ROMA -
Marcelo Rios non se la immaginava certo così la sua trasferta romana. Sognava un riscatto sui campi da tennis del Foro Italico invece è finito - a tarda notte - in una caserma dei carabinieri con una denuncia per aggressione a pubblico ufficiale.
La triste avventura del campione cileno inizia al pomeriggio. Agli Internazionali di Roma perde in due set contro lo spagnolo Ferrero: partita triste, senza colpi di genio. Partita da dimenticare in fretta. Infatti Rios imbarca quattro amici e si dedica ad un lungo tour nella vita notturna della capitale. Bar e locali, risate e bevute per scacciare il pensiero e ritrovare il buonumore.
In una nota discoteca romana il gruppo litiga con i buttafuori e viene in pratica messo alla porta. A questo punto Rios e i suoi compagni decidono di chiamare un taxi. In via Orti, nel quartiere di Trastevere, arriva un'auto. Il conducente prova a spiegare ai cinque che tutti assieme non può caricarli. Poi capisce che è inutile: sono troppo su di giri e decide di trasportarli ugualmente.
Dopo poco incrocia un collega, convince due passeggeri a scendere, e sul taxi restano Rios, il suo preparatore atletico e un dirigente dell'Atp. I tre però durante il tragitto iniziano a scherzare in maniera pesante. Si picchiano per scherzo con calci e sberle, coinvolgono anche il tassista, che si stanca presto della situazione insostenibile. Con la radio chiama ai carabinieri, che incrociano la comitiva in piazza Risorgimento.
Qui Rios e i suoi due amici scendono dall'auto. Il tennista però non si calma e si scaglia contro i militari, che poi dovranno ricorrere alle cure dei medici. Il cileno viene portato in caserma dove gli viene formalizzata la denuncia per aggressione a pubblico ufficiale.
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