30 gennaio 2001

 

Colpito da un colpo alla testa e derubato dal portafoglio
L'uomo è morto un'ora dopo il ricovero in ospedale


Padova, assassinato nel suo tassì
di CLAUDIO SALVALAGGIO

PADOVA - L' ultima corsa con la sua Citroen Xantia, nome in codice "Pisa 14", Pierpaolo Lissandroni l'ha fatta intorno alle 20. Una corsa inconsapevole verso la morte, nel buio della sera, sotto una pioggia sottile. Il suo assassino era salito sul taxi dopo averlo fermato lungo la strada, forse alla stazione ferroviaria, e se ne stava seduto tranquillo dietro il posto di guida, in attesa di colpire. Pierpaolo, 38 anni, padovano, tassista da tredici anni, è morto alla fine di quella corsa colpito alla nuca da un colpo di pistola esploso da un cliente misterioso al quale ora la polizia sta dando la caccia. Un cliente come tanti, una corsa come tante, con i soliti rischi vissuti ogni giorno dai tassisti, soprattutto quelli che, magari per portare qualche soldo in più a casa, lavorano nelle ore notturne.
Ma Lissandroni non sembra aver avuto molti sospetti quando ha fatto salire quello che forse doveva essere l'ultimo passeggero del suo turno. Così, a bordo della sua Citroen Xantia, si è diretto verso Prato della Valle, vicino al vecchio stadio Appiani, e ha imboccato via Malaman inconsapevole che stava per correre incontro alla morte. Qui, in un tratto buio, il cliente gli ha chiesto di fermarsi, forse già minacciandolo con la pistola. Molto probabilmente Lissandroni non ha avuto neppure il tempo di voltarsi, di guardare in faccia il suo assassino, perché un proiettile gli ha perforato la nuca lasciandolo in un lago di sangue. Ma ancora vivo. Il suo portafoglio non è stato ritrovato e questo, secondo la polizia, è l'elemento che dà molto valore alla prima ipotesi: un omicidio a sangue freddo a scopo di rapina, per portare via l'incasso della giornata al tassista arrivato alla fine del suo turno di lavoro.
Un delitto eseguito, dunque con grande freddezza, senza che fra la vittima e il suo assassino ci sia stato un accenno di colluttazione. Ma è stato anche un omicidio eseguito senza la precisione del professionista. Il tassista, infatti, come detto, non è morto subito ma un'ora dopo all'ospedale di Padova. A dare l'allarme, telefonando al 118, è stata un donna che in quel momento stava passando lungo la via e ha visto il tassista ferito nelle sua automobile. Sul posto sono immediatamente arrivate numerose volanti della questura e in città sono scattati i primi posti di blocco. Ma le prime attività di controllo non hanno portato ad alcun risultato. Le indagini sembrano difficili, anche perché non vi sarebbero testimoni del delitto, avvenuto in una zona della città a quell'ora scarsamente frequentata.
La polizia, coordinata dal pm Paolo Fietta, ha già esaminato ieri sera le chiamate al centralino del radiotaxi, ma l'ultima telefonata registrata è delle 19.30 ed è di una donna all'hotel Plaza, che non sembra assolutamente coinvolta nella vicenda. E' probabile che l'assassino sia salito a bordo del "Pisa 14" intorno alle 20 senza telefonare al centralino ma fermando la vettura per strada. Probabilmente alla stazione, che di sera diventa crocevia di piccola criminalità: protettori di prostitute, spacciatori, tossicodipendenti disposti a tutto pur di trovare quattro soldi per una dose. Del resto Padova è la città veneta più a rischio per questo tipo di microcriminalità, ma per ritrovare nella cronaca nera un altro tassista assassinato in servizio a bordo della sua auto bisogna risalire a ben quarant'anni fa. Lissandroni era considerato dai colleghi un tassista bravo, cordiale, prudente, con una certa esperienza. Il giovane assassinato lascia la moglie e due figli.

(30 gennaio 2001)