lungo. Fra noi c’è perfetta identità di vedute»
Però fra lei e il suo predecessore Walter Tocci ci sembra di notare più di una differenza . Lei oggi parla di mobilita condivisa. Ma Mauro Calamante, presidente della vecchia commissione Trasporti ogni tanto ricorda la vicenda di Viale Regina Margherita: «Ogni sei metri di cordolo facevamo un assemblea...».
«Noi seguiamo la stessa linea. La differenza sta nel metodo di approccio. Dobbiamo coinvolgere la cittadinanza, le associazioni, le realtà territoriali. Non dobbiamo notificare le decisioni e poi intervenire. Dobbiamo costruire i provvedimenti. E non imporli».
Stesso discorso anche per il piano urbano parcheggi ?
«La mia linea è andare avanti. Perché a Roma bisogna "fare". È indispensabile, dobbiamo liberare le strade di questa città. E se ci sarà un progetto da rivedere, rivediamolo a condizione che non sia una posizione strumentale o politica. Magari per dieci metri più là o più qua».
Parliamo della Metro A. Lei disse che per risolvere i problemi di sovraccarico bisognava trasferire una parte del trasporto sugli autobus. Ci ha ripensato?
«Quella era una soluzione provvisoria e limitata ad alcuni pezzi del percorso. La soluzione è altrove: nella manutenzione del materiale rotabile, nella possibilità di intervenire in caso di guasti direttamente sul treno senza farlo rientrare al deposito. Ma soprattutto nella gara internazionale da 500 miliardi vinta, qualche giorno fa, dal gruppo spagnolo CAF. Sto parlando di qualcosa come 33 treni da sei vagoni capaci di trasportare 1200 persone. Il primo ce lo consegneranno tra 18 mesi, altri due entro due anni e via via nel giro di quattro anni tutti gli altri. Ci costano 13 miliardi e 200 milioni l’uno, la metà di quanto ci costarono gli altri treni. Saranno provvisti di telecamere a circuito chiuso e aria condizionata. I primi 8 serviranno a potenziare la linea A che entro due anni funzionerà a pieno regime e in piena efficienza. Sin da settembre, con la riapertura delle scuole, ci saranno 3 treni in più».
E la Metro C?
«Stiamo andando avanti. Alle riunioni con i tecnici, lo dico per farle capire il metodo col quale procediamo, partecipa anche il sindaco. All’ultimo incontro c’erano anche il sovrintendente ai Beni monumentali, Ruggero Martines e quello ai Beni archeologici Adriano La Regina. Perché è inutile progettare se poi qualcuno a un certo punto ci dice: alt, fermi tutti».
Chiuderete i Fori Imperiali ?
«Dal 15 luglio al 30 agosto. In via sperimentale, come da programma».
E i varchi elettronici per l’accesso al centro storico?
«Tra l’8 e il 10 agosto si parte. È tutto previsto».